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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Sequestrate in città 102 piante a rischio "Xylella fastidiosa"

Nell'ambito dei controlli capillari che il Corpo forestale dello Stato sta effettuando congiuntamente agli ispettori fitosanitari dell'Ufficio provinciale dell'agricoltura di Brindisi sui possibili centri di diffusione della "Xylella fastidiosa", il batterio che ha infettato vaste estensioni di oliveti nel Leccese, sono state rinvenute e sequestrate 102 piante di una specie considerata "a rischio"

BRINDISI - Nell’ambito dei controlli capillari che il Corpo forestale dello Stato sta effettuando congiuntamente agli ispettori fitosanitari dell’Ufficio provinciale dell’agricoltura di Brindisi sui possibili centri di diffusione della “Xylella fastidiosa”, il batterio che ha infettato vaste estensioni di oliveti nel Leccese, sono state rinvenute e sequestrate 102 piante di una specie considerata “a rischio”.

Erano esposte in un esercizio commerciale del capoluogo, già invasate e pronte per la vendita, appartengono alla specie nota con il nome di Poligala a foglie di mirto (Polygala myrtifolia), un  arbusto di dimensioni medio-piccole, impiegato come pianta ornamentale, risultato suscettibile agli attacchi da parte del batterio Xylella che, è il caso di evidenziarlo, non attacca l’uomo né gli animali, ma una circoscritta serie di piante fra cui l’olivo, il mandorlo, il ciliegio, l’oleandro e poche altre specie arbustive, fra cui, appunto, la poligala a foglie di mirto.

Le Poligale rinvenute nella rivendita brindisina, risultate prive di sintomatologie riconducibili al parassita, sono state sequestrate in quanto provenienti dal Leccese, provincia per la quale è stato disposto un divieto che impedisce espressamente l’esportazione delle specie oggetto di infestazione dal microrganismo.

"Nessun allarme di diffusione del patogeno ma semplicemente un’infrazione alla normativa che tutela la salute degli oliveti pugliesi ubicati al di là della fascia di infezione conclamata" - si legge in una nota inviata agli organi di stampa - "alle normative derivanti da leggi e decreti nazionali si affianca per il caso in oggetto la cospicua normativa emanata sull’argomento dalla Regione Puglia che, come unica regione italiana colpita dal parassita originario delle Americhe, ha prontamente legiferato in materia al fine di contenere l’infestazione entro un ambito ristretto e ben delimitato".

"Gli sforzi profusi dalle diverse amministrazioni interessate ai controlli sono infatti finalizzati a scongiurare ogni possibile rischio di “esportazione” del batterio al di fuori delle aree del Leccese in cui essa è stata localizzata. In questo ambito si inserisce la minuziosa attività di controllo posta in essere dal Corpo forestale dello Stato, i cui comandi provinciali di Brindisi e di Taranto sono impegnati in un grande sforzo finalizzato ad evitare che materiale vegetale suscettibile all’infezione del batterio fuoriesca dalla zona infetta. Attorno a detta zona, in cui l’infezione è conclamata, è stata predisposta tutta una serie di barriere, denominate “fascia di eradicazione”, “zona cuscinetto” e “cordone fitosanitario”, ognuna delle quali prevede misure specifiche come il monitoraggio intensivo delle piante ospiti alla ricerca dell’organismo, il controllo delle popolazioni degli insetti vettori accertati o potenziali, interventi agronomici contro gli stadi giovanili dei vettori e controllo delle piante spontanee erbacee"

E’ opportuno ribadire che il sequestro effettuato non rappresenta un campanello di allarme per la possibile diffusione della malattia a nord del Leccese, ma piuttosto un indice dell’efficienza e della capillarità dei controlli tesi a scongiurare la diffusione del patogeno.

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