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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Carmela: cinque anni senza giustizia

TARANTO - Nel suo diario, dopo lo stupro che aveva subito alla fine del 2006 in un camper al quartiere Tamburi, scriveva sempre: "Io sono Carmela". La traccia più viva della 13enne che dopo la violenza di gruppo fu considerata disturbata mentalmente, allontanata dai genitori e affidata a due diverse case famiglia, una a Lecce e un'altra a Gravina, la stessa di Ciccio e Tore. E una volta tornata a casa, esattamente cinque anni fa, si lasciò cadere nel vuoto dal settimo piano del palazzo dove si trovava il suo appartamento, al quartiere Paolo VI. Solo dopo quella tragica fine le indagini accertarono che c'erano cinque responsabili di quelle violenze, e che Carmela Cirella non aveva inventato nulla.

TARANTO - Nel suo diario, dopo lo stupro che aveva subito alla fine del 2006 in un camper al quartiere Tamburi, scriveva sempre: "Io sono Carmela". La traccia più viva della 13enne che dopo la violenza di gruppo fu considerata disturbata mentalmente, allontanata dai genitori e affidata a due diverse case famiglia, una a Lecce e un'altra a Gravina, la stessa di Ciccio e Tore. E una volta tornata a casa, esattamente cinque anni fa, si lasciò cadere nel vuoto dal settimo piano del palazzo dove si trovava il suo appartamento, al quartiere Paolo VI. Solo dopo quella tragica fine le indagini accertarono che c'erano cinque responsabili di quelle violenze, e che Carmela Cirella non aveva inventato nulla.

Due, all'epoca minorenni, sono stati affidati alla messa in prova per 15 mesi, mentre per tre maggiorenni il processo si trascina stancamente malgrado il reato gravissimo di violenza sessuale aggravata su minore: solo quattro udienze sino ad oggi. E il padre di Carmela, Alfonso Frassanito, che ha fatto ormai una ragione di vita l' ottenere giustizia per lei (ha fondato anche l'associazione IoSoCarmela), combattendo su internet ma anche davanti ai ministeri, oggi nel quinto anniversario di quel drammatico 15 aprile 2007, ha scritto una lettera aperta per protestare ancora contro la lentezza del processo.

"Stato, istituzioni, giustizia, ministri, dove siete? Quanti secoli vi occorrono per celebrare finalmente questi maledetti processi?". Il processo ai tre maggiorenni accusati dei fatti si trascina "tancamente e sono state celebrate solo quattro udienze, mentre due giovani (all'epoca dei fatti minorenni) hanno evitato la condanna, nonostante la confessione, con il riconoscimento della messa alla prova", scrive Alfonso Frassanito. E' giunto ormai "il quinto vergognoso anniversario senza giustizia per Carmela, figlia, suo malgrado, di questo paese ipocrita e incivile, che con il suo silenzio e la sua indifferenza si rende complice di queste atrocità".

"Ogni martedì, in quello stesso tribunale di Taranto, che per il processo contro gli stupratori di Carmela di udienze riesce a farne solo una ogni sei mesi si svolgono le udienze per il delitto, altrettanto vergognoso della piccola Sarah Scazzi", si legge nella lettera aperta. "Sembra di essere a Hollywood, telecamere dappertutto, imputati divenuti vip e calca di curiosi disposti a perdere giornate di lavoro pur di apparire davanti alle telecamere". Ma dove sono le luci della ribalta "quando la giustizia la si chiede per Carmela e per altre vittime come lei? Basta  con l'eccessivo garantismo nei confronti di chi stupra e ammazza (anche e soprattutto quando ad uccidere è lo stesso Stato) calpestando invece sempre e comunque i diritti delle vittime", dichiara il padre di Carmela.

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