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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Bomba Morvillo, maxiperizia pronta

BRINDISI - La bomba che uccise Melissa era composta di nitrato di ammonio. Lo confermano le perizie dei Ris e della Polizia scientifica che si sono concluse nei giorni scorsi e sono state inviate a Lecce. Ai magistrati della Dda di Lecce che indagano sulla strage con finalità terroristica che - secondo loro - fu l’attentato di Brindisi, sono state consegnate le relazioni conclusive.

BRINDISI - La bomba che uccise Melissa era composta di nitrato di ammonio. Lo confermano le perizie dei Ris e della Polizia scientifica che si sono concluse nei giorni scorsi e sono state inviate a Lecce. Ai magistrati della Dda di Lecce che indagano sulla strage con finalità terroristica che - secondo loro - fu l’attentato di Brindisi, sono state consegnate le relazioni conclusive.

Sono 4.800 pagine in cui c’è scritto che la miscela esplodente di cui furono riempite le bombole era formata da sostanze quali l’ammoniaca, lo zolfo e la polvere di carbone, le stesse che furono elencate da Giovanni Vantaggiato il 9 giugno scorso, quando dinanzi al gip Ines Casciaro e ai due pm inquirenti, Milto De Nozza e Guglielmo Cataldi, spiegò nel dettaglio tutti i suoi perché e per come.

Incluse le modalità di fabbricazione dell’ordigno artigianale, fatto dunque, come disse lui (e subito dopo riportò anche Brindisireport.it), di nitrato di ammonio. Raccontò Vantaggiato di aver appreso sfogliando un’enciclopedia come realizzare il composto chimico. Nelle perizie ci sono inoltre dei dettagli importanti riguardo a quanto è stato rinvenuto nell’abitazione: gli abiti che il killer di Melissa indossava quel giorno, gli occhiali da sole e roba del genere.

Le indagini tecniche sono state compiute non solo sui resti dell’ordigno esploso alle 7.42 del 19 maggio, davanti alla scuola Morvillo Falcone, ma anche sull’esplosivo rinvenuto il 15 giugno successivo, dopo il “sequel” della confessione resa prima nella notte del fermo, tra il 6 e il 7 giugno e poi ribadita e arricchita di particolari nel corso dell’interrogatorio di convalida. Tre bombole di gas riempite di polvere esplodente, proprio nitrato di ammonio (miscela micidiale) con un innesco e un telecomando per cancelli.

Stando alle indicazioni “ufficiali”, si trattava di un congegno realizzato prima dell’attentato come “tester”. In realtà non c’è nulla che consenta di escludere che Vantaggiato, il quale è rimasto a piede libero per diversi giorni dopo l’attentato, stesse preparando un altro attentato e che non abbia avuto il tempo di portarlo a compimento soltanto perché gli agenti della Mobile e della Digos riuscirono a chiudere il cerchio in anticipo sulla sua tabella di marcia.

Le due inchieste sono giunte a una fase conclusiva. I pm della Dda attendevano solo il deposito delle perizie che sono state inserite nel fascicolo. L’avvocato Franco Orlando ha potuto farne copia, le ha consegnate al consulente di parte della difesa che è in procinto di concludere il proprio lavoro tanto in materia balistica, quanto in ambito “comportamentale”.

Sul fronte Torre Santa Susanna, dove Vantaggiato (reo confesso anche in questo caso) mise a segno un tentativo di omicidio, sempre di genere dinamitardo, per eliminare il suo nemico giurato, l’ex socio in affari Cosimo Parato, pure il lavoro degli inquirenti è a buon punto. Resta qualche punto oscuro, riguardo quel che fin dall’inizio è apparso evidente.

Le dichiarazioni di Vantaggiato dinanzi ai magistrati, risultano ancora più credibili se raffrontate alle valutazioni di Ris e Scientifica che sono il frutto di analisi tecniche. Ma restano i dubbi di sempre: davvero, ha fatto tutto da solo? E perché proprio la Morvillo?

Il pm che indaga anche sui fatti di Torre, Milto De Nozza, applicato all’Antimafia per l’altro filone, quello che invece concerne soltanto la terribile vicenda della Morvillo Falcone, sta andando avanti con gli accertamenti e ha ascoltato nei giorni scorsi anche Veronica Capodieci, una delle ragazze ferite. Saranno ascoltate probabilmente anche tutte le altre studentesse rimaste coinvolte nell’attentato.

E’ stato nuovamente sentito anche Vantaggiato, giorni fa, e ha ammesso di aver fatto qualche truffa nel settore dei carburanti insieme a Parato, pur non modificando versione sul movente, la truffa subita dall’ex compagno di merende, la cui solidità, a questo punto vacilla un po’. Se c’è dell’altro, emergerà a stretto giro. Già a novembre, infatti, dicono i bene informati, le due inchieste saranno concluse e i relativi avvisi saranno notificati all’unico indagato.

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