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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Bimbo morì in ospedale: assolti medici e infermiere dall'accusa di omicidio

Per anni hanno portato sulle spalle il peso della 'negligenza' e della 'imperizia' che erano state loro attribuite nel curare un bimbo affetto da una grave bronchite e poi morto in ospedale.

FRANCAVILLA FONTANA - Per anni hanno portato sulle spalle il peso della ‘negligenza’ e ‘imperizia’ che erano state loro attribuite nel curare un bimbo affetto da una grave bronchite e poi morto in ospedale. Sono due medici e due infermiere dell’ospedale di Francavilla Fontana che sono stati assolti dall’accusa di omicidio colposo in relazione a una tragedia che risale al 2007.

Si tratta di Gianfranco Fusilli, di Putignano, 39 anni, Maria Baccaro, di Ostuni, di 62 anni; Vita Gallone, di Francavilla Fontana, 48 anni e Biagio Di Mitri, 57 anni, di San Pancrazio Salentino. Erano difesi di fiducia dagli avvocati Massimo Manfreda e Giovanni Moramarco.

Secondo l’accusa in concorso tra loro e nelle rispettive qualità di primario di reparto di Pediatria dell’ospedale di Francavilla Fontana (De Mitri), di medico aiuto addetto al reparto (Fusilli), di infermiere (Baccaro e Gallone) avevano ‘determinato la morte del loro piccolo paziente, per grave insufficienza respiratoria conseguente a bronchite, bronchiolite, stenosante e polmonite interstiziale”.

Lungo è stato il dibattimento nel corso del quale i legali hanno dimostrato l’estraneità alle accuse degli assistiti.

Articolate anche le indagini avviate nel 2007 su querela dei famigliari e condotte dal pm Antonio Negro che aveva inizialmente chiesto l’archiviazione del procedimento per tutti gli indagati. Dopo l’opposizione all’archiviazione dell’avvocato della parte offesa, il giudice aveva disposto l’imputazione coatta. Tutti dinanzi al giudice monocratico a partire dal 2010 con la determinazione di poter dimostrare di non aver affatto sottovalutato o male interpretato i sintomi che il bimbo presentava, ma invece di aver fatto tutto il possibile, nonostante la gravità delle condizioni, per strapparlo alla morte.

Il quadro clinico del piccolo paziente si era aggravato in tre giorni, all’inizio di febbraio 2007. Secondo l’accusa nel passaggio di consegne fra sanitari, tra un turno e un altro, la diagnosi non era stata bene effettuata e quindi “il bambino non era stato opportunamente monitorizzato”. Sentiti i consulenti, i testi citati dall’accusa e dagli avvocati Manfreda e Moramarco, si è giunti a un epilogo di segno opposto rispetto alle prime ricostruzioni. Nessuna colpa medica, solo una disgrazia: assolti medici e infermiere. Le motivazioni della sentenza, emessa dal giudice Genantonio Chiarelli, saranno note tra qualche settimana. 

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