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Cronaca

Assenteismo alla Asl, l'ulteriore sospensione dal lavoro sarà impugnata

BRINDISI – “Il provvedimento, che è un fatto di notevole gravità, sarà impugnato dinanzi al giudice del lavoro con il ricorso all’art. 700”. L’avvocato Giampiero Iaia, difensore di Maria Lucia Moccia, una delle otto persone, tra infermiere, tecnici di radiologia, impiegate, sospese dal giudice per le indagini preliminari per due mesi dal lavoro (ma non arrestate come altri 26 indagati) nell’ambito dell’inchiesta sull’assenteismo nella sede Asl di via Dalmazia, contesta l’ulteriore sospensione di trenta giorni decisa dall’Azienda sanitaria nei confronti della sua assistita (ma anche nei confronti delle altre) scattata da ieri, perché i sessanta giorni si erano conclusi il 6 gennaio.

BRINDISI – “Il provvedimento, che è un fatto di notevole gravità, sarà impugnato dinanzi al giudice del lavoro con il ricorso all’art. 700”. L’avvocato Giampiero Iaia, difensore di Maria Lucia Moccia, una delle otto persone, tra infermiere, tecnici di radiologia, impiegate, sospese dal giudice per le indagini preliminari per due mesi dal lavoro (ma non arrestate come altri 26 indagati) nell’ambito dell’inchiesta sull’assenteismo nella sede Asl di via Dalmazia, contesta l’ulteriore sospensione di trenta giorni decisa dall’Azienda sanitaria nei confronti della sua assistita (ma anche nei confronti delle altre) scattata da ieri, perché i sessanta giorni si erano conclusi il 6 gennaio.

Vincenza Coralba Buonfrate, 40 anni, tecnico di radiologia, di San Donaci; Natalizia Martina, 53 anni, tecnico di radiologia, di Ostuni; Domenica Guarino, 51 anni, assistente amministrativo, di Francavilla Fontana; Antonella Trapani, 45 anni, assistente amministrativo, di Brindisi; Maria Lucia Moccia, 50 anni, infermiera, di Brindisi: Maria Schina, 36 anni, infermiera, di Brindisi; Loredana Comunale, 59 anni, fisioterapista presso il distretto, di Mesagne; Lucia Padula, 43 anni, tecnico di radiologia, di Mesagne, sono alcune delle otto persone che avevano ricevuto la raccomandata con la decisione della sospensione di un ulteriore mese, altre erano all’oscuro e ieri mattina di sono presentate, alle 7,30, per andare al lavoro. Tra queste la Moccia.

Ma non è stato loro consentito. “Siete state sospese per altri trenta giorni come è facoltà dell’Azienda”, è stato loro risposto. E il funzionario addetto ha preso copia della raccomandata e l’ha consegnata a mano. “Dovete annotarci giorno e ora in cui ci viene notificata e ci dovete allegare la delibera di sospensione”, hanno risposto le dipendenti Asl più che mai determinate e offese dal modo in cui veniva comunicato loro un’altra sospensione dal lavoro. Conciliabolo dei funzionari e immediato ritiro della lettera che avevano consegnato dicendo che non era tenuti a darla ma che comunque, anche se non avevano ricevuto la raccomandata non potevano ritornare a lavorare. Le dipendenti sono state costrette ad aspettare sino alle 12, prima di sapere quale sarebbe stata la loro sorte. Alla fine è stato consegnata la lettera di sospensione con annotata ora e giorno e allegata la delibera.

I difensori delle otto dipendenti dell’Asl contestano questo provvedimento adottato. Non era nelle facoltà, ritengono, perché le otto non sono state arrestate ma solo sospese. L’avvocato Iaia ha subito inviato una lettera al direttore generale dell’Asl Rollo. “Alla mia assistita il 7 dicembre 2010, nell’ambito del procedimento penale n. 4042/09 rgnr Procura di Brindisi, è stata notificata l’ordinanza di applicazione di misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di qualsiasi attività inerente il pubblico ufficio o servizio. Con lettera racc. a.r. del 16 dic. 2010 l’ASL di Brindisi ha comunicato alla mia assistita della presa d’atto della misura cautelare interdittiva ed ha provveduto alla sospensione obbligatoria dal servizio. Con lettera racc. a.r. del 22 dic. 2010, la Vs direzione,  comunicava a Moccia Maria Lucia l’apertura a suo carico del procedimento disciplinare mediante addebito assolutamente generico e tardivo) di alcune contestazioni e comunque la sospensione del detto procedimento disciplinare”.

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