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Cronaca

Il depuratore non va: acque contaminate per lavare i box del canile. Interviene il Comune

Il depuratore del canile municipale non funziona: le acque destinate al lavaggio dei box in cui vivono i cani sono batteriologicamente contaminate e in grado di provocare malattie. Non possono quindi essere utilizzate e devono essere smaltite

BRINDISI - Il depuratore del canile municipale non funziona: le acque destinate al lavaggio dei box in cui vivono i cani sono batteriologicamente contaminate e in grado di provocare malattie. Non possono quindi essere utilizzate e devono essere smaltite. Non va poi tralasciato che per buona parte lo stesso canile è abusivo, come rilevato un bel po’ di tempo fa, e che mentre la magistratura continua a indagare, non sono state eseguite le prescrizioni impartire dal settore Lavori pubblici del Comune.

C’è poi una serie interminabile di inadempienze che hanno dato vita a un fitto giro di contestazioni da parte non solo dell’Ente municipale e dei responsabili del canile di contrada Santa Lucia, ma anche da parte della Asl, per i quali la Brunda Srl, che gestisce la struttura con l’associazione Terraviva e con l’associazione Lepa, queste ultime due delegate una a fornire manodopera, l’altra a provvedere alle adozioni, non starebbe effettuando il servizio così come previsto dal capitolato.

Tutto ciò, naturalmente, posto nero su bianco a tutela della salute dei circa 600 cani che sono ospitati negli stalli del canile municipale di Brindisi. Le condizioni di salute degli animali, a quanto risulta alla Asl e al Comune, sono tutto sommato buone. Partendo sempre da principio che i cani ricoverati in strutture di quel genere non possono purtroppo beneficiare delle amorevoli cure dei cani domestici e che ancora oggi, molto spesso, anche portatori sani di principi animalisti vanno ad acquistare cuccioli di razza da allevamenti e negozi piuttosto che adottare dai canili che sono al collasso.

Ma ci sono problematiche tecniche, strutturali e perfino con risvolti ambientali in quel di contrada Santa Lucia, che potrebbero comunque mettere a rischio la salute dei cani. Di recente ad esempio il Comune è dovuto ricorrere a una misura d’urgenza. Ha affidato a una ditta privata lo smaltimento delle acque provenienti dal depuratore.

L’impianto ha una sua ragione d’esistere all’interno del canile. Serve a consentire il riutilizzo delle acque che vengono impiegate per mantenere pulito l’ambiente ma soprattutto il luogo in cui gli animali passano i giorni.

“A seguito di analisi chimico-batteriologiche effettuate sulle acque in uscita dal depuratore ‘Gost’ insistenti nel canile comunale di contrada Santa Lucia, è emerso un alto livello di inquinamento di tipo batteriologico”. Cosa succede: “Le stesse acque vengono riutilizzate per il lavaggio delle deiezioni solide e liquide dei singoli box insistenti nei vari padiglioni”.

E questo non è possibile tanto a tutela della salute degli operatori, quanto degli animali: “Tale situazione di fatto impedisce l’uso di queste acque a tal fine, attesa l’elevata presenza di batteri e, pertanto, un pericolo di infezioni  per gli animali e gli stessi operatori del canile che effettuano servizi di assistenza alimentare e di pulizia”.

Ogni 3 o 4 giorni, dunque, in attesa che nel canile venga realizzato un impianto di irrigazione, bisognerà provvedere allo smaltimento delle acque di lavaggio con un’auto spurgo. Si spenderanno 12mila euro.

Ci sono poi delle opere da effettuare per mettere a norma la parte “abusiva” e altre sistemazioni indispensabili per la tutela non solo dei cani, ma anche dell’ambiente.Quanto alla capienza e alle condizioni di salute dei cani, per il momento, non vi sarebbero grossissime criticità a quanto riscontrato dal servizio veterinario della Asl che ha elencato tutta una serie di carenze tra cui non c’è cenno a situazioni drammatiche per il benessere degli animali.

Le campagne di adozione vanno avanti, il sovraffollamento non è diverso a Brindisi rispetto ad altri canili della provincia. Le condizioni di salute degli animali vengono vagliate dai veterinari e tenute sotto controllo continuamente.
I problemi ci sono, ma sono di tutt’altro genere. Pulire le deiezioni con l’acqua contaminata dagli stessi batteri delle deiezioni comporta un rischio grave per la salute di tutti.

C’è poi la raffica di contestazioni alla Brunda Srl, tutte poste per iscritto, il cui operato non ha ottenuto al momento una valutazione sufficiente. Una nuova gara per l’affidamento della gestione del canile è prevista per l’agosto 2016. 

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