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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Banda dei bancomat, ecco chi sono

MONTEIASI – Nella notte “nera” della banda del bancomat, l’organizzazione criminosa ha perso cinque elementi rimasti nelle mani dei carabinieri di Taranto e Brindisi nel corso di una movimentata operazione di servizio a Monteiasi. Ecco i nomi delle persone catturate dai militari dell'Arma.

MONTEIASI – Nella notte “nera” della banda del bancomat, l’organizzazione criminosa ha perso cinque elementi rimasti nelle mani dei carabinieri di Taranto e Brindisi nel corso di una movimentata operazione di servizio a Monteiasi. Le persone catturate sono Gianluca Giosa, l’unico brindisino del gruppo catturato nella cittadina ionica, difeso da Luca Leoci; Francesco Barnaba, Lorenzo D’Urso, entrambi di Ceglie Messapica, e Pietro Leone di Villa Castelli, difesi da Aldo Gianfreda; Cosimo De Rinaldis di Ceglie Messapica, difeso dall’avvocato Danilo Cito.

I dettagli dell’intervento dei militari dell’Arma, da tempo sulle tracce degli autori degli assalti ai bancomat e Postamat della zona, saranno resi noti nelle prossime ore. Si sa che i carabinieri probabilmente attendevano al varco la banda, e che l’intervento è avvenuto mentre i ladri stavano saturando di gas l’ennesimo sportello bancomat da fare saltare, secondo le procedure adottate negli ultimi mesi, che consentono di scardinare rapidamente il contenitore blindato delle macchine che distribuiscono il denaro.

Non è affatto escluso che i cinque arrestati siano solo un nucleo di un gruppo più numeroso, che si avvale anche di basisti. Va sottolineato che quello della notte scorsa a Monteiasi è stato il secondo incidente di percorso della banda. Infatti nella notte tra il 15 ed il 16 giugno a Casalini un nucleo di svaligiatori di sportelli elettronici, mentre puntava il Postamat collocato nella frazione di Cisternino, fu circondato dai carabinieri e per aprirsi la fuga non esitò a lanciarsi con l’auto, un’Audi 6, contro una pattuglia della compagnia di Fasano, incassando però vari colpi esplosi dai militari.

Due giorni dopo il centralino della questura ricevette una telefonata anonima con annunci di attentati a caserme dei carabinieri. “Mi avete ucciso un fratello”, disse l’anonimo autore del messaggio. Dopo l’episodio di Casalini, i carabinieri avevano trovato in effetti tracce copiose di sangue su uno dei sedili dell’Audi abbandonata dai ladri dopo lo scontro con il Nucleo radiomobile di Fasano.

 

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