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Cronaca

Peculato, vigilantes condannato a due anni e rimesso in libertà

Francesco Vincenti, 51 anni, di Brindisi, giudicato in abbreviato: venne arrestato il 13 marzo scorso. Era guardia giurata dell'Ivri

BRINDISI – Sei mesi fa, l’arresto con l’accusa di peculato, ieri la condanna a due anni di reclusione, pena sospesa, e il contestuale ritorno in libertà: Francesco Vincenti, 51 anni, di Brindisi, guardia giurata dell’Ivri, è stato riconosciuto colpevole del reato contestato in relazione alla sottrazione di somme di denaro, per 2.115 euro, durante alcune operazioni di prelievo dalle casse continue di attività commerciali.

La sentenza

Il giudice Vittorio Testi-3Vincenti, difeso dall’avvocato Rosario Almiento, è stato giudicato con rito abbreviato, strada processuale che il penalista ha ottenuto dopo l’immediato disposto su richiesta del pubblico ministero titolare del fascicolo d’indagine, Pierpaolo Montinaro, sulla base dell’”evidenza della prova”. I gravi indizi diventati fonti di prova, a chiusura delle indagini, erano costituiti dai filmati registrati dalla telecamera posizionata all’interno del blindato.

La sentenza porta la firma del giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Brindisi, Vittorio Testi (nella foto), di fronte al quale è stato incardinato il processo alternativo al dibattimento. Il gup ha riconosciuto all’imputato il beneficio della sospensione della pena, essendo Vincenti incensurato. Il brindisino, infatti, non è mai inciampato nelle maglie della giustizia prima del 13 marzo scorso, quando i carabinieri della compagnia di San Vito dei Normanni, notificarono al vigilantes, dipendente Ivri da dieci anni, l’ordinanza di custodia cautelare, ai domiciliari, con l’accusa di peculato continuato.

Si chiude così, per il momento, la vicenda giudiziaria per Vincenti, tornato a essere uomo libero subito dopo la lettura del dispositivo della sentenza. Le motivazioni saranno depositate nelle prossime settimane.

Le indagini

Le indagini furono avviate a marzo dello scorso anno, in seguito alla denuncia presentata dal responsabile di un supermercato di San Vito dei Normanni: lamentava  la sparizione della somma di 2.690 euro. Sotto osservazioni finirono i “componenti degli equipaggi dell’istituto di vigilanza formati da tre persone, l’autista, l’addetto al prelievo e l’uomo di scorta”. Furono, quindi, analizzati tutti i servizi effettuati dagli operatori e incrociati con le date degli ammanchi di denaro.

Le telecamere

Gli accertamenti misero in evidenza “la costante presenza di Vincenti, con il ruolo di autista il cui compito esclusivo era quello della conduzione e della custodia del mezzo blindato”. Il posto guida era “comunicante con il vano posteriore dove venivano custoditi i marsupi e le cassette, denominate in gergo “stacker” contenenti il denaro”. Per raccogliere elementi utili sul piano dei gravi indizi, il pm inquirente, Pierpaolo Montinaro, chiese e ottenne l’autorizzazione a nascondere una microcamera all’interno del furgone in uso all’Ivri: da qui la conferma ai sospetti e la contestazione dell’accusa di peculato continuato, essendo la guardia giurata equiparata a un incaricato di pubblico servizio.


 

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