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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Fasano

Contrabbando con bionde made in Italy

“Qualcuno ha pensato di riportare indietro le lancette della storia”, dice il colonnello Vincenzo Mangia che comanda la Guardia di Finanza a Brindisi. Qui le “fiamme gialle” hanno mantenuto gli stessi assetti precedenti l’Operazione Primavera, quella che nel 2000 scardinò la struttura contrabbandiera in Puglia, e nello spazio di una sola notte si sono mosse come in un film già visto centinaia di volte, recitando quasi a memoria copioni operativi che sembravano destinati all’archivio. Allarme, intervento, autocolonne in fuga, speronamenti, elicotteri, infrarossi. Qualcuno, è vero, da qualche parte ha pensato di ricominciare.

“Qualcuno ha pensato di riportare indietro le lancette della storia”, dice il colonnello Vincenzo Mangia che comanda la Guardia di Finanza a Brindisi. Qui le “fiamme gialle” hanno mantenuto gli stessi assetti precedenti l’Operazione Primavera, quella che nel 2000 scardinò la struttura contrabbandiera in Puglia, e nello spazio di una sola notte si sono mosse come in un film già visto centinaia di volte, recitando quasi a memoria copioni operativi che sembravano destinati all’archivio. Allarme, intervento, autocolonne in fuga, speronamenti, elicotteri, infrarossi. Qualcuno, è vero, da qualche parte ha pensato di ricominciare.

Ed ha saggiato un dispositivo rimasto inalterato “perché questa è una terra di frontiera a forte rischio di traffici illeciti: qui lo Stato una volta tanto ha vinto e ha mantenuto però alta la guardia”, conclude il comandante provinciale della Guardia di Finanza. Saranno stati i Fasanesi, l’ala più ostinata e organizzata del vecchio contrabbando di sigarette, gli inventori dei famigerati “blindati”, a rilanciare la sfida? Oppure loro assieme agli Albanesi di Valona o Durazzo, una delle mafie d’oltre Canale d’Otranto capaci di restare padrone di tratti di costa e depositi? Lo diranno le indagini.

Per ora, gli investigatori delle “fiamme gialle” non scoprono le carte, non rivelano neppure dettagli come gli intestatari delle auto sequestrate la notte scorsa durante una piccola battaglia come quelle che si combattevano a decine negli anni ’80 e ’90. Ma che i fasanesi c’entrino è chiarissimo: i tre arrestati sono Crescenzo Pistoia di 48 anni, Paolo Ferrara di 37 anni (presi a Savelletri) e Mondi Ladi di 46 anni, albanese ma residente ai piedi della Selva. Lui oltre che di contrabbando aggravato dovrà anche rispondere di resistenza a pubblico ufficiale perchè ha speronato un’auto della Finanza che lo aveva imbottigliato con l’Audi che guidava sul molo di Villanova dove era avvenuto il primo sbarco.

La collisione si nota benissimo nel video girato da tremila piedi di altezza all’infrarosso dalla video camera dell’Atr-42 usato dalla Finanza per tallonare il motoscafo sia nell’avvicinamento che nelle tappe successive. Da mille metri nel cielo buio l’aereo decollato dalla base di Pratica di Mare ha ripreso tutto nei dettagli, senza essere visto dai contrabbandieri e forse neppure sentito. Qui, attorno al porticciolo della borgata marina di Ostuni, i militari hanno intercettato il primo quantitativo dei 376 chili di sigarette che costituiscono il bilancio dell’operazione, oltre a due auto cariche di taniche di carburante per rifornire il motoscafo per la rotta di rientro, una Volvo station wagon e una monovolume.

Poi il motoscafo è ripartito, tentando il secondo sbarco a Torre Canne e riuscendovi, ma una parte del carico è rimasta dietro la barriera frangiflutti prima che i contrabbandieri potessero caricarla a bordo delle auto, e gli scatoloni sono finiti nelle mani dei finanzieri. Terzo tentativo di sbarco nel porticciolo di Savelletri, ma qui uno dei due elicotteri fatti decollare da Bari e Taranto (un AB -212 e un A109) ha obbligato il motoscafo a sloggiare senza effettuare il trasbordo.

Il natante, tra i 35 e i 40 piedi di lunghezza, ha ripreso il largo e non è stato possibile un inseguimento navale perché la distanza tra la base di Brindisi della flottiglia della Finanza e il teatro delle operazioni era troppa. In più, le condizioni meteo marine erano pessime (anche per questo il motoscafo era entrato nei porticcioli: impossibile lo sbarco sul litorale esposto). “Andava lo stesso a rotta di collo”, raccontano gli ufficiali che hanno operato la notte scorsa.

Naturalmente gli investigatori non hanno scoperto le carte neppure sull’intercettazione del motoscafo da parte dell’aereo decollato dalla base in provincia di Roma. Era un evento atteso, oppure la perlustrazione aerea notturna era comunque in programma data la sensibile ripresa degli sbarchi di clandestini? Altre domande restano sospese sull’origine delle sigarette sequestrate: si tratta di Yesmoke, un marchio che fa rizzare i peli del collo a Philip Morris e alle altre multinazionali del tabacco americane per la guerra commerciale dichiarata che esiste con l’ex negozio svizzero di vendita online di sigarette, ed ora produttore in Italia con una fabbrica a Settimo Torinese (500 milioni di pacchetti l’anno).

La ragione del contendere è che Yesmoke Spa si dichiara produttore della sigaretta moderna di alta qualità che non utilizza – a differenza dei giganti Usa del tabacco – additivi chimici ma solo miscele di prima qualità, ma soprattutto il metodo di vendita sul web che induce Philip Morris a intentare causa per concorrenza sleale. Sul sito di Yesmoke è scritto anche: “Al sito svizzero andrebbe un indubbio primato: le sue «bionde» non sbarcano di notte su spiagge isolate e non vengono vendute dai pusher, ma utilizzano regolari voli di linea, hanno tutti i documenti a posto e vengono consegnate dal postino”.

Dopo i fatti della notte scorsa questa parte va forse rivista, in attesa di capire che giro abbiano fatto le sigarette dal Piemonte alle coste del Nord Brindisino. Se ne dovrà occupare il pm Valeria Farina Valaori, alla quale sono destinate le relazioni di servizio del Nucleo di polizia tributaria di Brindisi che ha coordinato le operazioni terrestri, del Gruppo Aeronavale (Gan) e del Reparto Operativo Aeronavale di Bari che hanno diretto ed effettuato invece le missioni aeree di intercettazione e contrasto.

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