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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Fontana Tancredi, certificazione del notaio Errico per l’impresa: “Conflitto di interessi”

Italia Nostra scrive al Comune e alla Procura dopo la scoperta dell'atto firmato pochi giorni fa dal consigliere politico della sindaca: "Prima ha rogato l'acquisto della società Edl Mic, poi con una certificazione tenta di salvare la sua posizione e quella del Comune: in caso di annullamento del permesso a costruire sarebbe chiamato a risarcire i danni"

BRINDISI –  “Il notaio Michele Errico, consigliere politico della sindaca Angela Carluccio, ha firmato una certificazione sulla Fontana Tancredi per l’impresa Edil Mic in virtù della quale il Comune non annulla, in autotutela, il permesso a costruire rilasciato alla ditta: è lo stesso pubblico ufficiale che prima ha rogato gli atti di compravendita della società e poi con un discutibile atto a sua firma tenta di salvare sia la sua posizione che quella dell’Ente di Brindisi”.

Angela Carluccio e Michele Errico-2Per Italia Nostra, in altri termini,  Errico sarebbe scivolato in una situazione di “conflitto di interesse” ed è per sollevare questo status che l’associazione, assieme alle altre a vocazione ambientaliste, ha scritto una lettera all’Amministrazione cittadina, rivolgendosi sia alla sindaca Angela Carluccio, che al nuovo dirigente dell’Urbanistica Teodoro Indini, sia alla Procura, ancora a caccia di un vincolo apposto alla Fontana Tancredi 48 anni addietro dalla Soprintendenza. Risale al 20 febbraio 1968. Ma nel carteggio custodito negli archivi di Palazzo di città non c’è traccia.

Agli atti del Comune, di recente, risulta una lettera spedita alla Provincia con cui l’Ente cittadino “avrebbe comunicato di non poter accogliere l’invito ad annullare il permesso a costruire” rilasciato all’impresa di costruzioni brindisina. L’ha riscontrata con “malcelato stupore”, Italia Nostra che continua a sostenere che ci siano “rilevanti violazioni agli strumenti urbanistici e gravi illegittimità, così come emersi a conclusione dell’istruttoria condotta dalla Provincia”, tutto “trasfuso in una relazione tecnica allo stesso che lo staff del Comune conosce benissimo perché parte di quel procedimento”.

Ed è sempre dagli atti del Comune che spunta una “sopravvenuta certificazione notarile di parte, datata 10 gennaio 2017, a firma di Michele Errico, con cui la Edil Mic ha inteso contestare l’esistenza di un diritto di enfiteusi perenne sul suolo” sul quale l’impresa intende realizzare una palazzina, dopo aver ottenuto il permesso a costruire. “Il Comune non prende posizioni su altri elementi, ma su questo sì”, si legge nella nota delle associazioni. “Nonostante l’Istituto diocesano per il sostentamento del Clero abbia rivendicato la titolarità piena ed esclusiva sul bene, quale concedente enfiteusi perpetua, specificando di non aver mai affrancato lo stesso a terzi”, è stato specificato con riferimento alla lettera che per l’Istituto è stata scritta dall’avvocato Teodoro Selicato lo scorso mese di novembre.

Ma Errico è intervenuto in “maniera irrituale”, sostengono le associazioni con Italia Nostra in testa: a sua firma ci sono i rogiti delle compravendite Longo-Labate e poi Labate-Edil Mic e infine risulta il 10 gennaio 2017 a sua firma la certificazione in favore della ditta anche se, nel frattempo, e più esattamente dal “giugno 2016 è consigliere e garante per la Trasparenza del Comune e persona di fiducia della sindaca nominato dal 21 luglio”.

Le associazioni a questo punto si chiedono come mai Errico “pur rogando gli atti non avrebbe tenuto in considerazione sia l’atto del Clero sia l’atto di rettifica degli eredi Longo i quali nel dicembre 2014 con cui si precisava la loro posizione, non già proprietario bensì enfiteuti?”. Sempre secondo Italia Nostra, il notaio si espone “sia pure in via teorica, a responsabilità dei confronti della Edil Mic”.

“In particolare – si legge – potrebbe sembrare che il notaio Errico attraverso un discutibile atto di certificazione tenti di salvare sia la posizione del Comune che in caso di annullamento del permesso a costruire sarebbe chiamato ai danni della stessa Edil Mic e infine la propria posizione, per responsabilità professionale, in quanto aveva il compito di verificare preliminarmente la stipula di ogni atto, la legittimità della documentazione presentata dai venditori e non di attenersi alle dichiarazioni rese da questi”.

Di fronte a queste situazioni, le associazioni da un lato invitano la Provincia a “stralciare tutte le documentazioni” tardive che siano cioè state “prodotte da soggetti interessati oltre termine previsto dalla procedura di annullamento in autotutela”, dall’altro hanno deciso di trasmettere gli atti in Procura.

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