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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Via Pastrengo

Nuovo incendio ai danni della Monteco nella notte: distrutti tre cassonetti

Sono nove dal primo gennaio ad oggi gli episodi che hanno visto la distruzione di cassonetti della società Monteco dislocati nei diversi quartieri della città. La notte scorsa due incendi hanno interessato i bidoni verdi destinati alla raccolta indifferenziata posti in via Magenta e in via Pastrengo al quartiere Santa Chiara

BRINDISI – Sono nove dal primo gennaio 2014 ad oggi gli episodi che hanno visto la distruzione di cassonetti della società Monteco dislocati nei diversi quartieri della città. La notte scorsa due incendi hanno interessato i bidoni verdi destinati alla raccolta della indifferenziata posti in via Magenta e in via Pastrengo al quartiere Santa Chiara. In entrambi i casi i contenitori sono stati resi inutilizzabili.

È chiaro che non si può più pensare alle cosiddette “cause accidentali”, specie perché spesso i roghi divampano quasi contemporaneamente in più punti della città. Gli incendi di cassonetti della Monteco, la società di Campi Salentina che gestisce la raccolta dei rifiuti per conto del Comune di Brindisi e che da mesi è al centro di battaglie legali per la gestione del servizio, si verificano, ormai, a cadenza quasi mensile. E si verificano dal 2010 da quando cioè la società si è insediata a Brindisi per la gestione del servizio. In totale sono andati distrutti più di 400 contenitori. 

L’episodio più recente risale all’11 ottobre scorso quando sono stati carbonizzati due cassonetti in via Giuseppe Di Vittorio all’ingresso di parco Di Giulio, la notte precedente, invece un altro raid incendiaro ha distrutto quattro contenitori in piazza Sapri, via San Martino della Battaglia e ancora via Magenta, la stessa interessata dall’incendio della notte scorsa. E poi ancora prima: a settembre, a maggio, a marzo, fino ad arrivare a gennaio e dicembre dello scorso anno. Dieci mesi di incendi.

Oltre al danno economico arrecato all’azienda e di immagine, c'è anche anche quello ambientale fatto ai cittadini. La combustione della plastica sprigiona diossina quello dei rifiuti altre sostanze tossiche. Ad oggi, nonostante i numerosi episodi seguiti da denunce presentate dalla società presso i vari uffici di questura e carabinieri, non è stata data una risposta sulle cause di questi incendi. Eppure la città è piena di telecamere. Se di "autocombustione" si tratta qualcuno dovrebbe dimostrarlo.

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