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Cronaca Ostuni

Da Oronzo a Orazio: il valzer di nomi del latitante ostunese catturato a Vienna

OSTUNI – Una nuova vita da cameriere in un ristorante a Vienna, un nome di fantasia, una compagna e un passato fin troppo pesante, tanto quanto lo è la condanna che deve scontare e che riteneva, depistando la polizia italiana e quella straniera, di lasciare lì, sospesa, nel casellario giudiziale.

OSTUNI – Una nuova vita da cameriere in un ristorante a Vienna, un nome di fantasia, una compagna e un passato fin troppo pesante, tanto quanto lo è la condanna che deve scontare e che riteneva, depistando la polizia italiana e quella straniera, di lasciare lì, sospesa, nel casellario giudiziale.

Oronzo Lococciolo, 41 anni, ostunese, dopo un breve periodo di irreperibilità durato dal 2002 al 2005 era divenuto un latitante a tutti gli effetti. E' stato catturato all'alba di oggi dagli agenti austriaci al termine di una delicata indagine condotta in ammirevole sinergia con gli uomini del commissariato di Ostuni, diretto da Francesco Angiuli, e con la procura di Brindisi. Le manette per colui il quale si faceva chiamare “Orazio” sono scattate alle prime luci del mattino, nella sua abitazione all'estero, dopo che i poliziotti ostunesi avevano ricostruito alla perfezione tutti i suoi movimenti abituali.

L'uomo è stato ritenuto responsabile, e per questo deve espiare una pena di 8 anni di reclusione, di associazione per delinquere finalizzata al contrabbando, di una rapina commessa a Castellaneta e un'altra compiuta a Parma nel '94 e di altri reati contro il patrimonio per cui tempo addietro vi fu una sentenza passata in giudicato e l'emissione di un ordine di carcerazione che non era mai stato possibile eseguire.

Lococciolo aveva mutato aspetto, aveva fatto sapere, attraverso conoscenti, di trovarsi in Germania. In tutti i modi aveva tentato di sviare le indagini che senza alcun dubbio qualcuno stava compiendo a suo carico. Lo stavano cercando da sei anni, non lo ignorava. Ma s'era convinto di poter proseguire con la sua vita parallela, senza destare alcun sospetto. E difatti alle autorità austriache la permanenza dell'emigrato italiano non aveva mai insinuato alcun dubbio.

Era diventato cameriere. Al suo fianco una donna che prestava servizio in un ristorante cinese. Gli scheletri nell'armadio sono rimasti nascosti a lungo, per poco meno di dieci anni, nel corso dei quali l'ostunese sarebbe riuscito anche a ottenere dal Comune di nascita il rinnovo per ben tre volte della carta d'identità, aggiornata negli anni con le diverse fotografie che lo ritraevano sempre meno simile a quello che era in passato, quando si occupava di contrabbando, senza stare alla larga anche dalle rapine e da qualche furtarello.

I poliziotti del Commissariato di Ostuni si sono messi a indagare. Nell'archivio in loro possesso c'era una casella vuota: il Tribunale di Brindisi aveva già da tempo firmato il decreto di latitanza ma di Lococciolo nessuna notizia. All'incirca da un anno, il Commissariato della Città Bianca ha una sua sezione dedicata esclusivamente a coloro che sono ricercati: non è stato impossibile pervenire al numero di cellulare del 41enne, un'utenza austriaca, e porre sotto controllo tutte le sue conversazioni, incluse le fugaci comunicazioni con la convivente mentre si trovava nella metropolitana viennese.

La quotidianità di Lococciolo è divenuta priva d'ogni mistero per gli agenti che, una volta ottenuti tutti gli elementi necessari hanno trasmesso le informazioni ai colleghi austriaci che hanno immediatamente proceduto con l'arresto. Oronzo “Orazio” Lococciolo è detenuto ora nella capitale austriaca, in attesa di estradizione.

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