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Cronaca

Corruzione, escort e rifiuti: gli imprenditori confessano e accusano altri indagati

Il pm chiede l’incidente probatorio per ascoltare Pasquale Leobilla e Angelo Pecere: “Copioso contributo dichiarativo”. Intanto nuove “investigazioni su molteplicità di fatti” e intrecci tra politica ed economia

BRINDISI – Confessione davanti all’accusa di corruzione mossa di fronte all’aggiudicazione dell’appalto per la gestione dei rifiuti, prima di tutto. E poi il capitolo della escort. Gli imprenditori Pasquale Leobilla e Angelo Pecere, attivi con la società Reteservizi srl, dopo essere finiti in carcere, hanno reso anche “dichiarazioni etero accusatorie”. Molte. Tanto che per il pm titolare del fascicolo il “contributo dichiarativo è copioso” e poiché si riferisce a una “molteplicità dei fatti” è necessario interrogare entrambi gli indagati prima del processo, per anticipare la “prova”.

L’incidente probatorio

Francesco Carluccio-2Per il sostituto procuratore Francesco Carluccio (nella foto accanto), titolare del fascicolo d’inchiesta Hydra, sfociato nel blitz il 22 ottobre 2017, occorre “procedere ad incidente probatorio per l’esame di Leobilla e Pecere”, entrambi ai domiciliari dopo aver reso due interrogatori davanti al pm. La richiesta è stata depositata al gip contestualmente all’istanza di proroga delle indagini, tenuto conto del fatto che proprio quelle dichiarazioni rendono indispensabile una serie di accertamenti su persone e fatti, rimasti fuori dall’ordinanza di custodia cautelare. Politici, funzionari di amministrazioni pubbliche e altri imprenditori.

E’ evidente, quindi, che il sostituto procuratore intenda chiedere il processo, ma prima vuole interrogare, chi ha reso accuse, di fronte al giudice per le indagini preliminari e alla presenza dei difensori, non solo di Leobilla e Pecere, ma di tutti coloro i quali sono stati chiamati in correità. Il pm, infatti, ha scritto che tenuto conto dell’apporto  in termini di dichiarazioni rese dai due, “saranno presumibilmente necessarie più udienze da celebrare”. In tal modo ci sarà un’economia sui tempi.

Nel frattempo lo stesso pm ha avviato “interrogatorio di alcuni indagati al fine di verificare, prima di una eventuale formale contestazione di imputazioni mediante l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, le prospettazioni difensive e le spiegazioni alternative in merito ad alcune ipotesi di accusa per fatti che emergono dal compendio delle attività di intercettazione”.

Gli indagati salgono a 29

Pasquale Leobilla-2Gli avvisi di proroga sono stati notificati negli ultimi giorni oltre che a Leobilla e Pecere, a: Cosima Celino, Francesco Pecere, Clementina Sbano, Angelo Leozappa, Giovanni Del Coco, Giovanni Castrignanò, Nicola Serinelli, Maurizio Nicolardi, Vitantonio Caliandro, Giovanbattista Selvaggi, Vittorio Zizza, Michele Zaccaria, Giuseppe Velluzzi, Giorgio Sofia, Giuseppe Guarini, Giacomo Dormio, Laura Alexandra Madaras, Pietro Tamborrino, Giovanna Leo, Giovanni Maiorano, Antonio Milito, Orsola D’Agostino, Erika D’Ettorre, Carmelita Marraffa e Pasquale Giovane. Complessivamente il numero degli indagati è salito a 29, con l’inserimento – tra gli altri – del senatore uscente di Direzione con l’Italia, Zizza, in qualità di ex sindaco di Carovigno, rispetto all’ipotesi di “corruzione continuata per atto contrario ai doveri d’ufficio fino al mese di gennaio 2013”. Ipotesi respinta da Zizza nel corso dell’interrogatorio.

Nel collegio difensivo ci sono gli avvocati:  Daniela Faggiano, Vincenzo Farina, Gaetano Sansone, Giuseppe Lanzalone, Massimo Manfreda, Carmelo Molfetta, Roberto Palmisano, Rosario Almiento e Danilo Di Serio.

