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Cronaca

Comune, bilancio in sofferenza: contenziosi per 50 milioni, fitti non pagati. Ma per la Tari possibili tagli

Il commissario Giuffrè: “Situazione non felice, né tragica, ma attenzione alta anche per i risvolti sociali”. Il sub Albertini: “Nodi legali come bombe ad orologeria nel settore ambiente con Nubile, Formica, Traseco ed Ecogas: se dovessero essere accolti i risorsi, rischio dissesto”

BRINDISI -  Probabilmente, in qualche altra parte del Belpaese, c’è più di qualcuno che sta peggio di noi brindisini, messi di fronte ai conti del Comune. Magra consolazione. Fatto sta che il bilancio è in sofferenza. E non è una novità. Ma a sentire la struttura commissariale la situazione “non felice” non è sinonimo di tragedia. Niente affatto, se sarà possibile tagliare la Tari dal prossimo anno, visti i risultati conseguiti con la raccolta differenziata.

Rifiuti e contenziosi

La discarica di rifiuti solidi urbani di Autigno

Vero è che ci sono una serie di problematiche, a partire dai contenziosi legali nel settore ambiente, per lo più legati alla gestione della discarica di Autigno, di proprietà dell’Ente: “Una bomba ad orologeria per 50 milioni di euro, somma complessivamente chiesta da una rosa di società”, ha detto il sub commissario Onofrio Albertini, delegato al bilancio del Comune da Santi Giuffrè, al timone di Palazzo di città. Ci sono Formica Ambiente, diventato casus belli tra l’ex sindaca Angela Carluccio e il garante Michele Errico (il notaio mise fine alla collaborazione iniziata ai tempi delle primarie nella coalizione centrista), Nubile srl anche in relazione all’impianto di Cdr il cui appalto è al centro del processo per corruzione in cui sono imputati l’ex sindaco Mimmo Consales e l’ex amministratore unico Luca Screti. E ancora Transeco ed Ecogas, l’unica ad oggi aver chiesto al Comune un incontro.

Le dichiarazioni del commissario Giuffré: guarda il video

“Stiamo cercando soluzioni, anche se i contendenti non sembrano interessati ad accordi transattivi. Nel caso in cui le società dovessero vedere riconosciute dai giudici le rispettive richieste, in quel caso ci sarebbe il concreto rischio di dissesto per il Comune di Brindisi”. Rischio, al momento scongiurato, hanno detto oggi nel corso della conferenza stampa convocata per fare chiarezza sui conti dell’Amministrazione, dopo le richieste di alcune parti politiche.

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Partiti e movimenti presenti

Erano presenti gli esponenti della lista Brindisi in Alto con Maria Greco, Coerenti per Brindisi con Marika Rollo, Brindisi Bene Comune con Riccardo Rossi, Partito democratico con Vittorio Rina, Articolo Uno con Vincenzo Albano, Udc con Raffaele Iaia, Brindisi Prima di Tutto con Claudio Niccoli, Noi Centro con Giampiero Epifani, Pri con Birgitta. Assenti i rappresentanti del centrodestra, da Forza Italia alla Lega di Salvini, nessuna traccia dei Cinque Stelle. Eppure saranno tutti della prossima partita elettorale, a maggio.

La spina del fianco del Comune, quindi, resta il settore Ambiente, con l’impatto negativo costituito dalla mancata riapertura della discarica Autigno, dopo il sequestro nel 2015: “Il costo ammonta a cinque milioni di euro l’anno”, ha detto Padovano. Nel bilancio di previsione lasciato in eredità dalla passata gestione centrista era stata inserita come entrata, nella speranza che la situazione si sbloccasse. Niente da fare.

La Tari

L’unica notizia positiva potrebbe arrivare dalla raccolta differenziata perché se effettivamente dovesse essere mantenuto nel futuro il risultato del 51 per cento, il Comune sarebbe nelle condizioni di tagliare la Tari, la tassa corrispondente. Tari che, come si ricorderà, è e resta a Brindisi la più alta d’Italia. La conferma si potrà avere solo dopo il 31 dicembre a chiusura dell’anno.

Al momento restano i problemi legati all’esiguità delle entrate, anche per effetto della sforbiciata ai trasferimenti dallo Stato, scesi da 16 milioni a 13, e alle difficoltà nella riscossione di imposte e tasse.

Le riscossioni

Bilancio in sofferenza anche qui, per le riscossioni: per le principali voci della tassazione, se da un lato l’importo stimato è pari a 14 milioni e mezzo, quello incassato oscilla tra dieci e undici milioni. Nel caso della Tari la società Abaco, titolare della riscossione per conto del Comune, ha incamerato appena due milioni di euro a fronte di cartelle spedite di recente per un totale di 14milioni e 693mila euro. Volendo aggiungere i tributi minori, gli incassi derivanti dalle multe per violazioni al Codice della Strada, nelle casse di Palazzo di città ci sono poco meno di cinque milioni di euro, rispetto ai 25milioni che dovrebbero essere introitati. Esattamente 4 milioni e 978mila euro.

Se l’ossigeno è alquanto limitato, l’Amministrazione deve comunque garantire una serie di servizi, la cui copertura solo in minima parte arriva dai contributi posti a carico degli utenti: per gli asili nido, ad esempio, il costo annuo ammonta a 811mila euro, le entrate per le rette si fermano a 320mila; per il ricovero sui minori, la spesa raggiunge il tetto di cinque milioni di euro, ma gli incassi non vanno oltre i tre milioni. Ci sono, inoltre, gli impianti sportivi e in questo caso la spesa ammonta a un milione e mezzo l’anno, con copertura solo per 250mila sotto forma di ticket per l’uso.

Il Commissario assicura: “Tagli non ne abbiano fatti”. Ma i centristi, con in testa Claudio Niccoli, hanno fatto riferimento al nuovo bando per l’integrazione scolastica, con importi limitati rispetto a quello precedente.

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Gli affitti degli alloggi popolari

Non arriva la giusta spinta neppure dai fitti degli alloggi popolari, dove si registrano situazioni paradossali da anni: nuclei che non hanno mai pagato i canoni di locazione, brindisini che occupano case assegnati ad altri, famiglie subentrate dopo ave rilevato le chiavi in “nero” (esiste un mercato di compravendita delle case, sul quale sono al lavoro i vigili urbani) e ancora assegnatari che non hanno firmato il contratto. Risultato: mancano all’appello 600mila euro. “L’Abaco, per la prima volta, ha attivato le ingiunzioni di pagamento”, ha detto Michele Albertini. Il punto è che non si è mai fatto prima un incrocio fra i dati in possesso dell’ufficio Casa del Comune, con l’anagrafe dei contribuenti.

La vendita degli immobili

Quanto al patrimonio immobiliare, l’Ente ha già messo in vendita alcune unità, ricevendo offerte per un milione e mezzo di euro, per lo più riferibili alle strutture adibite a negozi. Altri immobili saranno messi in vendita a partire dal 2018. Tra questi, anche l’ex palazzina dell’Agenzia delle Entrate, acquisita dal Demanio.

Di fronte a una situazione del genere, l’Amministrazione è costretta a fare ricorso alle anticipazioni di cass: 15 milioni, in media, sono stati chiesti alla banca tesoriere negli ultimi tre anni, con interessi compresi fra 200 e 300mila euro. Con richiamo della Corte della Conti, visto che tale richiesta è da considerare straordinaria.

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