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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Minacciò il direttore scomodo"

BRINDISI – Viene al pettine esattamente a distanza di sei anni dai fatti un altro illuminante episodio del clima all’interno del servizio di igiene urbana di Brindisi. Il pm Luca Buccheri, in seguito agli accertamenti svolti e conclusi dalla Digos all’epoca, e successivamente alla querela presentata dalla parte lesa, ha inviato un avviso di fine indagini al 59enne brindisino Mario Quatraro, indagato per minacce gravi “perché, in accordo con altro soggetto ( oggi deceduto) dipendente della Slia Spa che gli forniva l’utenza di Caponetto Giuseppe, incaricato del sevizio di igiene ambientale nel Comune di Brindisi, effettuava una chiamata dal cellulare in suo possesso al Caponetto al quale rivolgeva le seguenti minacce : “sei venuto a rompere i coglioni … tornatene da dove sei venuto… se non torni immediatamente da dove sei venuto ti ammazziamo”.

BRINDISI – Viene al pettine esattamente a distanza di sei anni dai fatti un altro illuminante episodio del clima all’interno del servizio di igiene urbana di Brindisi. Il pm Luca Buccheri, in seguito agli accertamenti svolti e conclusi dalla Digos all’epoca, e successivamente alla querela presentata dalla parte lesa, ha inviato un avviso di fine indagini  al 59enne brindisino Mario Quatraro, indagato per minacce gravi “perché, in accordo con altro soggetto ( oggi deceduto) dipendente della Slia Spa che gli forniva l’utenza di Caponetto Giuseppe, incaricato del sevizio di igiene ambientale nel Comune di Brindisi, effettuava una chiamata dal cellulare in suo possesso al Caponetto al quale rivolgeva le seguenti minacce : “sei venuto a rompere i coglioni … tornatene da dove sei venuto… se non torni immediatamente da dove sei venuto ti ammazziamo”.

La vicenda risale all’inizio del 2006 (la denuncia sporta da Caponnetto è del 13 febbraio di quell’anno). La parte lesa aveva assunto l’incarico di direttore di filiale della Slia Spa, che in quel periodo gestiva il servizio a Brindisi in regime di proroga perché il contratto era scaduto nel giugno del 2005. Giuseppe Caponnetto aveva preso servizio appena il 24 gennaio 2006, in conseguenza delle dimissioni senza preavviso ed immediate  presentate per ragioni di incompatibilità personale e per problemi di gestione da parte dell’altro dirigente della sede di Brindisi, Piero Gioia.

Fatto sta che dopo breve tempo Caponnetto ricevette le minacce indicate in principio, e non esitò a rivolgersi alla Digos. La polizia – spiega il dirigente della Digos, Vincenzo Zingaro -  accertò subito che nella fascia oraria indicata dal denunciante l’utenza mobile dello stesso aveva ricevuto una sola telefonata della durata di 34 secondi effettuata da una utenza Wind, risultata intesta a persona subito identificata. Caponnetto fu invitato al riconoscimento fotografico, ma escluse di averla mai vista e che la stessa facesse parte del personale del servizio in gestione alla Slia.

La Digos tuttavia riuscì a stabilire in breve tempo un rapporto di parentela tra Mario Quatraro, che era l’intestatario dell’utenza e il successivamente defunto in un incidente stradale il 5 maggio 2008, Filippo Leo detto “Nerone”, che invece in Slia lavorava e ricopriva anche un incarico importante. Alla fine Quadraro ha ammesso parzialmente le proprie responsabilità, affermando che si trattava di uno scherzo telefonico e di aver ricevuto da un amico il numero di Caponnetto. Sarà intanto il gip, e forse poi il tribunale a decidere se di scherzo si trattò, perché è molto probabile che il pm Luca Buccheri alla scadenza dei termini previsti per l’esercizio del diritto di difesa, chieda il rinvio a giudizio di Quatraro.

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