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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Brindisino suicida in carcere con il gas di una bombola

Il detenuto aveva 40 anni: la tragedia nel penitenziario di Lecce, reparto ad elevato indice di sicurezza. La denuncia del sindacato degli agenti di polizia penitenziaria

BRINDISI – Ha deciso di farla finita nella cella di pochi metri quadrati in cui era detenuto per scontare una condanna per droga: un brindisino di 40 si è suicidando inalando il gas di una bomboletta da campeggio in dotazione.

La tragedia

Il dramma è avvenuto nel carcere di Lecce nel primo pomeriggio del 23 luglio scorso, attorno alle 14. Il brindisino era stato destinato alla seconda sezione del reparto circondariale C1, denominata Reis, ossia reparto a elevato indice di sicurezza. Inutile il tentativo di rianimazione da parte di un agente della polizia penitenziaria in servizio nella struttura di Borgo San Nicola.

A dare notizia della tragedia è stato vice segretario regionale del sindacato autonomo degli agenti di polizia penitenziaria, secondo il quale permangono condizioni di criticità all’interno del carcere leccese.

Il brindisino stava scontando una detenzione per reati legati alla detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e, stando a quanto si apprende, avrebbe dimostrato problemi di adattamento al sistema carcerario e di convivenza con altri reclusi. Nelle prossime ore la salma sarà restituita alla famiglia per le esequie.

La denuncia

“Tale episodio fa emergere ancora una volta le criticità del sistema penitenziario”, ha scritto Ruggiero Damato in qualità di vice segretario. “In particolare la gravissima carenza di polizia penitenziaria soprattutto nel ruolo di agenti/assistenti che sottopone gli agenti a turni massacranti che variano dalle 8/10/12 ore consecutive, spesso senza avere la possibilità di consumare una bevanda fresca visto anche la chiusura del locale spaccio da circa due anni’.
Damato è tornato anche a sottolineare la mancanza di supporti informatici e di sorveglianza per il controllo di “soggetti con problemi di adattamento al sistema penitenziario”. “Anche se dotati di tutta l’umanità possibile e di tutta la buona volontà, gli agenti non riescono a far fronte alle carenze del sistema e questo incide sulla serenità nell’effettuazione delle loro mansioni”.

Ogni perdita di vita è una sconfitta per tutto il sistema penitenziario”, ha aggiunto  Damato secondo il quale tragedie come quella consumata nel carcere di Lecce segnano per sempre gli stessi agenti della polizia penitenziaria. “Purtroppo gli agenti sono considerati poliziotti di manovalanza a basso costo”, ha scritto lanciando un appello alle autorità, E l’indice dell’Osapp è puntato verso le autorità, dal ministro al capo del Dap, sino ad arrivare a dirigenti a vari livelli: “Avere una polizia penitenziaria più motivata, incentivata e rispettata, farebbe bene agli agenti e ai detenuti”.



 

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