La corruzione

Su Leobilla di lui pende l’accusa di essere stato a capo di un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione di sindaci (e vice) di Torchiarolo e del primo cittadino di Villa Castelli, al finanziamento illecito ai partiti, alla truffa e al falso così al favoreggiamento della prostituzione in relazione all’arrivo a Carovigno di una escort rumena, inserita in un giro di appuntamenti con politici, tra i quali ex parlamentari, e professionisti. Accuse identiche mosse nei confronti di Angelo Pecere, considerato il suo uomo di fiducia

Angelo Pecere-2“L’attività di indagine ha documentato un dato fattuale incontestabile, vale a dire quello dell’esistenza di una fitta rete di rapporti illeciti intrattenuti da Leobilla e da Pecere anzitutto con gli amministratori di Torchiarolo, il sindaco Nicola Serinelli, il vice Maurizio Nicolardi”, “con l’ex sindaco Giovanni Del Coco”, il quale rimase a piede libero non ricoprendo più alcun incarico”, nonché con il “primo cittadino di Villa Castelli, Vitantonio Caliandro.

I rapporti dei due sarebbero andati oltre il Brindisino, per raggiungere i comuni di Poggiorsini, Biccari e Isole Tremiti “ciò a dimostrazione dell’ampia estensione territoriale della capacità criminale del gruppo.

Le campagne elettorali

Nell’ordinanza c’era un riferimento alle elezioni  in alcuni comuni: “Esemplificativa la vicenda del Comune di Torchiarolo nella misura in cui il duo Leobilla-Pecere, in pieno svolgimento della campagna elettorale per le votazioni amministrative del maggio 2015, se da un lato stila il patto  corruttivo con il sindaco uscente, Del Coco, dall’altro e contestualmente garantisce appoggio elettorale all’altro candidato sindaco, Serinelli, tramite un finanziamento illecito pari a tremila euro. Tutto ciò al fine di preservare la posizione egemonica della Reteservizi srl, nella gestione della raccolta dei rifiuti. Emerge, quindi, un meccanismo corruttivo che registra un’allarmante continuità e sinergia tra i rapporti di favoritismo”.

L'incontro tra Serinelli e Pecere in un bar di Brindisi-2

“Si veda altresì la vicenda riguardante il comune di Villa Castelli: qui emerge con chiarezza un duraturo rapporto di reciproco scambio di favori tra la Reteservizi e Caliandro, dapprima in quanto candidato sindaco con l’elargizione della somma di cinquemila euro come contributo alla campagna elettorale del 2014 e, successivamente, in quanto eletto, momento in cui Pecere e Leobilla elargiscono altre e diverse somme di denaro ottenendo in cambio la promessa di corsie preferenziali nell’affidamento del servizio di gestione dei rifiuti”.

La escort

Leobilla, secondo il pm, avrebbe garantito a una ragazza rumena “un discreto guadagno dalla sua attività di prostituta, procurandole una serie di appuntamenti” nella cerchia delle sue conoscenze. Le avrebbe fatto ottenere la residenza, la carta d’identità, il codice fiscale e anche “l’apertura di un conto corrente bancario nonché l’assistenza sanitaria”. Tutto “grazie alle sue amicizie”. In tal modo avrebbe “garantito pure l’assunzione fittizia presso la Reteservizi srl benché la donna vivesse all’esterno, venendo sporadicamente in Italia per esercitare il meretricio, per periodi di una o due settimane, ogni due-tre mesi”.

Sarebbe stato possibile guadagnare sino a duemila-2500 euro durante il soggiorno a Carovigno, con incontri con personaggi di un certo livello: c’erano politici, c’erano liberi professionisti.  In vista di un appuntamento con un amministratore locale, Leobilla contatta la ragazza al telefono per dirle che l’indomani sarebbero andati a fare shopping per comprare qualcosa di adatto all’occasione. Ed è in questa circostanza che lo stesso Leobilla mette in guardia la ragazza: “Fai attenzione a quello che ti propone, mi dicono che fa pure richieste strane, tu rispondi che non ti senti tanto bene”. E ancora: “Forse vuole che dormi con lui”. Il nome del politico, leggibile nel provvedimento di arresto, sarebbe stato confermato durante gli interrogatori.

Aggiornamento del 28 febbraio 2021: Verso la prescrizione il reato contestato a Vittorio Zizza

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