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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca San Vito dei Normanni

Chiusa indagine su parco eolico, 11 indagati. Enel: "Rispetto di norme e ambiente"

Si è conclusa con l’invio di avvisi a undici soggetti l’indagine della procura di Brindisi e della Guardia di Finanza di Ostuni sul progetto di un parco eolico di Enel Green Power nelle campagne di San Vito dei Normanni, sottoposto a sequestro nel dicembre del 2014

SAN VITO DEI NORMANNI – Si è conclusa con l’invio di avvisi a undici soggetti l’indagine della procura di Brindisi e della Guardia di Finanza di Ostuni sul progetto di un parco eolico di Enel Green Power nelle campagne di San Vito dei Normanni, sottoposto a sequestro nel dicembre del 2014. Tra le persone indagate, che ora hanno 20 giorni di tempo per produrre controdeduzioni prima che il pm titolare dell’inchiesta, Milto De Nozza, ne chieda il rinvio a giudizio oppure proponga archiviazioni, c’è un dirigente protempore del settore urbanistico del Comune di San Vito dei Normanni, oltre a tre funzionari della Regione Puglia e a due dirigenti di Enel Green Power.

A tale proposito, Enel Green Power oggi ha diramato un comunicato. “In  merito alla notizia dell’avviso di conclusioni delle indagini notificato agli indagati in relazione al progetto eolico di San Vito dei Normanni , Egp precisa che è parte della propria filosofia realizzare i propri impianti per la produzione di energia rinnovabile in modo sostenibile ed in piena conformità alla legge. La società non ha interesse a costruire impianti da fonti rinnovabili in contesti locali ostili o comunque poco favorevoli agli investimenti, anche se sostenibili”, si spiega nella nota, piuttosto eloquente.

“Rimanendo confidenti sulla correttezza dei comportamenti dei propri manager, che forniranno agli inquirenti tutte le argomentazioni e prove per dimostrare l’infondatezza ai fatti contestati (assenza nell’area interessata di ulivi monumentali e correttezza dei dati delle gittate delle pale eoliche come da certificazione del produttore), considerate le innumerevoli difficoltà e le opposizioni di parte della comunità locale – conferma la società di Enel che opera nel settore delle fonti energetiche rinnovabili -, il progetto di  San Vito dei Normanni è stato abbandonato da tempo e non vi è alcuna intenzione di realizzare altri investimenti nella zona”.

A innescare le indagini era stato il Comitato contro il parco eolico industriale di San Vito dei Normanni che aveva presentato un esposto corredato anche di fotografie. Al momento del sequestro, scattato la mattina del 5 dicembre 2014, gli indagati erano cinque: i due dirigenti Enel Green Power, il dirigente dell’Ufficio tecnico comunale di San Vito che a suo tempo aveva firmato un atto che escludeva la presenza di vincoli nell’area, un agronomo di e il direttore dei lavori, entrambi di Ostuni. Sulla base degli atti forniti, la Regione Puglia aveva escluso l’intervento dalla procedura di Valutazione di impatto ambientale.

Il progetto dell’Enel prevedeva sei aerogeneratori dell’altezza di 80 metri esclusa la misura della pala, della potenza installata di 3 megawatt ciascuno. L’area era sottoposta a vincolo paesaggistico, interferiva con la presenza di ulivi monumentali e abitazioni, e interessava varie contrade tra le provinciali San Vito – Mesagne e San Vito - Francavilla Fontana: Varvolla, Monaci, Iacucci Vecchia, Vora.

Enel Green Power ricevette dalla Regione Puglia l’Autorizzazione unica con determinazione numero 23 del dirigente regionale Servizio Energia Reti e Infrastrutture Materiali per lo Sviluppo, il 27 marzo 2012, ma il via libera della maggioranza di centrodestra al Comune di San Vito era stato dato già nel 2007, con la convenzione stipulata nell’agosto di quell’anno. La determina regionale di esclusione dalla Via giunse il 31 gennaio 2008, ma il progetto della stazione elettrica inclusa nel progetto stesso fu presentata invece il 19 ottobre del 2009.

Proprio questa discrepanza, nell’aprile del 2015, assieme ad altri aspetti dell’iter autorizzativo, indussero anche la giustizia amministrativa a censurare l’operazione. Il Consiglio di Stato infatti annullò l’esproprio dei terreni, accogliendo le impugnazioni dei proprietari i quali avevano perso in primo grado davanti al Tar di Lecce. E quella, dopo il sequestro penale, è stata un’altra pietra angolare del percorso per fermare il progetto stesso in via definitiva, come si evince dalla stessa dichiarazione di rinuncia da parte di Enel Green Power.

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