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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

“Consales istigatore della concussione”: appello del pm dopo l’assoluzione dell’ex sindaco

Chiesta la condanna a cinque anni e quattro mesi per il pagamento del debito con Equitalia: “La realtà delle azioni ha superato la fantasia”. Per l’ex direttore Puzzovio invocati sei anni e otto mesi. La difesa del giornalista: “Estranei anche all’abuso d’ufficio per la vicenda News”

BRINDISI – “L’ex sindaco Mimmo Consales è stato determinatore o comunque istigatore del reato di concussione tentata e consumata: era consapevole del ruolo e delle funzioni di Giuseppe Puzzovio, direttore provinciale della sede di Brindisi di Equitalia, ed è il diretto beneficiario delle utilità conseguite, vale a dire del quietanzamento di rate di debito scadute, pagate in violazione della normativa anticiclaggio, e del mancato avvio a suo carico della procedura di esecuzione forzata”.

Il pm Giuseppe De NozzaIl sostituto procuratore Giuseppe De Nozza ha proposto appello dopo l’assoluzione dell’ex primo cittadino dall’accusa mossa nel troncone Equitalia “perché il fatto non sussiste” e ha chiesto alla Corte salentina la condanna a cinque anni e quattro mesi, da aggiungere a quella a un anno e sei mesi, pena sospesa, per abuso d’ufficio legata ai servizi call center e rassegna stampa affidati dal Comune alla News, società riconducibile allo stesso Consales (anche dopo la cessione di quote dopo l’elezione). Il pm ha chiesto anche la condanna di Puzzovio a sei anni e otto mesi, ricordando che non si è sottoposto all’esame, né ha reso interrogatorio, e che in questa storia il “buco nero” è allo stato l’interesse che muoveva il dirigente Equitalia. “Ma è esistito ed è ragionevole ritenere che fosse di natura patrimoniale”, ha scritto il pm. Per entrambi è stata invocata la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, dopo aver confermato che nella vicenda “la realtà delle azioni umane supera la fantasia”: in sede di requisitoria il pm ebbe modo di affermare che si trattava di vicenda fantozziana di fronte a denaro contante che circolava in buste, in violazione delle normativa antiriciclaggio, per poi confluire in assegni spiccati su conti correnti di dipendenti Equitalia. “Si tratta di un’accusa di concussione assai peculiare perché la persona offesa non è un imprenditore gravato da un debito, ma dipendenti Equitalia, e il beneficiario è il debitore Consales”.

I motivi di appello sono stati depositati lo scorso 11 luglio. Lo stesso ha fatto l’avvocato Massimo Manfreda, difensore dell’ex sindaco, tornato a fare il giornalista, per chiedere alla Corte d’Appello di Lecce di riconoscere l’estraneità dell’imputato rispetto all’abuso d’ufficio che il Tribunale di Brindisi ha affermato con sentenza il 17 marzo scorso. Il primo giudice ha ravvisato la violazione dell’obbligo di astensione e un profitto ingiusto derivante dall’affidamento dei servizi a un soggetto non legittimato, la News passata nelle mani di Alessio Vincitorio, nipote dell’ex socio di Consales, Sabino Porro, anche lui giornalista. Vincitorio è stato condannato a un anno e un mese, mentre per Porro c’è stata assoluzione. Entrambi sono difesi dall’avvocato Carmelo Molfetta il quale ha appellato la condanna per Vincitorio.

I due tronconi del processo, Equitalia e News, stando all’impianto accusatorio mosso dalla Procura, all’esito delle indagini delegate alla Digos, trovano fondamento nell’esposizione debitoria di Consales, pari a 315mila euro, e nel desiderio dell’ex sindaco di risolvere i problemi finanziari per mantenere in vita la News, nell’ottica di un possibile ritorno come socio, dopo il mandato. Da un lato, secondo questa impostazione, avrebbe sollecitato la struttura burocratica del Comune al fine di rinnovare gli affidamenti per call center e rassegna stampa sino a partecipare alle delibere di Giunta, dall’altro avrebbe posto in essere condotte di “costrizione” per saldare il debito scivolando nella concussione.

Il palazzo di giustizia di LeccePer la difesa di Consales, il dibattimento ha dimostrato che i servizi venivano resi da decenni; che le amministrazioni precedenti, comprese due gestioni commissariali, avevano confermato le attività alla News; che i prezzi rimanevano invariati; che i servizi erano comunque necessari. E che, in occasione della prima delibera, il precedente contratto era già scaduto, mentre nel secondo l’allora sindaca sollecitasse una gara, esclusa dai dirigenti. Non solo. Secondo il difensore, Massimo Manfreda, il Tribunale ha ritenuto che il debito di una società debba essere affrontato nell’ambito di un unico esercizio finanziario senza essere spalmato, come avviene per prassi.

Per il pm non solo è stato dimostrato l’abuso d’ufficio, ma il processo ha evidenziato a carico di Consales anche “condotte di costrizione”, tenuto conto della mole di documenti acquisiti e delle dichiarazioni rese da tre dipendenti di Equitalia Leonardo Cofano, Alfredo Longo e Angelo Bartolotti. Questi ultimi sono stati ritenuti attendibili dal pubblico ministero quando hanno riferito di aver messo a disposizione i propri conti personali solo perché costretti a Puzzovio. Di diverso avviso è stato il Tribunale, secondo il quale sono “inattendibili”, se non addirittura “testimoni falsi e depistatori delle indagini” perché avrebbero voluto evitare, a loro volta, di essere accusati per le operazioni di quietanzamento e per questo hanno deciso di accusare ingiustamente Puzzovio. Ma, secondo il sostituto procuratore, se è vero quel che ha sostenuto il collegio, avrebbero dovuto essere trasmessi gli atti per il reato di calunnia. Cosa che non c’è stata. Anche per questo, il pm sostiene che la motivazione della sentenza  sia affetta da contraddizione interna

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