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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Assenteismo, i 26 sospesi dal servizio e dallo stipendio. I medici anche dall'Ordine professionale

BRINDISI - “Il consiglio direttivo dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri riunito il 19 novembre 2010, sulla base delle norme che regolano la professione medica, ha adottato il provvedimento di sospensione dall’esercizio della professione dei medici sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, come da provvedimento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi del 15 novembre 2010”.

BRINDISI - “Il consiglio direttivo dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri riunito il 19 novembre 2010, sulla base delle norme che regolano la professione medica, ha adottato il provvedimento di sospensione dall’esercizio della professione dei medici sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari, come da provvedimento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi del 15 novembre 2010”.

Si conclude con il provvedimento adottato dall’Ordine dei medici presieduto da Emanuele Vinci, anche direttore sanitario della Asl Br/1, una giornata assai difficile per i sei professionisti finiti ai domiciliari lunedì scorso, Giuseppe Carella, 57 anni, radiologo, di Brindisi; Vito Capone, 56 anni, oculista, di Brindisi; Liliana Leone, 58 anni, odontoiatra, nata a Cagliari residente a Brindisi; Mario Poli, 52 anni, odontoiatra, di Brindisi, ma anche i due medici arrestati in flagranza di reato, Giovanni Ungaro, 58 anni, medico convenzionato, di Brindisi; Teodoro De Castro, 57 anni, dirigente medico dipendente, di Brindisi.

La decisione arriva pressoché in simultanea a una decisione gemella della Asl, che sempre nelle stesse ore ha disposto la sospensione dal servizio – giocoforza – ma anche la privazione delle retribuzioni, per tutti i 26 indagati finiti ai domiciliari con l’accusa di truffa. Epilogo durissimo, di una giornata iniziata con le conferme alle ipotesi accusatorie, rese in sede di interrogatorio di garanzia, da parte della seconda donna delle pulizie. “Sono una madre di famiglia, signor giudice non potevo dire di no, nelle condizioni in cui mi trovavo, a chi mi chiedeva il favore per andare a prendere il figlio da scuola, o cose del genere”, così ha parlato la seconda donna delle pulizie coinvolta nello scandalo assenteismo negli uffici di via Dalmazia a Brindisi.

Nel lungo interrogatorio di fronte al giudice per le indagini preliminari Eva Toscani, al quale hanno preso parte anche il procuratore capo Marco Di Napoli e il pm Adele Ferraro, la 57enne Concetta Convertino di Brindisi, dipendente della ditta potentina Logica Servizi Srl,  difesa dall’avvocato Giuseppe Guastella, ha avallato le dichiarazioni rese ventiquattro ore prima dalla collega Antonella Cavallo, 36 anni. Vero che lei si prestava al gioco sporco di marcare i cartellini per conto dei medici, degli infermieri, dei dipendenti amministrativi che glielo chiedevano. Vero che l’andazzo andava avanti da tempo. Vero anche che se si fossero rifiutate di timbrare, si sarebbero trovate di fronte a reclami appesi sulla porta del capo della ditta di pulizie, in cui si lamentavano del modo in cui le due donne facevano le pulizie.

“Non avevamo scelta – ha aggiunto la Convertino -, signor giudice, passavamo i badge di chi ce lo chiedeva”. Il copione della giornata, che chiude il giro di vite degli interrogatori di garanzia, replica in toto quello delle giornate precedenti: parlano in pochi, tacciono tutti gli altri. Tacciono i medici, nessuno escluso, compreso il 52enne Mario Poli, odontoiatra. Ma si trincerano nella “facoltà di non rispondere” anche le infermiere Patrizia Palma, 40 anni, di Brindisi e Luigina Stefani, 53 anni, di San Vito dei Normanni (avvocato Mauro Masiello), l’assistente amministrativo Antonio Pantaleo, 67 anni, di Brindisi (avvocato Paolo D’Amico). Risponde invece alle domande del gip il tecnico di radiologia Luigi Ruggiero, 66 anni, di Brindisi.L’uomo, difeso dall’avvocato Donato Musa, ha dichiarato di aver “fatto il favore” di timbrare il badge ai colleghi, ma solo per qualche istante, mentre erano al parcheggio o per assenze di pochissimi minuti. Idem per l’infermiera Maria Palazzo, 35 anni, di Brindisi, difesa dall’avvocato Gianvito Lillo.

L’azienda sanitaria, risoluta ad andare fino in fondo, prende intanto le distanze dagli assenteisti di professione, disponendo la sospensione obbligatoria dal servizio e privazione della retribuzione, per i ventisei indagati finiti ai domiciliari per effetto delle indagini dei Nas. Una ulteriore delibera firmata dal direttore generale Rodolfo Rollo che, a fronte del procedimento penale in corso, evidenzia l’opportunità “e necessità di dover seguire, in qualità di parte offesa ed in maniera convincente, le fasi di detto procedimento, non solo al fine di valutare la necessità e convenienza per una costituzione di parte civile nel procedimento penale, ma anche per acquisire, in attesa degli esiti di una indagine interna, ogni idonea notizia e documentazione, utile a sostenere le ragioni di questa Asl”, dando mandato al legale Rosario Almiento di seguire la vicenda in nome e per conto dell’azienda.

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