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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Incendio auto sindaco: il disoccupato davanti al gip nega di aver perseguitato Consales

Non uno stalker ma solo un disoccupato in preda alla disperazione. Si è difeso così, oggi, dinanzi al gip Maurizio Saso, Alessandro D'Errico, 39 anni, arrestato e posto ai domiciliari ieri mattina (2 dicembre) per il danneggiamento con incendio dell'auto del sindaco

BRINDISI - Non uno stalker ma solo un disoccupato in preda alla disperazione. Si è difeso così, oggi, dinanzi al gip Maurizio Saso, Alessandro D’Errico, 39 anni, arrestato e posto ai domiciliari ieri mattina (2 dicembre) per il danneggiamento con incendio dell’auto del sindaco e per una serie di atti persecutori che nel tempo avrebbe compiuto proprio in danno del primo cittadino ribadendogli in diverse circostanze la richiesta di un posto di lavoro.

La difesa sta valutando se avanzare richiesta di scarcerazione. In sede di interrogatorio di garanzia stamani l’uomo, individuato dalla Digos in una inchiesta lampo coordinata dal pm Savina Toscani, ha deciso di non avvalersi della facoltà di non rispondere e ha sostanzialmente confermato quanto già dichiarato durante la confessione negli uffici della questura di Brindisi.

Avrebbe ricevuto dal sindaco la promessa di un posto di lavoro, tanto ha riferito agli investigatori, e avrebbe quindi ribadito più volte la propria esigenza anche in relazione del fatto che è padre di tre bambini uno dei quali gravemente malato. Sul bastone in bambù l’uomo ha spiegato di averlo portato con sé non per aggredire Mimmo Consales, ma per aprire la porta nel caso in cui l’avesse trovata sbarrata.

Le immagini delle telecamere lo ritraggono nel pomeriggio del 3 novembre mentre attende Consales davanti alla sede del suo ufficio, a Palazzo Nervegna. Il sindaco arriva con la Ford Kuga, si volta, poi varca la soglia dell’edificio. Un vigile urbano impedisce a D’Errico di seguirlo: si nota un rigonfiamento sulla schiena, sotto il giubbotto c’è il bastone in bambù che poi un’altra telecamera immortala mentre viene sistemato in macchina, nella Kalos che è stata poi una delle chiavi di volta per gli investigatori che sono così giunti alla soluzione del caso.

D’Errico fu subito individuato: il 10 novembre fu portato in questura. Nel corso delle perquisizioni nella sua abitazione furono ritrovati gli indumenti che indossava e che aerano visibili nei filmati.

Ammise gli addebiti. Disse d’aver agito in preda a un moto d’ira, dopo aver cercato invano di parlare con Consales nei pressi dell’abitazione di via Gran Bretagna in cui stava rientrando, quella sera, ma di non esserci riuscito. Disse di aver appiccato il fuoco con un accendino a plastica e carta, rimasugli ammucchiati su due pneumatici.

arresto d'errico-2-2-2Il movente fu ben specificato: la disperazione per quell’impiego che non era riuscito a ottenere nonostante un presunto “impegno”, nonostante il sindaco si fosse a suo dire mostrato possibilista anche in vista dell’arrivo a Brindisi di una nuova ditta (vista la tempistica, il riferimento potrebbe essere a quella che si occupa della raccolta dei rifiuti). Nonostante si fosse impegnato, sempre secondo la versione fornita dall’indagato, nella campagna elettorale riuscendo a reperire un garage al Sant’Elia da destinare a comitato del Pd a sostegno proprio della candidatura di Consales.

Non ha mutato versione, stamattina, il 39enne. Ha solo specificato di aver sì utilizzato il numero di cellulare del sindaco, ma di non essere mai riuscito a mettersi in contatto con lui perché l’utenza risultava non raggiungibile.

Nessuna persecuzione, insomma, secondo D’Errico che potrebbe attraverso il suo legale chiedere al gip di riavere la libertà: l’ordinanza di custodia cautelare è stata disposta proprio per il reato di atti persecutori. Il danneggiamento seguito all’incendio è considerato, come lo stesso procuratore della Repubblica di Brindisi ha specificato ieri durante la conferenza stampa, un “gesto isolato, per motivi personali”. 

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