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Cronaca

Canale Giancola ancora ostruito: dovrebbe occuparsene il Consorzio dell'Arneo

Il tratto finale del canale è sottoposto a vincolo di Sito di Importanza Comunitaria. Nel canale inoltre confluiscono anche gli scarichi della caserma Carlotto della Brigata Marina San Marco

BRINDISI - Non è certamente migliorata la situazione di abbandono e degrado, che da settimane (BrindisiReport.it pubblicò un articolo di denuncia il 5 luglio, ndr) ha trasformato uno degli scorci più belli del litorale brindisino in un angolo maleodorante tra abbondanza di rifiuti e la mancanza di qualunque intervento di bonifica. Parliamo del Canale Giancola, ostruito, a causa di numerosi detriti, a poche decine di metri dallo sbocco in mare; un insieme di resti della fitta vegetazione presente nell’entroterra, di rifiuti “semplici” come possono essere delle bottiglie di plastica e rifiuti un po’ più ingombranti (come si può notare dalle foto di BrindisiReport.it).

Della manutenzione del Canale Giancola dal punto di vista idraulico, come di tutti gli altri canali presenti in provincia di Brindisi, si dovrebbe occupare il Consorzio di bonifica dell’Arneo, ma la situazione in cui versa il consorzio (sono molte le amministrazioni comunali, presenti sul territorio, che hanno sollevato dubbi sull’effettivo operato della società che, giorni addietro, ha fatto arrivare a migliaia di cittadini avvisi di pagamento per fantomatici servizi effettuati; goccia che ha fatto traboccare il “vaso delle lamentele”, ndr) non lascia sperare in un intervento rapido.

Molto probabilmente ci dovremo abituare al tanfo che da settimane ha impregnato l’intera zona e che continuerà per tutto il periodo estivo, complice le alte temperature e l’acqua sempre più stagnante? L’unica soluzione è aspettare un intervento dell’amministrazione comunale che, andando ad attingere nelle casse comunali, dovrebbe, come ha già fatto in passato (nel 2001 venne incaricata Brindisi Multiservizi per lavori di manutenzione nel canale Patri, mentre nel 2013 il Comune sborsò circa 120 mila per interventi straordinari spettanti all’Arneo, ndr) occuparsi di competenze per cui ha già pagato.

Ma va ricordato che sulla foce del Canale Giancola vige il vincolo di Sito di Importanza Comunitaria (Sic) per le biodiversità che vi sono presenti, e che la cura del Sic di Giancola - debitamente segnalato da cartelli - è in capo al Consorzio di gestione dell'Area marina protetta e della Riserva naturale dello Stato di Torre Guaceto. Quindi l'ostruzione del canale alla sua foce interessa direttamente l'integrità del tratto sottoposto a vincolo, che fu apposto per evitare ulteriori invasioni antropiche come quelle delle abitazioni poste proprio a ridosso dell'alvelo del canale. Inoltre, c'è un altro particolare che pochi conoscono, inclusi gli ambientalisti che hanno scatenato la guerra contro il nuovo depuratore di Bufalaria ed il suoi scarico nel Canale Reale, in prossimità della foce che si trova nell'area di Torre Guaceto.

Nel Canale Giancola, lungo sette chilometri, e con origini nei pressi di Masseria Marmorelle, in virtù di un accordo tecnico tra Marina Militare e Consorzio dell'Arneo, e attraverso un affluente, con i pareri favorevoli di Regione Puglia e Provincia di Brindisi, vengono scaricate le acque reflue del depuratore biologico della caserma Carlotto della Brigata Marina San Marco, e le acque meteoriche di dilavamento dei piazzali della stessa base. Quindi tutto attraversa il tratto sottoposto a vincolo Sic e finisce in mare nell'insenatura di Torre Testa (dove c'è il divieto di balneazione). Per questa servizio alla Marina, il Consorzio dell'Arneo incassa annualmente circa 9.500 euro. L'ostruzione del tratto finale del canale va perciò risolta, e sarebbe ora che qualcuno si muovesse.

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