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Cronaca

“Centro diurno, corruzione e assunzioni di parenti”: chiesto il processo

Imputati un dirigente del Comune e il figlio, un assistente sociale e la sorella e un presidente di una coop sociale. L’inchiesta partita dalla segnalazione del sindaco Coppola

OSTUNI – Non solo documenti, anche intercettazioni telefoniche e ambientali alla base della richiesta di processo nei confronti di cinque persone con l’accusa di corruzione in relazione al bando per il centro diurno, indetto dal Comune di Ostuni, del valore di un milione di euro. Con il sospetto che dietro l’affidamento in favore di una coop, ci siano state assunzioni (o promesse) riservate ad alcuni parenti.

Comune di Ostuni

Gli imputati

La Procura di Brindisi ha chiesto il processo a conclusione dell’inchiesta delegata ai militari della Guardia di Finanza, nei confronti di: Antonio Minna, ex dirigente del settore Politiche Socio-Educative del Comune di Ostuni; Rosanna Danese, assistente sociale; Giovanni Spennati, presidente della cooperativa sociale Libera nonché socio e gestore di fatto della Cooperativa sociale Penelope; Grazia Danese e Paride Minna, rispettivamente sorella di Danese Rosanna e figlio di Antonio Minna, questi ultimi ritenuti  beneficiari dall'accordo corruttivo.

La gara e la segnalazione del sindaco

Il sindaco di Ostuni, Gianfranco Coppola-2Sotto la lente di ingrandimento delle fiamme gialle è finita la gara pubblica per l’affidamento dell’appalto per il centro diurno, per un periodo di tempo pari a cinque anni, dopo la segnalazione partita dal sindaco della Città Bianca, Gianfranco Coppola. Il sindaco riferì di aver trovato nella buca delle lettere della sua abitazione una missiva non firmata, in cui l’anonimo estensore ricostruiva la storia dell’appalto evidenziando alcune parentele nelle assunzioni in una coop.

"Quella missiva era senza firma ma conteneva alcuni nominativi e poneva interrogativi precisi", spiega Coppola. "Era piuttosto circostanziata e di conseguenza l'ho consegnata alla Guardia di Finanza. Risale a due anni fa, più o meno. Era mio dovere darne conto e consegnarla agli investigatori”, disse a BrindisiReport all’indomani della notifica degli avvisi di garanzia, l’11 novembre 2016.

L’accusa di corruzione

A conclusione degli accertamenti, il pm ha confermato l’impostazione iniziale, con alcune precisazioni, e ha chiesto il rinvio al giudizio del Tribunale per tutti e cinque. “In concorso fra loro ed in esecuzione di accordo corruttivo”, si legge nel capo di imputazione.

Il ruolo di corruttori è stato contestato a “Minna Antonio nella qualità di Pubblico Ufficiale - dirigente del settore Politiche Socio-Educative del Comune di Ostuni, coordinatore dell'Ufficio di Piano dell'Ambito Sociale Territoriale fra i Comuni di Cisternino, Fasano e Ostuni nonché presidente della commissione aggiudicatrice”, a Danese Rosanna nella qualità di Pubblico Ufficiale - assistente sociale del Comune di Ostuni, componente esperto della commissione aggiudicatrice” e a “Spennati Giovanni nella qualità di presidente della cooperativa sociale Libera nonché socio e gestore di fatto della Cooperativa sociale Penelope”.

Le assunzioni contestate

Dall’altra parte, come partecipi dell’accordo e quindi come beneficiari, la Procura ha indicato “Danese Grazia e Minna Paride rispettivamente sorella di Danese Rosanna e figlio di Minna Paride”.

La contestazione attiene all’alterazione in maniera fraudolenta, per “Minna Antonio e Danese Rosanna in violazione dei foro doveri di ufficio” dello “svolgimento della gara ad evidenza pubblica per la gestione in concessione del centro diurno socio-educativo "Il Volo di Icaro" operante in Ostuni, per un impegno di spesa di euro un milione in cinque anni”. In tal modo, sempre seguendo l’impostazione accusatoria, doveva essere esclusa la “Cooperativa Sociale Prisma, precedente gestore”, per arrivare all’aggiudicazione “illecita in violazione di legge e regolamento e del dovere di astensione, alla Cooperativa Libera”.

In questo modo – è scritto nel capo di imputazione – “si arrecava un ingiusto danno patrimoniale alla prima coop e ingiusto vantaggio alla seconda”. Allo stesso tempo ci sarebbero state assunzioni o promesse in questa direzione: “Minna Paride e Danese Grazia, l'uno assunto, in esecuzione dell'accordo corruttivo con  Spennati, prima a tempo determinato e, subito dopo l'illecita aggiudicazione, a tempo indeterminato presso lo studio di Lavolta Maria Carmela, socia della Cooperativa Libera e rappresentante legale della Coop Penelope) e l'altra cui era stata promessa dallo stesso Spennati, l 'assunzione con funzioni di coordinatrice tecnico-organizzativa presso il centro diurno "II Volo di Icaro ".

L’udienza preliminare

Antonio MarucciaE’ in corso l'udienza preliminare, come ha ricordato il procuratore generale  della Corte d’Appello di Lecce, Antonio Maruccia, in occasione della recente inaugurazione dell’anno giudiziario. Nella relazione è stato anche fatto riferimento all’inchiesta della Procura brindisina, avviata dal sostituto Valeria Farina Valaori, ora in servizio a Lecce. Nel fascicolo del pm, c’è anche il parere dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, che ha “condiviso tutte le risultanze operative contestate”. Di fronte al gup, gli imputati avranno modo di chiarire la propria posizione, anche con il deposito di memorie difensive.
 

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