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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Torchiarolo

Benzopirene e polveri sottili: ritardi nell’emergenza, pur di colpire Enel 

La questione-Torchiarolo, che coinvolge in primo luogo la salute dei cittadini di quel comune, cosa ben più importante del valore delle posizioni e delle reputazioni dei soggetti in campo, è attualmente  ingessata da un contenzioso amministrativo che impedisce una rapida conferma delle contromisure individuate da Arpa Puglia e dalla Regione

TORCHIAROLO - La questione-Torchiarolo, che coinvolge in primo luogo la salute dei cittadini di quel comune, cosa ben più importante del valore delle posizioni e delle reputazioni dei soggetti in campo, è attualmente  ingessata da un contenzioso amministrativo che impedisce una rapida conferma delle contromisure individuate da Arpa Puglia e dalla Regione, che sono per legge deputate a condurre indagini, validarne gli esiti e disporre gli interventi. Si stanno sprecando mesi, ha ragione il direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, solo – diciamocelo chiaramente - per spostare l’ago della bussole dei sospetti verso la centrale Enel di Cerano. 

C’era una maniera molto più semplice e rapida di una Valutazione ambientale strategica (Vas) per  verificare se ci sia una fonte molto più importante ed influente sui valori di polveri sottili PM10 e di benzo(a)pirene della combustione di legna nei caminetti di Torchiarolo: applicare per un anno, o forse solo per un solo inverno, il piano della Regione Puglia. Avremmo saputo se escludendo i camini (applicando i filtri o tenendoli spenti), i valori di polveri sottili e del più cancerogeno degli idrocarburi policiclici aromatici sarebbero calati o meno, convincendoci delle ragioni dell’agenzia regionale proposta alla tutela ambientale, o al contrario delle ragioni degli ambientalisti e di qualche amministratore locale.

Del resto, se ci sono regioni del Nord Italia dove operano normative rigorose sull’utilizzo dei camini domestici, indicando persino la qualità della legna da ardere ed imponendo i filtri, sostenendo tali campagne anche con finanziamenti pubblici, persino il più sprovveduto dei cittadini può comprendere che le emissioni dei camini domestici non sono salutari, ed in territori o centri abitati dove il ricorso a questo tipo di riscaldamento è massiccio, esiste un problema sanitario. Chi soffre di asma o allergie o di broncopatie ostruttive (come molti nostri anziani che davanti ai caminetti ci hanno passato una vita) sa che una delle prescrizioni dello pneumologo è quello di evitare in casa caminetti e stufe a legna. E’ vero o no?

Chi scrive può tranquillamente affermare di essere stato il primo tra i giornalisti ad occuparsi (inizialmente per il Corriere del Mezzogiorno) dei livelli anomali di PM10 a Torchiarolo, e poi di tutte le campagne condotte dall’Arpa Puglia – le relazioni sono scaricabili dal sito dell’agenzia – e anche della prima condotta da Enel, ovviamente con consulenti di parte. Arpa ha installato anche due centraline aggiuntive a Torchiarolo e sulla costa a Lendinuso, per evitare che quella storica di via Don Minzoni, collocata in posizione non particolarmente felice, influenzasse le rilevazioni complessive. Quindi anche ricerche con mezzi mobili, e lo stesso dicasi per il benzo(a)pirene, cancerogeno di classe 1.

Il benzo(a)pirene è legato moltissimo alle emissioni industriali e al traffico. Le emissioni da combustione di biomasse è solo una delle fonti. Ma le misurazioni condotte dall’Arpa Puglia nel corso del 2014 dimostrano che da aprile ad ottobre le concentrazioni di benzo(a)pirene a Torchiarolo sono nella media degli altri centri pugliesi, mentre da novembre a marzo sono nettamente superiori al limite di legge, superando di tre volte, e avvicinandosi alle 4 volte la soglia di 1 nanogrammo per metro cubo di aria a gennaio e dicembre. In inverno i camini sono accesi, in primavera e in estate no. Se, come dicono l’ex sindaco di Torchiarolo e il consulente ambientale Francesco Magno le alte concentrazioni dipendessero dal traffico della superstrada 613, sarebbero sostanzialmente allo stesso livello per tutti i mesi dell’anno, magari con lievi incrementi in agosto e luglio. Ma ciò non è.
Era dunque necessario provare ad escludere le emissioni da combustione di biomasse per individuare il colpevole. Invece siamo ancora qui invischiati nella solita contesa su Enel, come se fosse a priori responsabile di tutto. E questo conduce ad errori e ad effetti controproducenti, ma anche a paradossi. Come mai si combatte contro gli abbattimenti degli ulivi affetti da Xylella e non si combatte contro l’esagerato impiego di diserbanti negli uliveti che hanno distrutto gli antagonisti naturali del batterio, oltre che inquinare le olive cadute nelle piazzole realizzate chimicamente? Quella sarebbe tutta salute? Cosa c’entra? C’entra: che a sud di Brindisi ci sia la centrale a carbone più grande d’Italia non vuol dire che tutti i problemi abbiano quell’origine. 

Bisogna ragionare sui dati, anche in contradditorio, e non difendere a tutti i costi posizioni che non dispongono di evidenze legate a ricerche, campagne di rilevamento, da contrapporre a quelle dell’Arpa. Contro un cancerogeno come il benzo(a)pirene non si può stare da una parte o dall’altra per fede. Ci vuole la scienza, ci vogliono le verifiche. Una, quella sui caminetti, è stata per ora bloccata? E non è stata certo una vittoria. Dimenticavo: chi non sta assieme al fronte anti-Enel è automaticamente un amico dell’Enel. Quindi mi preparo anche a questo. 

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