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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Omicidi e ferimenti Scu: chiesto rinvio a giudizio, tutti dal gup a settembre

E' l'inchiesta che ha fatto emergere verità scottanti riguardo ai nuovi equilibri criminali della Scu Brindisina. L'indagine che ha svelato anche qualche dettaglio utile, ancora coperto da omissis, riguardo a un omicidio compiuto a San Michele Salentino.

BRINDISI - E’ l’inchiesta che ha fatto emergere verità scottanti riguardo ai nuovi equilibri criminali della Scu Brindisina. L’indagine che ha svelato anche qualche dettaglio utile, ancora coperto da omissis, riguardo a un omicidio compiuto a San Michele Salentino. Mentre la Dda continua a scavare sui fatti ancora incerti, arriva la richiesta di rinvio a giudizio per 22 persone firmata dal pm Alberto Santacatterina per 22 persone che dovranno affrontare l’udienza preliminare il 22 settembre dinanzi al gup di Lecce, Antonia Martalò.

La gran parte di loro è accusata di aver compiuto omicidi o tentati omicidi con l’aggravante del metodo mafioso. Diciotto di loro furono sottoposti a custodia cautelare nell’operazione Zero del 14 ottobre 2013. Le indagini sono state compiute dai poliziotti della Mobile di Brindisi, diretti dal vicequestore Alberto Somma e dai carabinieri del reparto operativo di Brindisi, al comando del tenente colonnello Alessandro Colella. Oltre che dal pm Santacatterina, fu coordinata anche dal sostituto di Brindisi, Valeria Farina Valaori. Gli episodi contestati sono quattro omicidi e sei ferimenti.

Operazione Zero, arresti all'albaEcco l’elenco degli imputati: Francesco Argentieri, di Mesagne, 40 anni, difeso dall’avvocato Ladislao Massari; Tommaso Belfiore 46 anni, che è un collaboratore di giustizia, difeso dall’avvocato Cristiano Solinas; Francesco Campana, 41 anni di Mesagne, difeso dall’avvocato Cosimo Lodeserto; Carlo Cantanna, 63 anni, difeso dall’avvocato Raffaele Missere; Carmelo Cavallo, 29 anni, di Ostuni, difeso dall’avvocato Gianvito Lillo; Marcello Cincinnato, di Mesagne, 47 anni, difeso dagli avvocati Marcello Falcone e Rosanna Saracino; Ronzino De Nitto, 39 anni di Mesagne, difeso dall’avvocato Pasquale Annicchiarico; Diego Dello Monaco, 31 anni, di Mesagne, difeso dagli avvocati Giancarlo Camassa e Francesco Della Corte; Antonio Epicoco, 40 anni di Brindisi, difeso dall’avvocato Cinzia Cavallo; Carlo Gagliardi, 39 anni, di Mesagne, difeso dall’avvocato Massimo Murra; Francesco Gravina detto ‘Chicco Pizzaleo’ di Mesagne, 55 anni, di Mesagne, difeso dall’avvocato Gianfrancesco Castrignanò; Francesco Gravina detto Gabibbo, neo pentito, 35 anni di Mesagne, difeso dall’avvocato Giancarlo Vaglio; Emanuele Guarini, 40 anni di Mesagne, difeso dagli avvocati Massimo Salvatore Murra e Raffaele Missere; Cosimo Giovanni Guarini, pentito, 46 anni, di Mesagne, difeso dall’avvocato Manfredo Fiormonti; Giuseppe Leo, pentito, 46 anni, di Mesagne, difeso dall’avvocato Antonio Durante; Franco Locorotondo, 40 anni di Mesagne, difeso da Marcello Falcone; Giuseppe Locorotondo, di Mesagne, 41 anni, difeso dall’avvocato Giacomo Gribaudi; Massimo Pasimeni (piccolo dente) 46 anni, di Mesagne, difeso dagli avvocati Marcello Falcone e Rosanna Saracino; Ercole Penna, 40 anni, pentito, di Mesagne, difeso dall’avvocato Sergio Luceri; Salvatore Solito, di Mesagne, 32 anni, difeso dall’avvocato Daniela D’Amuri; Vito Stano, 45 anni, di Mesagne, difeso dall’avvocato Raffaele Missere; Carmelo Vasta, di Ostuni, 38 anni, difeso da Gianvito Lillo e Vito Epifani.

Francesco Gravina, GabibboI fatti contestati sono i seguenti: l’omicidio di Nicolai Lippolis, nel 1998 a Bar in Montenegro; il ferimento di Claudio Facecchia, nel 1997 a Mesagne; l’omicidio di Antonio Molfetta, detto Toni Cammello, ne maggio 1998; l’omicidio di Antonio D’Amico, il 9 settembre 2001 sulla diga di Punta Riso a Brindisi; il ferimento di Tobia Parisi, il 31 maggio 2009 davanti alla discoteca Aranceto a Ostuni; il tentato omicidio di Francesco Palermo, il 20 gennaio 2010 a Mesagne; il ferimento di Franco Locorotondo, il 26 marzo 2010 a Mesagne; il ferimento di Francesco Gravina, detto Gabibbo, il 13 agosto 2010; il ferimento di Vincenzo Greco, il primo luglio 2010, a Mesagne, il delitto di Tommaso Marseglia.

Gli episodi sono stati ricostruiti attraverso il racconto di 11 collaboratori di giustizia e di una delle vittime di un agguato, sopravvissuta per miracolo. Si sono poi aggiunte le dichiarazioni di Gabibbo, divenuto nel frattempo collaboratore e altre importanti verità. Secondo Gabibbo, ad esempio: “Nel periodo pasquale 2011 presso la casa circondariale di Lecce è stata creata una sorta di nuova alleanza tra Daniele Vicientino e Francesco Campana, nel senso che quest’ultimo ha deciso di avvicinarsi al nostro clan, con la promessa che appena possibile si sarebbe affiliato ad Antonio Vitale”.

C’è poi Leonardo Greco che si è autoaccusato “di aver fatto parte della Sacra corona unita dal 1995 come promesso a Piero Soleti nel gruppo di Giovanni Donatiello con rito di affiliazione avvenuto, dopo l’omicidio di Pagliara Lucia, alla presenza dello stesso Soleti, e di altre persone tra cui il fratello Antonio Greco. Lucia Pagliara aveva 21 anni ed era la compagna di Gianfranco Presta. Era il 1998, la donna fu rapita. Il cadavere fu fatto trovare nelle campagne di Mesagne. Era stata lapidata. Leonardo Greco fu assolto su richiesta della Procura, dall’accusa di aver partecipato all’omicidio al termine del primo grado del processo Mediana. La sentenza è passata in giudicato. 

La mole di materiale è a disposizione delle difese dallo scorso luglio, da quando cioè è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Non essendovi stati sviluppi, arriva la fissazione dell’udienza preliminare. Non è escluso che qualcuno fra gli imputati possa scegliere il rito abbreviato. 

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