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Astensione penalisti, ecco i motivi

BRINDISI - Si è tenuta ieri presso il Tribunale di Brindisi, nella sua sede istituzionale, l’assemblea della Camera Penale di Brindisi. Alla presenza del direttivo, rappresentato dal presidente Marcello Falcone, del componente nazionale di giunta, da Fabio Di Bello e dal componente dell’organismo di controllo, Vito Melpignano, si è discusso, tra gli altri temi, dell’astensione nazionale dalle udienze proclamata dalla Unione delle Camere Penali, tuttora in corso e che avrà termine il 21 settembre, illustrando a tutti gli iscritti i temi nodali dell’astensione e le battaglie dell’Unione "in difesa non già e non solo dell’avvocatura, ma del cittadino", dice un comunicato diramato dalla Camera penale di Brindisi.

BRINDISI - Si è tenuta ieri presso il Tribunale di Brindisi, nella sua sede istituzionale, l’assemblea della Camera Penale di Brindisi. Alla presenza del direttivo, rappresentato dal presidente  Marcello Falcone, del componente nazionale di giunta, da Fabio Di Bello e dal componente dell’organismo di controllo, Vito Melpignano, si è discusso, tra gli altri temi, dell’astensione nazionale dalle udienze proclamata dalla Unione delle Camere Penali, tuttora in corso e che avrà termine il 21 settembre, illustrando a tutti gli iscritti i temi nodali dell’astensione e le battaglie dell’Unione "in difesa non già e non solo dell’avvocatura, ma del cittadino", dice un comunicato diramato dalla Camera penale di Brindisi.

"In particolare i temi sui quali i penalisti si battono con forza sono relativi alla riforma della professione forense ed alla introduzione delle specializzazioni, onde avere un avvocato forte in difesa dei diritti dei cittadini, combattendo la tuttologia che infesta le aule penali ed indebolisce la tutela degli assistiti; altra battaglia è quella relativa all’abuso dello strumento delle intercettazioni telefoniche che non solo da mezzo eccezionale di indagine, perché incide sulla libertà e riservatezza delle comunicazioni tutelate dalla costituzione, è divenuto strumento ordinario, e contro la pubblicazione fuori controllo, sistematica e ripetuta delle conversazioni –riservate- sui giornali".

Infine, conclude il comunicato dell'associazione dei penalisti brindisini, "le grandi battaglie portate avanti da sempre dall’Unione Camere Penali, ovvero la separazione delle carriere e la relativa terzietà del giudice e le condizioni in cui i quasi settantamila detenuti italiani scontano le pene che sono, secondo le istituzioni europee, contrarie alle convenzioni internazionali".

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