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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Attentato "Morvillo", censura a Sallusti

BRINDISI - Una foto “indegna” che ritraeva il corpo di una delle studentesse ferite davanti alla scuola “Morvillo” pochi istanti dopo l’attentato che Brindisi non dimenticherà mai: per averla pubblicata sul “Giornale”, il direttore, Alessandro Sallusti, è stato punito dall’ordine dei giornalisti della Lombardia con la “censura”, secondo livello di sanzione disciplinare prevista dalle norme sulla professione. La “censura” viene applicata a chi si ritiene abbia compromesso con la propria condotta la dignità della categoria.

BRINDISI - Una foto “indegna” che ritraeva il corpo di una delle studentesse ferite davanti alla scuola “Morvillo” pochi istanti dopo l’attentato che Brindisi non dimenticherà mai: per averla pubblicata sul “Giornale”, il direttore, Alessandro Sallusti, è stato punito dall’ordine dei giornalisti della Lombardia con la “censura”, secondo livello di sanzione disciplinare prevista dalle norme sulla professione. La “censura” viene applicata a chi si ritiene abbia compromesso con la propria condotta la dignità della categoria.

Non vi sono conseguenze di tipo pratico: nonostante la censura, più grave dell’ammonimento e meno della sospensione e della radiazione, Sallusti potrà continuare a rivestire l’incarico di direttore responsabile del quotidiano in questione che, come tutte le altre testate nazionali, uscì in edicola, il 20 maggio scorso, con il titolo principale dedicato all’orrore di Brindisi.

Alle 7.42 del giorno precedente una bomba era stata fatta esplodere davanti ai cancelli della scuola Morvillo Falcone. Una sedicenne, Melissa Bassi, aveva perso la vita. Nove altre persone riportarono ferite più o meno gravi. Non si sapeva ancora, però, cosa fosse accaduto realmente, l’imprenditore di Copertino, Giovanni Vantaggiato, confesserà tutto alcuni giorni dopo, nella notte tra il 6 e il 7 giugno.

All’indomani della tragedia fu l’associazione di giornaliste “Giulia” a presentare un esposto all’ordine dei giornalisti della Lombardia per la pubblicazione, in prima pagina e con enorme evidenza, della foto di una delle ragazze a terra, ferita, con i vestiti bruciati e parte del corpo denudata.

Come si legge nella notifica arrivata a Giulia: "Il Consiglio ha ritenuto che la pubblicazione della fotografia de qua sulla prima pagina de Il Giornale abbia trasceso il diritto-dovere di informare il pubblico e abbia leso la dignità della persona ritratta. Nello stesso tempo è stata proposta al pubblico una immagine impressionante. La pubblicazione dell'immagine ha amplificato le conseguenze dell'attentato a danno della ragazza ritratta”.

“A tutti, infatti, è stato dato modo di coglierla in un momento di estrema vulnerabilità, mentre la sua condizione avrebbe richiesto maggiore riguardo e pudore. L'umiliazione che la ragazza ha subito nel rimanere a terra, inerte, con il corpo parzialmente scoperto è stata enormemente accresciuta dalla pubblicazione dell'immagine sulla prima pagina di un quotidiano".

Le motivazioni in diritto proseguono e citano l'articolo 15 della legge sulla stampa, l'articolo 21 della Costituzione, le sentenze della Corte Costituzionale 17 luglio 2000, 293, della Cassazione penSez III, 27 aprile 2001, del Tribunale di Roma, 3 febbraio 1995, della cassazione 9 giugno 1982, 637, del Tribunale di Monza 27 febbraio 2002. E concludono: "Il Consiglio, ravvisando la responsabilità del collega Alessandro Sallusti per i fatti a lui contestati, ritiene sanzione adeguata la censura".

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