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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Sono finiti i soldi per pagare gli extra ai cancellieri: stop alle udienza fiume a Brindisi

Stop agli straordinari, stretta sugli stipendi del personale delle cancellerie penali del Tribunale e rischio per i processi che non potranno più protrarsi oltre gli orari d'ufficio.

BRINDISI - Stop agli straordinari, stretta sugli stipendi del personale delle cancellerie penali del Tribunale e rischio per i processi che non potranno più protrarsi oltre gli orari d’ufficio. Le udienze dovranno quindi iniziare puntualissime alle 9 in punto e si dovrà andare avanti come un treno, ché una sentenza a notte fonda, ma anche nel tardo pomeriggio, ce la si potrà permettere soltanto in casi rarissimi.

Anche il ministero della Giustizia, come il resto d’Italia, se la passa maluccio. Il problema degli straordinari per cancellieri e affini è di vecchissima data. Ora però, sostengono i diretti interessati ma non solo loro, si è passato ogni limite.

La missiva è firmata dal direttore amministrativo, Giusto Civilla, e con essa si rappresenta a tutto il personale della cancelleria penale, al presidente della sezione penale e al dirigente amministrativo che il 27 ottobre è stato comunicato che per l’anno in corso sono stati stanziati dal Tribunale di Brindisi solo 5.426 euro per la remunerazione di tutte, ma tutte, le prestazioni di straordinario svolte. Per alcuni il lavoro oltre l’orario d’ufficio, altro non è che la consuetudine. Non si può fare un processo senza un cancelliere. Se poi c’è sentenza, se la camera di consiglio è particolarmente lunga, allora l’impegno è di gran lunga superiore a quanto previsto.

Il compenso dev’essere proporzionato. A quanto si mormorava stamani tra gli avvocati, nei corridoi al primo piano del palazzo di giustizia, lì dove ci sono le aule penali, era già da tempo che si registrava un certo malumore. Oggi, però, tutte le toghe in giro per il tribunale, hanno dovuto prendere atto che non si andrà oltre le 15.40 del pomeriggio, se non i caso di rientro. A qualsiasi punto sia giunto il processo che è in corso.

I 5 mila euro che il Tribunale ha stanziato sono il 5 per cento delle prestazioni che sono già state effettuate. Il presidente della Corte d’appello, su indicazione del ministero, ha rimarcato quindi “l’invalicabilità del limite di spesa”. Il limite è già stato abbondantemente superato. Quindi non potrà essere autorizzata qualsiasi ulteriore prestazione di lavoro straordinario a meno che non si acconsenta alla trasformazione dello stesso in riposi compensativi.

Bisogna limitarsi allo “stretto indispensabile”, per altro. Onde evitare “assenze dal servizio che incidano pesantemente nella possibilità di garantire i servizi minimi nell’attuale situazione di grave difficoltà in cui versa la sezione”. I cancellieri dovranno comunicare al giudice assistito il termine della propria prestazione lavorativa giornaliera e poi, durante l’udienza, avvertire il giudice almeno un’ora prima dell’imminenza dell’orario di fine della prestazione ordinaria.

Un bel caos che non può far altro che rendere ancor più “lumaca” la macchina della giustizia che a Brindisi, tutto sommato, si muove con tempi meno lenti che altrove. Se il dibattito nazionale sulla riforma della giustizia vuole snellire, velocizzare, poi facendo i conti con i soldi in cassa, non c’è altra soluzione che assumere decisioni che pongono altri limiti, non solo quelli di procedura, al funzionamento del sistema. Stop alle udienze fiume: giunti alle quattro meno venti si rinvia per ‘povertà’ delle casse del ministero. 

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