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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Convivente, non moglie: condannata

OSTUNI - Tutto sta nel “more uxorio”. Insomma, se piuttosto che convivente fosse stata moglie si sarebbe evitata la condanna. Ad ogni modo le è andata più che bene, visto che a fronte di una richiesta di condanna a 4 anni formulata dal pm per spaccio in concorso, le è stata comminata una pena di 4 mesi (con la sospensione condizionale) per favoreggiamento personale nei confronti del compagno che aveva in casa 900 grammi di hascisc.

OSTUNI - Tutto sta nel “more uxorio”. Insomma, se piuttosto che convivente fosse stata moglie si sarebbe evitata la condanna. Ad ogni modo le è andata più che bene, visto che a fronte di una richiesta di condanna a 4 anni formulata dal pm per spaccio in concorso, le è stata comminata una pena di 4 mesi (con la sospensione condizionale) per favoreggiamento personale nei confronti del compagno che aveva in casa 900 grammi di hascisc.

E’ finita così per Maria Antonietta Rodio, 22 anni, di Ostuni, processata stamani con rito abbreviato davanti al gup Valerio Fracassi. L’avvocato della donna, Francesco Sozzi, ha chiesto e ottenuto la derubricazione del reato che le era stato inizialmente contestato. Aveva anche cercato di far valere il rapporto di parentela “di fatto” che intercorre fra lei e Vincenzo Donnaloia, 27 anni che si era accollato ogni responsabilità in merito alla detenzione dello stupefacente e aveva patteggiato una pena di 2 anni e 9 mesi di reclusione.

I due erano stati arrestati il 9 marzo scorso, nei pressi della loro abitazione, condivisa, che si trova nei pressi delle poste centrali nella zona ottocentesca della Città bianca. La droga proveniva dal Marocco e fu sequestrata dalla polizia. Era stata incartata in un foglio di giornale, nascosta in una biscottiera, ed era indubbiamente di proprietà di Donnaloia. La compagna, insieme a un’amica, aveva cercato di nasconderla perché gli agenti non la trovassero.

Il tentativo fu inutile. L’uomo finì in carcere, ai domiciliari la giovane donna perché madre di un bimbo di 4 anni che si trovava in casa al momento del blitz. Lui ha optato per il patteggiamento, lei invece ha scelto, sempre al fianco dell’avvocato Francesco Sozzi di essere giudicata allo stato degli atti. Stamani il giudizio con rito abbreviato durante il quale non si è potuto fare a meno di discorrere anche di legami e relazioni sentimentali, prima di giungere al verdetto.

Per l’accusa non sarebbe estato il caso di entrare nel merito degli affari di coppia, visto e considerato che, ha sostenuto il pm Buccheri, la 22enne avrebbe dovuto essere condannata per concorso nel reato di detenzione ai fini dispaccio di sostanze stupefacenti. Per il legale, invece, il soccorso fornito al fidanzato che condivide con lei lo stesso tetto era da intendersi, penalmente, come favoreggiamento personale. Aveva quindi chiesto, Sozzi, di tenere in conto la non imputabilità di Maria Antonietta Rodio.

Il gup non ha ritenuto di poter equiparare quel rapporto a un matrimonio, a quanto pare non c’è giurisprudenza che potesse supportare un simile pronunciamento. Tutt’altra storia se, oltre al figlio in comune, i due avessero anche avuto la fede al dito.

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