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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Carovigno

Assentesimo alla Asl di Carovigno: quasi tutti depositano permessi firmati dai dirigenti

CAROVIGNO - “Accuse del tutto infondate, signor giudice. Avevo il permesso del mio superiore, eccolo”, così hanno risposto al giudice per le indagini preliminari Eva Toscani molti fra i sei dipendenti dell’istituto psico-pedagogico Nicola Del Prete di Carovigno, indagati per assenteismo, ascolta questa mattina nella seconda tornata di interrogatori. Repliche che fanno il bis con la documentazione esibita dai primi nove dipendenti dello stesso istituto, ascoltati ieri mattina dallo stesso gip, finiti nel registro del vice procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi con la stessa ipotesi accusatoria. Quasi tutti hanno consegnato nelle mani del giudice per le indagini preliminari, autorizzazioni - certificate nero su bianco - ad assentarsi dalla struttura, qualcun altro ha balbettato giustificazioni meno probanti, ma anche oggi tutti indistintamente hanno risposto alle domande del gip, cui toccherà decidere da qui a breve se accogliere o meno la richiesta di misura cautelare interdittiva della sospensione dal lavoro, formulata al termine delle indagini della procura.

CAROVIGNO - “Accuse del tutto infondate, signor giudice. Avevo il permesso del mio superiore, eccolo”, così hanno risposto al giudice per le indagini preliminari Eva Toscani molti fra i sei dipendenti dell’istituto psico-pedagogico Nicola Del Prete di Carovigno, indagati per assenteismo, ascolta questa mattina nella seconda tornata di interrogatori. Repliche che fanno il bis con la documentazione esibita dai primi nove dipendenti dello stesso istituto, ascoltati ieri mattina dallo stesso gip, finiti nel registro del vice procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi con la stessa ipotesi accusatoria. Quasi tutti hanno consegnato nelle mani del giudice per le indagini preliminari, autorizzazioni - certificate nero su bianco - ad assentarsi dalla struttura, qualcun altro ha balbettato giustificazioni meno probanti, ma anche oggi tutti indistintamente hanno risposto alle domande del gip, cui toccherà decidere da qui a breve se accogliere o meno la richiesta di misura cautelare interdittiva della sospensione dal lavoro, formulata al termine delle indagini della procura.

Anche gli ultimi sei indagati dunque, al fianco dei rispettivi legali, hanno scelto la strada della collaborazione con la magistratura, unico percorso possibile per dimostrare l’estraneità alle accuse contestate, sulla scorta dei servizi di pedinamento e osservazione da parte degli agenti della guardia di finanza di Ostuni al comando del capitano Antonio Martina. E’quello che hanno fatto Angelo Locorotondo, 58 anni, di Carovigno, infermiere generico; Maria Giovanna Nacci, 61 anni, di San Vito Normanni, dirigente medico; Alberta Vanda Natola, 52 anni, di Carovigno, dirigente medico veterinario; Francesca Nobile, 49 anni, di Ostuni, ostetrica e assistente consultoriale; Anna Maria Termite, 55 anni, di San Vito dei Normanni, dirigente psicologa e Maria Antonia Zurlo, 55 anni, di Ostuni, terapista di riabilitazione.

Non ha nulla da temere chi, nel corso dell’interrogatorio, ha esibito e chiesto il deposito agli atti dei permessi richiesti e rilasciati regolarmente dai superiori, che li autorizzavano a lasciare l’istituto psico-pedagogico per lassi di tempo più o meno lunghi. Per ciascuna delle persone finite nel registro degli indagati infatti, gli agenti hanno appuntato orari d’uscita e d’entrata, annotando discrasie vere o presunte rispetto agli orari di servizio fissati nel piano dell’Azienda sanitaria. La storia pareva la stessa di quella già registrata negli uffici sanitari di via Dalmazia, ma il caso è un altro. La differenza sostanziale rispetto al caso brindisino, sta nel fatto che a Carovigno le assenze duravano al massimo per qualche ora e non per intere giornate come nel distretto sanitario del capoluogo, dove qualche medico arrivava a timbrare in entrata per poi abbandonare il posto di lavoro a oltranza, accogliendo regolarmente i pazienti nello studio privato.

Differenza di sostanza, da cui la differente misura richiesta dalla procura. Se nella prima retata anti-assenteismo, in ventisei finirono ai domiciliari, nel caso di specie il vice procuratore aggiunto chiede la sola sospensione dal servizio, per un periodo la cui durata sarà determinata dal giudice per le indagini preliminari Eva Toscani, a patto che la richiesta venga accolta. La decisione ultima del gip arriverà nei prossimi giorni, al termine delle verifiche intorno alla documentazione depositata. Sospesa alle decisioni della magistratura anche l’ulteriore decisione in merito della Azienda sanitaria, che ha avviato seduta stante una procedura disciplinare, i cui esiti saranno in qualche modo legati alle decisioni del gip.

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