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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Caso Mele: chiese soldi, condannata Zenobi

BRINDISI - La “proposta indecente” costa alla fine una condanna per tentata estorsione alla donnina che trascorse una notte brava con l’ex onorevole Mimmo Mele, oggi sindaco di Carovigno e al suo ex difensore. Per Francesca Zenobi e l’avvocato Emanuele Antonacci, originario di Gallipoli, è stata decisa una pena di un anno e otto mesi di reclusione.

BRINDISI - La “proposta indecente” costa alla fine una condanna per tentata estorsione alla donnina che trascorse una notte brava con l’ex onorevole Mimmo Mele, oggi sindaco di Carovigno e al suo ex difensore. Per Francesca Zenobi e l’avvocato Emanuele Antonacci, originario di Gallipoli, è stata decisa una pena di un anno e otto mesi di reclusione.

I due erano imputati di tentata estorsione per aver chiesto denaro a Mele, a margine dello scandalo a luci rosse che ebbe luogo all’hotel Flora di via Veneto il 27 luglio di sette anni fa, durante una notte trascorsa dall’ex parlamentare Udc con la donna. I due avrebbero proposto al legale dell’ex onorevole Udc un accordo: con il versamento di 100.000 euro o di una cifra inferiore e di un contratto con Mediaset, la Zenobi sarebbe stata disponibile a diminuire la valenza delle proprie dichiarazioni rilevanti per un altro procedimento, per cessione di cocaina e per omissione di soccorso, a carico di Mele in relazione a quanto accaduto quella notte.

Dall’accusa di omissione di soccorso Mele è stato poi prosciolto, mentre pende ancora il primo grado del processo per cessione di droga. In particolare la Zenobi non avrebbe presentato la domanda di costituzione di parte civile, assicurando che anche la seconda ragazza (tale Maria) presente quella notte, non avrebbe creato ostacoli. A rivelare tale pretesa, fu uno dei legali dell’onorevole Mele, l’avvocato Susanna Gaiotto, intenzionata a smascherare i propositi della Zenobi, che da presunta vittima di un festino a base di sesso e coca è così successivamente finita sotto processo insieme al suo ex legale. Nel fascicolo del dibattimento sono finiti i nastri delle registrazioni della “proposta”, trascritti con perizia. “La verità sta emergendo” è il commento dell’avvocato Guagliani. Mele si era costituito parte civile nel processo. Il risarcimento, stando a quanto ha stabilito il giudice, dovrà essere determinato in sede civile.

 

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