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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Discarica di Autigno, sette avvisi di conclusione indagine per l'inquinamento

Indagine chiusa sulle presunte violazioni ambientali verificatesi nella discarica di Autigno, di proprietà del Comune e affidata in gestione alla società Nubile Srl: sette gli avvisi di conclusione sono stati notificati nella serata di oggi (22 settembre) dai carabinieri del Noe

BRINDISI – Indagine chiusa sulle presunte violazioni ambientali verificatesi nella discarica di Autigno, di proprietà del Comune e affidata in gestione alla società Nubile Srl: sette gli avvisi di conclusione sono stati notificati nella serata di oggi (22 settembre) dai carabinieri del Noe all’amministratore unico della ditta, Luca Screti, al direttore Giuseppe Masillo, ai dirigenti protempore dell’amministrazione cittadina Fabio Lacinio, Pietro Cafaro e Francesco Dileverano, i quali a cavallo tra il 2011 e il 2012 hanno retto il settore Ecologia, nonché al responsabile dell’ufficio Ambiente della Provincia, Pasquale Epifani e al funzionario dell’Arpa Anna Maria D’Agnano.

Gli avvisi portano la firma del sostituto procuratore Valeria Farina Valaori, lo stesso che ha chiesto e ottenuto il sequestro del sito lo scorso 5 maggio contestando l’inquinamento della falda al solo Screti: gli accertamenti delegati ai carabinieri del Noe, evidentemente, hanno svelato altre fattispecie penalmente rilevanti rendendo necessaria la comunicazione ad altre sei persone, finite sotto inchiesta per ipotesi legate oltre che a reati ambientali, a condotte di tipo omissivo.

Come nel caso dei dirigenti del Comune di Brindisi, ai quali è stato contestato l’articolo 328 del Codice penale, vale a dire l’omissione di atti d’ufficio perché, nell’impostazione formulata dal pubblico ministero, non avrebbero posto in essere quanto di loro competenza per evitare la contaminazione della falda acquifera, aspetto sul quale lo stesso pm lo scorso 11 settembre è intervenuto con un atto di diffida nei confronti del sindaco di Brindisi, Mimmo Consales. Non è chiaro quale ruolo siano stati attribuiti ai dirigenti di Provincia ed Arpa (è stata l’Arpa a fare scoppiare il caso delle infiltrazioni di percolato nella falda)

Il pm Valeria Farina ValaoriCon il provvedimento, notificato al pari degli avvisi di conclusione dai carabinieri del Noe, al primo cittadino in qualità di legale rappresentante pro tempore dell’amministrazione, sono stati riconosciuti dieci giorni di tempo  per l’adozione di “tutte le azioni e gli accorgimenti” necessari a superare la situazione di pericolo o quanto meno di rischio che la causa di inquinamento della discarica di Autigno si prolunghi nel tempo. Già nel decreto di sequestro si ipotizzava non solo la reiterazione del reato, ma addirittura altro come il superamento delle soglie di rischio.

Il gip Paola Liaci  contestava otto violazioni: “l’assenza di idonea copertura giornaliera dei rifiuti, l’inadeguatezza dello stoccaggio e dell’abbancamento, la presenza di percolato su lotti in esercizio e su quelli non operativi, inadeguatezza delle protezioni dei rifiuti, presenza di rifiuti non omogenei, inadeguatezza del sistema di canalizzazione e raccolta delle acque meteoriche e ancora assenza delle previste garanzie finanziarie e realizzazione di nuove opere in assenza della preventiva autorizzazione”.

L’attività della discarica, in gestione all’impresa Nubile, era stata già sospesa dalla Regione Puglia per 30 giorni, dopo una relazione dell’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione del’ambiente, in cui si evidenziava una serie di difformità rispetto all’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata a suo tempo. L’Arpa ha svolto analisi su “campioni prelevati dai pozzi spia di monitoraggio relativi agli anni 2010-2014, dalle quali emergono superamenti di alcuni valori rispetto ai limiti tabellari relativi alle acque sotterranee” che sono state acquisite dalla polizia giudiziaria”.

Il 16 aprile scorso il Noe di Lecce ha trasmesso in Procura una relazione con i risultati finali dei “rapporti di prova relativi ai controlli effettuati sulle acque di falda prelevate dai pozzi spia nel periodo dal 16 al 19 marzo, dalla cui lettura si evidenza il superamento e quindi la difformità dei parametri di ferro, manganese e nichel, su quasi tutti i pozzi. Circostanza, questa, che conferma l’inquinamento della falda in atto”. Da qui la necessità del sequestro, essendo “quanto mai evidente la sussistenza del pericolo che la libera disponibilità della discarica in questione, da considerarsi corpo del reato contestato, possa aggravare e protrarre le conseguenze dello stesso reato”. 

L’amministratore unico della società Nubile, Luca Screti, risultava già indagato nel filone d’indagine su Autigno perché “non osservava le prescrizioni contenute e richiamate nell’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale). La risposta sarebbe da cercare e trovare nel fatto che Nubile non avrebbe operato in tal senso, se è vero che per il pubblico ministero ci sono gli estremi per parlare di inerzia. Del resto, se così non fosse, il magistrato inquirente non si sarebbe rivolto con diffida al primo cittadino, ma appunto al titolare del contratto di gestione.

Sul fronte dei rifiuti esiste anche un altro filone legato all’impianto di Cdr in via per Pandi, sempre di proprietà del Comune di Brindisi e gestito da Nubile: le indagini sono state delegate agli agenti della Digos, i quali si sono concentrati sui lavori posti in essere all’impianto, su cui – come è noto – ci sono polemiche per il mancato raggiungimento delle quantità di combustibile da rifiuto indicate nel contratto ed è in atto un braccio di ferro tra i Comuni dell’Aro Brindisi 1, presieduto da Salvatore Ripa, sindaco di San Pancrazio, e l’Oga. Tanto è vero che per tre volte di fila l’assemblea che avrebbe dovuto pronunciarsi sulla transazione con Nubile è andata deserta per mancanza del numero legale.

La coincidenza ha voluto che gli avvisi siano stati consegnati ai destinatari alla scadenza del decimo giorno dalla notifica, a voler conteggiare anche la domenica. Di certo, al momento, c’è che gli indagati potranno nominare un legale di fiducia e nell’arco dei prossimi venti giorni presentare memorie difensive oppure chiedere di essere ascoltati. Spetterà poi al pm decidere se procedere ancora, formulando i capi di imputazione con la richiesta di processo al giudice per l’udienza preliminare, contestando reati ambientali, dall’inquinamento della falda alla mancata realizzazione di opere per la messa in sicurezza del sito, sotto sequestro dallo scorso 5 maggio, e omissione di atti d’ufficio

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