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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Timbro falso del notaio, l’avvocato ammette: “Mia madre estranea ai fatti”

Interrogato dal gip, Giuseppe Scuteri, il civilista ai domiciliari con le accuse di truffa, falso e sostituzione di persona. La donna respinge gli addebiti

BRINDISI – “Mia madre non c’entra niente, è sempre stata all’oscuro di tutto. Non sapeva della falsa procura del notaio per incassare 15mila euro. Me ne assumo ogni responsabilità, ho sbagliato”: l’avvocato civilista Giuseppe Scuteri, 49 anni, ha ammesso gli addebiti nel corso del lungo interrogatorio di garanzia che si è svolto nella mattinata di oggi, davanti al gip del Tribunale di Brindisi Giuseppe Biondi.

L’interrogatorio e le accuse

RICCARDO MELE-2Il professionista è accusato di truffa, sostituzione di persona e falsità materiale, sia commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, che commessa dal privato. Alla presenza del suo difensore di fiducia, il penalista Riccardo Mele del foro di Brindisi (in foto),  ha risposto alle domande del gip che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari chiesta dal sostituto procuratore Pierpaolo Montinaro, all’esito delle indagini delegate alla Guardia di Finanza, dopo la denuncia sporta da un notaio della città.

Al gip avrebbe consegnato anche il contestato della situazione in cui avrebbe maturato la decisione alla base delle condotte contestate nel provvedimento di arresto, in concorso con la madre, 73 anni. Per la donna il gip ha disposto l’obbligo di presentazione alla pg due volte al giorno, ad orari stabiliti.

Nel corso dell’interrogatorio, il civilista avrebbe precisato più volte la totale estraneità ai fatti della madre, sostenendo che fosse completamente all’oscuro di ogni cosa.

La madre

Nella tarda mattinata odierna si è svolto anche l’interrogatorio della donna, alla presenza dell’avvocato Serena Tucci, del foro di Taranto (nella foto), già suo difensore di fiducia. L’anziana ha respinto gli addebiti.

Le indagini

serena tucci avv-2L’inchiesta sfociata lo scorso 24 luglio nell’esecuzione del provvedimento di custodia cautelare,  è scaturita dalla denuncia sporta da un notaio di Brindisi lo scorso 19 marzo presso la stazione  Centro dei carabinieri. Il professionista riferì ai militari dell'esistenza di una "procura a sua firma falsa", spiegando che il precedente 6 marzo, era stato contattato al telefono dal direttore della filiale di una banca per avere notizie su una procura che, all'apparenza, sembrava rilasciata da un uomo in favore della madre dell'avvocato Scuteri, per incassare la somma di 15.372,17 euro.

L'importo derivava da "un credito vantato da una società cooperativa della quale l'uomo era rappresentante legale nei confronti di una srl, in virtù di una sentenza della Corte d'Appello civile di Lecce, a seguito della trattazione di una causa" iscritta a ruolo nel 2014. In quel procedimento, Scuteri era l’avvocato della parte in favore della quale sia era espresso il collegio giudicante.

Il dubbio del direttore di banca

Il notaio, sempre ai carabinieri, “comunicava la falsità della procura". Il direttore della banca, a quel punto, "chiedeva ulteriori garanzie, ricevendo una mail apparentemente inviata dal notaio che, contattato, ribadiva nuovamente che si trattava di una falsa procura". Falsa era anche la mail, stando a quanto si legge nel provvedimento di arresto nel quale sono state motivate le esigenze cautelari, con riferimento al pericolo di reiterazione del reato.

Il pericolo di reiterazione del reato

Sotto questo profilo, il gip ha ricordato la condanna riportata da Scuteri per analoghe contestazioni, il 19 febbraio scorso: truffa ai danni di una compagnia di assicurazioni, falsità materiale per aver firmato al posto di un notaio, allo scopo di incassare la somma di 16mila euro e sostituzione di persona: un anno due mesi, pensa sospesa e non menzione con 800 euro di multa.

La sentenza è del Tribunale di Brindisi, in composizione monocratica, a conclusione del rito abbreviato ottenuto dall’avvocato Mele. Alla base di quella inchiesta, arrivata a processo, c’era analoga denuncia sporta dallo stesso notaio alla quale si era aggiunta querela di un cliente del civilista. Assolta, invece, la madre per non aver commesso il fatto.

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