rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Bionde cinesi, uva greca, erba albanese

BRINDISI – Un altro Tir della mafia balcanica che controlla il traffico internazionale di sigarette si è immolato sotto i giganteschi scanner del varco doganale marittimo di Brindisi, dove il personale dello Svad Dogane e della Guardia di Finanza ha ormai una laurea ad honorem in radiologia. Il nuovo sequestro è avvenuto nella mattinata del 21 settembre, 48 ore dopo quello di un Tir bulgaro. Pressoché identico il quantitativo di “bionde” a bordo, sette tonnellate per un valore sul mercato nero di almeno un milione di euro, identico il carico di copertura di uva da tavola made in Hellas: nera quella del 19 settembre, bianca quella del 21: 932 cassette per circa 42 quintali, distribuite a sei istituti religiosi di assistenza.

BRINDISI – Un altro Tir della mafia balcanica che controlla il traffico internazionale di sigarette si è immolato sotto i giganteschi scanner del varco doganale marittimo di Brindisi, dove il personale dello Svad Dogane e della Guardia di Finanza ha ormai una laurea ad honorem in radiologia. Il nuovo sequestro è avvenuto nella mattinata del 21 settembre, 48 ore dopo quello di un Tir bulgaro. Pressoché identico il quantitativo di “bionde” a bordo, sette tonnellate per un valore sul mercato nero di almeno un milione di euro, identico il carico di copertura di uva da tavola made in Hellas: nera quella del 19 settembre, bianca quella del 21: 932 cassette per circa 42 quintali, distribuite a sei istituti religiosi di assistenza.

Questa volta l’autoarticolato era greco, e greco era l’autista 30enne arrestato su disposizione della procura di Brindisi. Neanche questa volta gli investigatori hanno rivelato particolari sulla società proprietaria del Tir, che sarà abbandonato al proprio destino come quelli precedenti, malgrado l’alto costo: sono perdite calcolate dall’organizzazione, che non ne chiederà il dissequestro attraverso qualche avvocato e per mezzo di qualche cavillo legale. Ma perché questi tentativi di infiltrazione attraverso il porto di Brindisi, noto per le fitte maglie del sistema di controllo? Sorge il sospetto che possa trattarsi di carichi sacrificali per distogliere l’attenzione del personale di vigilanza da altri veicoli.

“Ma noi controlliamo tutto ugualmente – dice il colonnello Vincenzo Mangia – comandante provinciale della Guardia di Finanza, che con il direttore dell’Ufficio delle Dogane, Pasquale Coletta, ha illustrato l’operazione- . E’ probabile che contemporaneamente l’organizzazione prema su vari porti per fare passare almeno un paio di Tir, sbarcandoli anche a Bari, Ancona, Venezia. Per questo noi non abbassiamo mai la guardia, notti e giorni festivi inclusi”. In realtà gli investigatori non possono approfondire la descrizione delle strategie utilizzate dalle mafie balcaniche per ragione di tutela delle indagini.

Secondo quanto emerso dai lavori della prima Conferenza internazionale per la cooperazione e la sicurezza nell'area adriatica, tenutasi a gennaio a Campobasso, in realtà il pericolo è grosso. Si ritiene che siano ormai le organizzazioni criminali cinesi ad aver messo le mani su una grossa fetta del contrabbando di sigarette e di eroina in Europa, facendo sponda in Romania attraverso accordi con la malavita locale. Ma i cinesi spediscono verso i Paesi dell’Europa Settentrionale carichi di tabacchi lavorati esteri dai marchi falsificati, come ha indirettamente spiegato lo stesso colonnello Mangia pochi giorni addietro, quando ha parlato di analisi sulle sigarette sequestrate il 19, per capire se la loro provenienza fossero fabbriche autorizzate dai rispettivi brand, oppure se fossero imitazioni di bassa qualità.

Nell’affare lavora anche la mafia greco-russa e probabilmente anche quella serba. Si ha notizia di depositi di sigarette sul confine greco-macedone e greco bulgaro. La potenza finanziaria, organizzativa e logistica di queste società criminali, che hanno un altrettanto potente secondo livello finanziario e affaristico, può essere contrastata solo attraverso la cooperazione internazionale tra forze di polizia e magistrature. E’ l’appello lanciato a gennaio a Campobasso, dove il focus riguardava anche il traffico di droga, che utilizza come fulcro il porto di Bar in Montenegro e organizzazioni serbe per il trasporto chiavi in mano, copertura del rischio-sequestro incluso.

Il senso della situazione lo offre un secondo episodio avvenuto nel porto di Brindisi sempre il 21 settembre, ma a sera. Il cane antidroga della Finanza in servizio, ripassando a fiuto un pullman della Hermes Lines che collega Valona a Milano passando per varie altre città italiane, ha trovato uno zaino con cinque chili di marijuana, di cui si è accollato il possesso un giovane albanese di 18 anni diretto, a suo dire, al Nord presso un parente. Niente in confronto ai quintali sbarcati con cadenza inesorabile dai gommoni degli scafisti di Valona e dintorni, tornati da tempo al lavoro. Ma il pressing c’è, e non lascia respiro.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Bionde cinesi, uva greca, erba albanese

BrindisiReport è in caricamento