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Cronaca

“Violentò la figlia e nacque una bambina”: padre condannato a 30 anni

Imputato il padre, 53 anni, arrestato dai carabinieri: due gravidanze, una interrotta e l’altra portata a termine. Test del Dna

LECCE – Il Tribunale di Lecce ha condannato a 30 anni di reclusione l’uomo di 53 anni finito sotto processo con l’accusa di aver violentato la figlia continuativamente per 15 anni, da quando la piccola aveva sette anni. La ragazza fu costretta a interrompere una gravidanza a 15 anni, mentre cinque anni dopo portò a termine la seconda dando alla luce una bambina.

La sentenza

Il conto in nome della giustizia, arriva dal collegio della Prima sezione penale, presieduto da Francesca Mariano (a latere Domenico Greco e Maddalena Torelli), in accoglimento della richiesta avanzata dal rappresentante della pubblica accusa, Stefania Minnini, titolare del fascicolo d’inchiesta.

Il dispositivo è stato letto nel pomeriggio di oggi, 9 dicembre 2019. Il collegio giudicante, inoltre, ha disposto la trasmissione degli atti in Procura, in relazione alla condotta processuale tenuta dalla madre della donna.

La ragazza si è costituta parte civile ed è rappresentata in giudizio dall’avvocato Erlene Galasso, del foro di Lecce. L’imputato è difeso dal penalista Luigi Corvaglia, del foro di Lecce. La difesa aveva chiesto l’assoluzione e, in subordine, la dichiarazione di intervenuta prescrizione. Le motivazioni saranno depositate nelle prossime settimane e successivamente la difesa valuterà il ricorso in Corte d'Appello.

L’inchiesta

Il processo è scaturito dalle indagini svolte dai carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni al comando del capitano Antonio Corvino.  Il 14 dicembre 2018 i militari hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Cinzia Vergine.

La denuncia

La donna trovò il coraggio di sporgere denuncia nei confronti del padre a giugno 2017. Ai militari consegnò il suo dolore, il racconto drammatico degli anni vissuti con il genitore. Quindici anni di inferno, stando alla denuncia. Di lacrime e sofferenze continue.

Per sottrarsi a quell’incubo decise di sposarsi. Sperava di riuscire a lasciarsi alle spalle il dolore, ma anche quelli furono anni difficili: la donna, infatti, ha raccontato di aver subito maltrattamenti fisici dal marito. Dalla relazione nacque un figlio.

Il test del Dna

Sia il piccolo nato da questa relazione, che la figlia nata dalla violenza del padre, sono in una struttura protetta, così come deciso dal Tribunale per i minorenni. Il rapporto incestuoso denunciato dalla donna ha trovato conferma dai risultati del test del Dna. In occasione dell’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip, l’uomo si avvalse della facoltà di non rispondere.


 

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