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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Bombe in magazzino: condannati i Rochira

FRANCAVILLA FONTANA - Tritolo, mescolato a nitrato di ammonio e trucioli in legno, assemblati in due bombe che secondo l’accusa e ora anche il Tribunale di Brindisi erano di Cosimo Rochira e di Giancarlo Rochira, fratelli francavillesi che sono stati condannati rispettivamente a 3 anni di reclusione e a 1 anno e 8 mesi.

FRANCAVILLA FONTANA - Tritolo, mescolato a nitrato di ammonio e trucioli in legno, assemblati in due bombe che secondo l’accusa e ora anche il Tribunale di Brindisi erano di Cosimo Rochira e di Giancarlo Rochira, fratelli francavillesi che sono stati condannati rispettivamente a 3 anni di reclusione e a 1 anno e 8 mesi dal giudice monocratico Giuseppe Biondi. Il pm, Raffaele Casto, al termine della requisitoria aveva invocato la condanna alle pene di 6 anni (per Cosimo Rochira) e 4 anni (per Giancarlo Rochira). Il processo si è concluso nel pomeriggio di ieri: i due sono assistiti dagli avvocati Michele Fino e Aldo Gianfreda.

La coppia fu arrestata il 9 giugno del 2012 dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana: i due ordigni, conservati in maniera precaria e dunque pericolosa si trovavano in un vasto locale che apparteneva al patrimonio finito sotto sequestro preventivo il 3 aprile 2012 per un valore complessivo di circa 3 milioni di euro. Le bombe artigianali si trovavano in fondo ad una scatola in cui c’era altro, forse in attesa. Gli involucri erano avvolti nel nastro adesivo telato. Gli artificieri dell’Arma, intervenuti per rimuovere gli ordigni e farli brillare, confermarono che gli stessi erano in pessimo stato di conservazione ma che, se innescati a dovere, sarebbero esplosi senza problemi. Avevano, tra l’altro, un potenziale discreto.

I due fratelli furono arrestati in flagranza: hanno sempre negato di essere effettivamente i proprietari di quel materiale, sostenendo attraverso i rispettivi avvocati, che si trattava in realtà di locali frequentati anche da altre persone. Vi sarà dunque, senza dubbio, ricorso in appello.

 

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