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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Morte di Giorgia Zuccaro: assoluzione definitiva per l’imputato

Per Giuseppe Lonoce il fatto non sussiste. La Cassazione respinge ricorso del pg: chiedeva annullamento con rinvio per nuovo processo d’Appello. La ragazza aveva 29 anni, la famiglia: "Noi condannati all'ergastolo"

BRINDISI – Nessuna responsabilità penale per l’incidente stradale in cui, otto anni fa, perse la vita Giorgia Zuccaro: per Giuseppe Lonoce, brindisino, 38 anni, l’assoluzione dall’accusa di omicidio colposo, perché il fatto non sussiste, è definitiva, dopo la pronuncia della Cassazione. La ragazza aveva 29 anni. Stavano rientrando a casa dopo essere stati a un battesimo.

La Corte di Cassazione

cassazione-2La Quarta sezione, nel tardo pomeriggio di ieri, ha respinto il ricorso presentato dal procuratore generale della Corte d’Appello di Lecce: il rappresentante della pubblica accusa chiedeva di annullare la sentenza di assoluzione del collegio salentino, con rinvio per un nuovo processo d’Appello. Non ci sarà, invece, alcun Appello bis per la tragedia della strada avvenuta la notte del 5 giugno 2011 in via Cappuccini, a Brindisi.

Il processo a carico dell’unico imputato, il brindisino che quella maledetta sera stava rientrando a casa con Giorgia Zuccaro, è terminato ieri sera. La Cassazione ha aderito alla sentenza di secondo grado, ottenuta dall’avvocato Luca Leoci, difensore di Lonoce, dopo la condanna a quattro anni e tre mesi, inflitta dal Tribunale di Brindisi, a conclusione del dibattimento. Tre anni di reclusione per l’omicidio colposo, un anno e quattro per le violazioni al Codice della Strada, aveva statuito il giudice Giuseppe Biondi in primo grado il 16 ottobre 2014.

Il 29 ottobre 2018, in appello, davanti al collegio presieduto da Nicola Lariccia, l’imputazione di omicidio colposo è caduta perché il fatto non sussiste e contestualmente sono stati dichiarati “prescritti”, per effetto del trascorrere del tempo, i reati contravvenzionali di guida in stato di ebbrezza, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e senza patente contestati a Lonoce.

Il dolore senza fine della famiglia

Giorgia Zuccaro-2Non potrà, invece, conoscere fine il dolore della famiglia della ragazza. La mamma e il papà chiedevano che fosse accertata la verità sulla dinamica dell’incidente diventato trappola mortale per Giorgia, aspettavano giustizia. Di fatto, sono condannati all’ergastolo del dolore, come ha ripetuto la mamma della giovane, Anna Donateo: “Mai più sentiremo la sua voce, mai più ci stringeremo nei suoi abbracci, mai più prenderò il suo viso fra le mani per riempirlo di baci”, si legge nella lettera della donna. “Nessuno cercava vendetta, non ci appartiene, ma giustizia sì! Avevamo fiducia nella “Giustizia”, quella che dà a chi trasgredisce la giusta condanna”.

L’assoluzione: le motivazioni

Secondo la Corte d’Appello di Lecce “non c’è alcuna prova certa in ordine alla responsabilità di Giuseppe Lonoce” nell’omicidio colposo, contestato dalla Procura di Brindisi dopo l’incidente in via Cappuccini, costato la vita alla ragazza. Difettano, stando alle motivazioni elementi che, “al di là di ogni ragionevole dubbio, siano tali da affermare che alla guida dell’auto ci fosse Lonoce”, risultato positivo ai test per l’assunzione di sostanze alcoliche e stupefacenti.

Né nelle motivazioni di condanna della sentenza del Tribunale, né in quelle di assoluzione della Corte d'Appello, c'è un riferimento a eventuali dichiarazioni rese da Lonoce nell'immediatezza dei fatti. In aula, al dibattimento, scelse di non sottoporti all'esame dopo essere stato inizialmente dichiarato contumace essendo stato assente alla prima udienza.

La difesa

L'auto sulla quale viaggiava Giorgia Zuccaro-2La difesa di Lonoce, ha sempre sostenuto che “le risultanze istruttorie non avrebbero acclarato se effettivamente alla guida” di quell’auto, una Fiat Grande Punto, “al momento del fatto, ci fosse effettivamente l’imputato”.

Lo schianto avvenne all’altezza dell’intersezione tra via Cappuccini e via Adamello, attorno alle 2.40 del 5 giugno 2011: la Fiat Grande Punto, di proprietà della ragazza, “proveniva da via Osanna e finì, in fase di sorpasso, contro una Ford Ka che la precedeva”, stando a quanto è scritto nel capo di imputazione. La Fiat finì contro il muretto e si capovolse. Per Giorgia Zuccaro non ci fu nulla da fare: morì a distanza di poche ore nel centro di rianimazione dell’ospedale Perrino di Brindisi,  a causa della gravità delle ferite riportate. Lonoce rimase ferito.

I due ragazzi stavano rientrando a casa dopo essere stati a un battesimo. Gli agenti accertarono che Lonoce era "privo della patente di guida perché gli era stata revocata con provvedimento del prefetto il primo settembre 2010". Le analisi svolte in ospedale, evidenziarono sia la "positività al test alcolico che a quello per l’assunzione di droga". Stessi esami furono eseguiti sulla ragazza. Dopo tre gradi di giudizio, la verità processuale è che non ci sono elementi per contestare l'omicidio colposo nei confronti dell'imputato per il quale si chiude, in via definitiva, la storia giudiziaria.


 

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