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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Crocifissione simulata, il capo-branco non riga dritto e sarà processato

SAN VITO DEI NORMANNI – Non c’è modo che si rimetta in riga. Ora ha circa venti anni. I quasi tre anni trascorsi in una casa famiglia di Latiano per recuperarlo a quanto pare non sono serviti. Il 13 agosto del 2007 aveva poco più di quindici anni. Con altri tre coetanei, tutti di San Vito dei Normanni, inscenò la crocifissione di un coetaneo indifeso da tutti i punti di vista. C’erano una croce preparata sul momento, fil di ferro, e ci furono percosse e pressioni psicologiche, minacce di morte al ragazzo sequestrato e portato in contrada Castello d’Alceste, una zona archeologica. Quando lo lasciarono andare, era allo stremo. Raccontò ai genitori cosa gli era accaduto, e gli stessi a loro volta informarono la polizia.

SAN VITO DEI NORMANNI – Non c’è modo che si rimetta in riga. Ora ha circa venti anni. I quasi tre anni trascorsi in una casa famiglia di Latiano per recuperarlo a quanto pare non sono serviti. Il 13 agosto del 2007 aveva poco più di quindici anni. Con altri tre coetanei, tutti di San Vito dei Normanni, inscenò la crocifissione di un coetaneo indifeso da tutti i punti di vista. C’erano una croce preparata sul momento, fil di ferro, e ci furono percosse e pressioni psicologiche, minacce di morte al ragazzo sequestrato e portato in contrada Castello d’Alceste, una zona archeologica. Quando lo lasciarono andare, era allo stremo. Raccontò ai genitori cosa gli era accaduto, e gli stessi a loro volta informarono la polizia.

I quattro furono arrestati il 15 settembre successivo. L’operazione fu chiamata Golgota, dal monte sul quale fu crocifisso Gesù. Questo giovane, il capo branco, non demorde. Già “perdonato” due volte durante il periodo di osservazione, quando è stato sorpreso a fumare spinelli, recentemente l’ha combinata di nuovo grossa: si divertiva a tormentare un ragazzino, ospite della casa famiglia, un disabile, versandogli addosso secchiate di acqua fredda.

Per il giudice dell’udienza preliminare Aristodemo Inguscio, che aveva già respinto due richieste di revoca dei benefici avanzate dal pm della Procura per i minori, Simona Filoni, la misura era ormai colma. Per cui alla terza richiesta ha revocato all’interessato il beneficio del soggiorno nella casa-famiglia per la cosiddetta “messa alla prova” e l’ho ha rispedito dai genitori in attesa del processo per i reati di cui si è reso responsabile. Anche prima di questo episodio il suo difensore, avvocato  Pasquale Fistetti, aveva informato il giudice che il giovane intende avvalersi del rito abbreviato.

I quattro giovani coinvolti nella vicenda, dopo un periodo di carcere, furono assegnati ad una comunità di recupero. Gli altri tre si sono incanalati nella retta via. Studiano con impegno, lavorando, seguono il programma tracciato per il loro recupero. Nel giro di tre anni, se continueranno su questa strada potranno tornare definitivamente liberi e reinserirsi nella società. Diverso il discorso per quello che dai coetanei fu indicato come il capo. Ogni tentativo è naufragato. Quando fu arrestato per la crocifissione simulata disse al giudice: “E’ stato un gioco”.

Per lui evidentemente è stata una sfida trasgredire fumando spinelli. Ed è stata una sfida versare acqua su un altro ragazzino che, come quello dell’indagine Golgota non è in grado di difendersi.

Ma per il sostituto procuratore per i minori, Simona Filoni, che ha chiesto nuovamente al giudice Inguscio la revoca del beneficio e la fissazione dell’udienza preliminare, la posizione dell’indagato ormai va trattata secondo  la procedura ordinaria e questa volta la sua richiesta è stata accolta. Per il giovane sanvitese ora il rischio serio di una condanna con poche attenuanti e per reati gravi.

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