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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Contrabbando: un asse tra Romania Veneto e Puglia

BRINDISI – Esattamente dieci anni fa, nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 2000 sulla litoranea nord di Brindisi la morte di due militari della Guardia di Finanza, Alberto De Falco e Antonio Sottile

BRINDISI – Esattamente dieci anni fa, nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 2000  sulla litoranea nord di Brindisi la morte di due militari della Guardia di Finanza, Alberto De Falco e Antonio Sottile, deceduti nelle lamiere dell’auto di servizio investita da un fuoristrada contrabbandiere, segnò la fine del traffico di sigarette in Italia. Per questo ieri la Direzione distrettuale antimafia di Lecce e la Squadra mobile di Brindisi hanno voluto chiamare Operazione Decima Primavera il capitolo conclusivo di una indagine partita nel 2005 e  dedicata ad un tentativo di ricostruire un canale di rifornimento di “bionde” per la malavita brindisina, barese, tarantina e napoletana.

Dieci le persone catturate dalla polizia per associazione contrabbandiera, due quelle risultate irreperibili al momento del blitz. Tra gli arrestati ci sono i promotori e gli organizzatori dell’associazione di trafficanti, il brindisino A.F., intermediario per gli acquisti delle partite di sigarette, poi gli ostunesi Paolo Sorada e Vincenzo Pelonzi.

Gli uomini della logistica erano invece il padovano Emmanuel Zonta –sfuggito ieri alla cattura- e il barese Nicola Sedicina. Il primo, con i Tir delle sue due società di autotrasporto a Rosà e nella Repubblica Ceca, garantiva l’ingresso in Italia dei carichi di “bionde” di varie marche (Marlboro, Assos, Slim, Viceroy, Winston, Lm, Montecarlo, Winchester, Bond), e il trasferimento poi a Bari in un capannone della Dsg Allestimenti di Bernardo Di Mario. Da qui una spola di furgoni e auto riforniva i committenti tarantini che facevano capo ad Antonio Sambito, i brindisini e l’organizzazione del napoletano Gesualdo De Masi (ricercato). I rimanenti indagati colpiti da ordinanza di custodia cautelare del gip Antonio Del Coco sono Davide Boccasini, Giovanni Appeso, Fabio Lato e Vincenzo Maggio, tutti di Taranto.

Nell’indagine della sezione criminalità organizzata della Squadra mobile brindisina e del pm Giorgio Lino Bruno, autore negli anni ’90 dell’Operazione Atlantide che portò alla luce una rete perfetta di connivenze e supporti attorno alla famiglia contrabbandiera dei Morleo, una delle più potenti di Brindisi che era riuscita a coinvolgere anche funzionari di banca e imprenditori (la Finanza passò al setaccio letteralmente tutti i conti correnti della città), è già evidente il riassetto del traffico di tabacchi lavorati esteri dopo la tempesta dell’Operazione Primavera scattata in conseguenza della morte dei due finanzieri. Scomparse la flotta degli scafi blu e le basi del Montenegro, l’affare si attesta sui depositi e sulle fabbriche rumene e bulgare delle multinazionali delle sigarette, e passa interamente nella mani delle mafia serba, kosovara, russa. Alcune banche del Pireo diventano le lavanderie dei Marlboro dollari, e poi dei Marlboro euro.

Le sigarette viaggiano sui Tir come quelli di Zonta e puntano su Inghilterra, Germania, Francia, Spagna. Resistono diramazioni minori, come l’asse Veneto-Puglia gestito da F. e Sorada. Ma ancora c’è spazio per lo scontro. Nel pomeriggio del 7 dicembre 2005 un furgone Ducato lascia il deposito della Dsg Allestimenti a Bari, e punta su Taranto. La polizia aspetta al varco sulla statale 7 fra Massafra e il capoluogo ionico, ma l’autista Davide Boccasini ignora l’alt impartito da due volanti della questura tarantina. Comincia un inseguimento in cui il furgone, con l’aiuto di un’altra vettura di disturbo, cerca di sganciarsi, e quando non ci riesce sperona una delle volanti e la manda nella corsia opposta dove solo per la perizia dell’agente alla guida viene evitata una collisione frontale con le auto di passaggio. Poi il furgone sarà fermato in via Machiavelli e Boccasini arrestato.

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