rotate-mobile
Cronaca

Intervento/ La riforma della giustizia con Gratteri? Gli avvocati tagliati fuori

La "epocale" riforma della giustizia, presentata come un importante traguardo raggiunto dal Governo sul versante degli interventi ritenuti fondamentali per il futuro del nostro Paese, sembra essersi persa nei meandri dei palazzi del potere.

La "epocale" riforma della giustizia, presentata come un importante traguardo raggiunto dal Governo sul versante degli interventi ritenuti fondamentali per il futuro del nostro Paese, sembra essersi persa nei meandri dei palazzi del potere.

I testi ufficiali di questa riforma, che ben poco hanno di riforma e ancor meno di epocale, a distanza di mesi ormai da quel fatidico giorno di agosto nel quale vennero presentati, non sono ancora noti e sembrano essere finiti in qualche cassetto ministeriale. Agli scaramantici e ai superstiziosi viene da pensare che l’aggettivo "epocale" è evidentemente foriero di sfortuna poiché ogni qualvolta un intervento in tema di giustizia è stato definito tale – si ricordi la riforma Alfano - è miseramente naufragato.

Mettendo da parte però la superstizione e la scaramanzia, il dato politico che emerge con chiarezza dalle voci correnti e dalla lettura delle pagine dei giornali è che il dott. Gratteri, con la commissione ministeriale da lui presieduta, sta valutando ed approfondendo una serie di interventi in materia di giustizia, anche su temi propri della riforma, riscrivendoli e stravolgendoli del tutto.

Questa circostanza non solo, ove corrispondesse alla realtà, significherebbe un chiaro indebolimento politico dell’attuale ministro, ma porrebbe anche un serio problema su quelli che sono i processi decisionali in uno Stato democratico, il cui corretto funzionamento è fondamentale per la democrazia stessa.

Peraltro, da parte della Commissione Ministeriale è stato abbandonato il metodo del dialogo e del confronto con tutto il mondo forense ed accademico adottato dal Ministro Orlando - il quale, va riconosciuto, ha dimostrato una apprezzabile sensibilità politica-,  per vagliare gli interventi da assumere inaudita altera parte su di un tema tanto delicato come quello della giustizia che negli ultimi vent’anni in particolare è stato terreno di scontro aspro e pungente.

Ma quel che allarma oltremodo è il contenuto che sembrerebbero assumere questi interventi oggi sul tavolo della commissione ministeriale. Voci ufficiose riferiscono, per esempio, che si stia discutendo sull’idea di estendere il sistema delle videoconferenze a tutti gli imputati, fino ad oggi riservato ai soli incolpati per reati di mafia, finendo con l’escludere la loro personale partecipazione alle udienze, con immaginabili ricadute negative sul diritto di difesa; ed ancora, che si starebbe valutando l’ipotesi di stabilire una sorta di responsabilità solidale tra l’avvocato ed il proprio assistito per il pagamento delle spese di giustizia in caso di inammissibilità dei ricorsi.

L'avvocato Fabio Di Bello-2Si vocifera, inoltre, che si starebbe valutando l’idea di allargare i casi di acquisizione agli atti del dibattimento delle informative di reato e delle denunce, con il risultato di impedire la possibilità di esaminare i testi nel processo, annientando così di fatto il sacrosanto principio del contraddittorio, ovvero ancora di proporre l’abrogazione del controllo sulla motivazione delle sentenze con il risultato di falcidiare i ricorsi per cassazione, e via discorrendo.

Interventi tutti che, ove si concretizzassero, avrebbero una ricaduta devastante sul diritto di difesa e rappresenterebbero non solo una chiara deriva inquisitoria ma anche un preoccupante passo indietro nel già tortuoso e difficile cammino verso un giusto processo.

Una riforma della giustizia non solo deve essere in grado di prevedere un intervento complessivo ed organico ma deve essere il frutto di un dialogo e di un confronto tra le varie componenti del mondo forense, dell’accademia e della politica, scevro da partigianerie e soprattutto da giochi politici ed intrighi di Palazzo, perché, come recita il titolo di un libro scritto dallo stesso Dott. Gratteri, “La giustizia è una cosa seria”.

(Fabio Di Bello è avvocato penalista, già componente della giunta nazionale camere penali). 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Intervento/ La riforma della giustizia con Gratteri? Gli avvocati tagliati fuori

BrindisiReport è in caricamento