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Cronaca

Agguato di mala nel Tarantino: un brindisino fra i presunti killer

Anche un 36enne residente a Francavilla Fontana, Giuliano Parisi, avrebbe preso parte, nel ruolo di esecutore materiale, all'omicidio di Francesco Galeandro avvenuto lo scorso 22 luglio nella periferia di Pulsano (Taranto), al culmine di una disputa per il controllo del territorio fra clan della malavita locale

TARANTO – Anche un 36enne residente a Francavilla Fontana, Giuliano Parisi, avrebbe preso parte, nel ruolo di esecutore materiale, all'omicidio di Francesco Galeandro avvenuto lo scorso 22 luglio nella periferia di Pulsano (Taranto), al culmine di una disputa per il controllo del territorio fra clan della malavita locale. Il francavillese stamani è stato arrestato insieme ad altre cinque persone nell'ambito di un blitz condotto dai carabinieri del comando provinciale di Taranto. Gli indagati sono stati raggiunti da un'ordinanza di custoda cautelare emessa dal gip del tribunae di Taranto Vilma Gilli, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica di Taranto, Antonella De Luca. 

In carcere sono stati condotti: ntonio Serafino, 83 anni, di Pulsano (Taranto); Giuseppe Guaquinto, 28 anni, di Pulsano (Taranto); VincenzoPARISI GIULIANO-2 Caldararo, 46 anni, di Crispiano (Taranto). Sono stati arrestati in regime di domiciliari, invece, Andrea Rizzo, 27 anni, di Taviano (Lecce) e Giovanni Rizzo, 49 anni, di Taviano (Lecce), rispettivamente figlio e padre. 

Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto, del Norm della Compagnia di Manduria e della Sezione di polizia giidiziaria - Aliquota Carabinieri della Procura di Taranto, coadiuvati dai militari delle Compagnie di Taranto, Massafra, Francavilla Fontana, Casarano e Roma Trionfale, con il supporto di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari Palese ed unità cinofile antidroga ed antiesplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno. 

L’attività investigativa scaturita dall’omicidio di Galeandro era sfociata lo scorso 27 settembre in un provvedimento di fermo di indiziato di delitto a carico di Vito Nicola Mandrillo, quale esecutore materiale dell’omicidio, Maurizio Agosta quale mandante e Giovanni Pernorio, quale favoreggiatore e custode delle armi. 

Dopo la convalida del provvedimento, venne emessa ordinanza di custodia cautelare a carico degli stessi. Nella prima fase delle indagini venne inoltre rinvenuta e sequestrata una pistola semiautomatica calibro 7.65 parabellum con matricola abrasa e relativo munizionamento.
L’inchiesta, tuttavia, non si è conclusa con il fermo dei tre, ma è proseguita con l’obiettivo di individuare il secondo, presunto,  killer, la cui presenza era apparsa da subito molto verosimile, visto che Galeandro era caduto sotto il fuoco di una pistola cal. b9x21, ma anche di munizioni cal. 7.62 per kalashnikov e che un agguato così efferato, posto in essere mentre la vittima era in movimento con la propria autovettura Smart, aveva sicuramente beneficiato di un sistema organizzativo più ampio. 

Gli approfondimenti investigativi condotti dai carabinieri sotto la guida della Procura jonica hanno così consentito di risalire alla dinamica completa e alle altre persone coinvolte nel fatto di sangue. 

Nello specifico, gli inquirenti hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di Parisi, quale secondo componente del gruppo di fuoco che insieme a Mandrillo  portò a termine l’agguato mortale. I carabinieri hanno anche definito i ruoli ricoperti dagli altri indagati. Agosta sarebbe stato ideatore, mandante e finanziatore dell’omicidio voluto per il controllo criminale di Pulsano. Secondo il teorema accusatorio, quindi, lo stesso, unitamente a Serafino, Caldararo, Giaquinto e Kandrillo, avrebbe organizzato l’agguato con sopralluoghi e summit riservati, fornendo ai killer le armi utilizzate per l’omicidio, che dagli stessi venivano detenute e trasportate.

I Rizzo, infine, rispettivamente padre e figlio, sono accusati, dopo l’esecuzione del delitto, di aver aiutato i due presunti sicari, Mandrillo e Parisi, a nascondersi, offrendo loro ospitalità presso la propria abitazione di Taviano. Tutto ciò per evitare di sottoporsi ad accertamenti volti ad appurare presenza di polvere da sparo. 

Le indagini, sotto la direzione della Procura tarantina, hanno quindi consentito di accertare l’esistenza di un vero e proprio “pactum sceleris”, finalizzato all’eliminazione fisica di Gaeandro, diventato figura scomoda nella spartizione degli affari illeciti derivanti dallo spaccio di sostanze stupefacenti in Pulsano e comuni limitrofi, al punto da indurre Agosta, con ferocia e determinazione, ad emettere l’ “ordine” di eliminarlo, eseguito dopo un’articolata ed accurata “fase organizzativa” condotta “militarmente” con incontri preparatori, individuazione e procacciamento delle armi e sopralluoghi sul posto in cui si sarebbe eseguita l’azione di fuoco, condotta dai due sicari, dopo lunghe ore di
attesa nascosti nella fitta vegetazione.

I destinatari delle misure restrittive sono stati tutti condotti presso la casa circondariale di Taranto ad eccezione dei Rizzo,  arrestati  in regime di domiciliari. 

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