rotate-mobile
Cronaca

Cresta sulla mensa, condanna agente

BRINDISI - Avrebbe intascato i soldi dei ticket per la mensa dei colleghi e degli esterni autorizzati a pranzare in questura per una cifra pari a 2mila euro. E’ un poliziotto tuttora in servizio alla questura di Brindisi, R. P., 50 anni, condannato stamani dal Tribunale di Brindisi a scontare una pena di 2 anni e 2 mesi per appropriazione indebita e per falso. Secondo quanto è stato accertato, infatti, l’uomo avrebbe prodotto false certificazioni per versamenti alla tesoreria competente che non avrebbe mai effettuato.

BRINDISI - Avrebbe intascato i soldi dei ticket per la mensa dei colleghi e degli esterni autorizzati a pranzare in questura per una cifra pari a 2mila euro. E’ un poliziotto tuttora in servizio alla questura di Brindisi, R. P., 50 anni, condannato stamani dal Tribunale di Brindisi a scontare una pena di 2 anni e 2 mesi per appropriazione indebita e per falso. Secondo quanto è stato accertato, infatti, l’uomo avrebbe prodotto false certificazioni per versamenti alla tesoreria competente che non avrebbe mai effettuato.

I fatti risalgono a cinque anni fa ed è un caso in cui i meccanismi interni alla Polizia di Stato hanno funzionato alla perfezione. La segnalazione dei fatti parte dall’interno degli uffici di via Perrino dove fu avviata un’indagine interna delegata alla Squadra mobile prima e alla Polizia postale in un secondo momento, quando è stato necessario verificare se il responsabile del servizio “cassa” di quel reparto “girasse” realmente i contanti che amministrava a chi di competenza.

Se lo avesse fatto ce ne sarebbe stata traccia ma a quanto pare, nonostante i bollettini e le ricevute (che quindi venivano illecitamente modificate) i soldi restavano altrove, a quanto pare in tasca allo stesso incaricato. Il sistema era a quanto pare piuttosto rodato ma le anomalie, consistenti in una discrepanza fra quanto versato dai commensali e quando poi girato alla tesoreria perché a sua volta provvedesse a pagare le rette dovute alla ditta che effettua il servizio di refezione, sono presto emerse e seduta stante divenute oggetto di una inchiesta.

Indagine dapprima condotta nel palazzone in cui hanno sede gli uffici della Polizia di Stato. Poi girate alla procura di Brindisi che ha aperto un fascicolo d’inchiesta contestando a R.P. i reati di appropriazione indebita e di falso. Le indagini si sono chiuse con un rinvio a giudizio. Stamattina la conclusione del processo con rito ordinario che si è celebrato dinanzi al Tribunale di Brindisi (collegio presieduto da Francesco Aliffi).

Al termine della requisitoria il pm, Valeria Farina Valaori, ha chiesto la condanna a quattro anni del poliziotto. Il conto dei giudici si è fermato a 2 anni e 2 mesi. L'agente è difeso dall’avvocato Paolo Tondi che ricorrerà in appello. Il 50enne che indossa la divisa ha sempre rigettato le accuse, si professa innocente e continua a puntare all’assoluzione.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cresta sulla mensa, condanna agente

BrindisiReport è in caricamento