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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Condannato a 22 anni, detenuto di Brindisi interrompe le cure per protesta

Il suo legale: “Chiede trasferimento dal carcere di Secondigliano a quello di Lecce per stare vicino alla famiglia”

BRINDISI – In carcere con l’accusa di rapine in serie, ha scoperto di essere affetto da Linfoadenite laterocervicale tubercolare: da ieri il detenuto, di Brindisi, ha sospeso la terapia in segno di protesta per chiedere il trasferimento dal carcere di Secondigliano a quello di Lecce, più vicino alla sua famiglia.

Il detenuto

Avv. Francesco Monopoli-5Il brindisino, 43 anni, ha accumulato pene per oltre 22 anni. Stando ai conteggi in nome della giustizia, sentenze passata in giudicato alla mano, risulta essere stato condannato a 22 anni, undici mesi e 29 giorni di reclusione. Da diversi anni è ristretto nel penitenziario campano e stando quanto sostiene lo stesso, la distanza tra Secondigliano e Brindisi sarebbe un ostacolo alle visite dei parenti e della madre in modo particolare.

La richiesta di trasferimento è stata formalmente depositata dall’avvocato Francesco Monopoli del foro di Brindisi (nella foto accanto)  alla Direzione generale dei detenuti e del trattamento e alla direzione della casa circondariale di Napoli-Secondigliano, facendo espresso riferimento alle condizioni di salute del detenuto.

La protesta

Sarebbe stata la madre del brindisino ad avvisare il penalista che il figlio aveva “interrotto drasticamente e volutamente la terapia farmacologia che assumeva e questo in segno di protesta, al fine di ottenere un trasferimento presso la casa circondariale di Borgo San Nicola, a Lecce”. Istituto di pena più vicino a Brindisi, tenuto conto della carenza di posti nella struttura di via Appia.

Le condizioni di salute

Il legale ha evidenziato che il suo assistito è “affetto da gravissime patologie” e ha allegato la documentazione medica ritenuta utile per certificare le condizioni di salute. I certificati attestano una “infezione da Hiv Cat C3, da linfoadenite tubercolare, tiroide ad alta densità disomogenea”. Situazione che lo costringe ad “assumere necessariamente terapia farmacologica”.

Tenuto conto della situazione e della preoccupazione espressa dalla madre del detenuto, l’avvocato Monopoli ha chiesto di valutare “urgentemente la sussistenza dei presupposti per l’applicazione della disposizione normativa di cui all’articolo 42 della legge 354 del 1975, secondo comma”. Il riferimento è all’ordinamento penitenziario e al trasferimento per consentire l’avvicinamento familiare. Il penalista ha chiesto anche di “monitorare attentamente la questione al fine di preservare e tutelare la salute del detenuto”.

Il carcere di Lecce, Borgo S.Nicola

Le condanne

Il brindisino è stato riconosciuto colpevole di diverse rapine consumate in città nel periodo di tempo compreso tra il 2009 e il 2011: tra i capi di imputazione, ci sono l’assalto al furgone blindato di un istituto di vigilanza che stava per depositare denaro a uno sportello della Posta e i colpi nei supermercati e in tabaccheria.

Le precarie condizioni di salute erano state già sollevate all’indomani dell’ultimo arresto avvenuto a Brindisi, in sede di interrogatorio per la convalida, dinanzi al giudice per le indagini preliminari. Ma il gip ritenne che fossero comunque compatibili con il carcere, tenuto conto della pericolosità sociale dell’indagato, nel frattempo diventato imputato e condannato.

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