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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Banche sorde, associazioni impotenti: "E allora facciamoci il nostro fondo di garanzia"

MESAGNE - “Invito ai commercianti della provincia di Brindisi a unirsi per far sì che i nostri diritti e bisogni non siano più calpestati dalla politica del non fare”. Angelo Pignatelli, 46 anni, gelatiere di professione in cerca di finanziamenti per riaprire una nuova attività, sposta il tiro. Dopo aver bussato alle porte delle istituzioni di ogni ordine e grado, dal Comune di Mesagne fino alla presidenza della Repubblica, passando per la Regione e le associazioni antiracket, che gli hanno risposto di poter intervenire solo a favore degli imprenditori già vittime di usura (sic), è ai colleghi commercianti che si rivolge, chiedendo loro di unire le forze per una battaglia in nome dell’accesso al credito.

MESAGNE - “Invito ai  commercianti  della provincia di Brindisi a unirsi per far sì che i nostri diritti e bisogni non siano più calpestati dalla politica del non fare”. Angelo Pignatelli, 46 anni, gelatiere di professione in cerca di finanziamenti per riaprire una nuova attività, sposta il tiro. Dopo aver bussato alle porte delle istituzioni di ogni ordine e grado, dal Comune di Mesagne fino alla presidenza della Repubblica, passando per la Regione e le associazioni antiracket, che gli hanno risposto di poter intervenire solo a favore degli imprenditori già vittime di usura (sic), è ai colleghi commercianti che si rivolge, chiedendo loro di unire le forze per una battaglia in nome dell’accesso al credito.

“E’ da tre anni che mi sento rispondere dalle banche che non possono concedermi credito perché non ho uno stipendio da offrire in garanzia, che ipotecare la casa non basta e che la mia limpida carriera di artigiano non fa la differenza. Ed è da mesi che pago l’affitto di un locale che non posso attrezzare perché mi mancano le risorse. E’ per questo che ho deciso di rivolgermi ai miei colleghi”, sono queste le premesse dell’appello del gelatiere mesagnese che prosegue affondando il colpo: “Ho atteso invano che qualcuno tra Confcommercio provinciale o comunale, associazione alla quale per circa 20 anni ho versato la quota associativa annuale, banche e istituzioni si facessero avanti per risolvere una volta per tutte il problema, ma niente di tutto questo è avvenuto. Chi mi ha confortato ed invitato a continuare la battaglia che è anche la loro, sono stati tanti altri piccoli artigiani e commercianti come me che incontrandomi per strada mi fermavano e mi incoraggiavano”.

Le uniche risposte, come conferma Pignatelli, sono arrivate dai presidenti delle associazioni antiracket e antiusura, associazioni costrette a combattere contro il paradosso di poter attingere ai fondi antiusura a favore dei commercianti, solo nel caso che sia già caduti nella trappola del pizzo. “Nemmeno gli accordi-quadro per agevolare l’accesso al credito in funzione anti-usura, sono sufficienti, dato che il prefetto può intervenire facendo pressing sugli istituti bancari, ma solo entro certe soglie di finanziamenti”, conferma Fabio Marini, presidente dell’associazione mesagnese. “Stiamo cercando di fare di più e abbiamo già incassato il pieno appoggio del Comune, attraverso l’assessore ai percorsi della Legalità, Cosimo Faggiano. L’idea è quella di istituire un particolare fondo di garanzia proprio qui, a Mesagne, fintanto che le leggi non verranno modificate in direzione delle reali esigenze degli imprenditori”.

Il percorso avviato potrebbe essere la chiave di volta, fintanto che il progetto non diventerà realtà, Pignatelli fa appello ai colleghi: “A fine novembre mi sono trovato insieme a tanti altri commercianti nell’aula consiliare del comune di Mesagne che con un semplice passa parola sono accorsi numerosi a discutere dei tanti problemi del commercio, ed in particolare  delle aperture indiscriminate della domenica dei centri commerciali che si trovano tra Mesagne e Brindisi. Visto i pressanti inviti ricevuti anche in questa riunione e il fatto che le associazioni di categoria sono assenti e si ricordano di noi solo all’atto della riscossione della quota annuale metto a disposizione il mio numero di telefono  3920403794 per  organizzarci  e  cercare di affrontare tutti i problemi che il commercio sta vivendo in questa delicata fase economica del nostro paese, ed eventualmente creare dei comitati di base”.

Val la pena di specificare, per chi avesse qualche dubbio che la politica dei partiti, con quest’appello, non c’entra.

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