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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Dalla Jolly Nero alla Norman Atlantic, bufera sulle certificazioni facili

Si è estesa alla tragedia del traghetto passeggeri ro-ro Norman Atlantic l'inchiesta genovese sui presunti trattamenti di favore rilasciati dal Rina, il Registro Navale Italiano, ad alcune compagnie armatrici, e sfociata ieri nell'esecuzione da parte della Guardia di Finanza del capoluogo ligure di quattro misure cautelari

BRINDISI – Si è estesa alla tragedia del traghetto passeggeri ro-ro Norman Atlantic l’inchiesta genovese sui presunti trattamenti di favore rilasciati dal Rina, il Registro Navale Italiano, ad alcune compagnie armatrici, e sfociata ieri nell’esecuzione da parte della Guardia di Finanza del capoluogo ligure di quattro misure cautelari: arresti domiciliari per due ingegneri Rina, Giorgio Ceroni e Marco Benzi, e sospensione dal servizio per due ufficiali all’epoca in servizio a Genova, il capitano di vascello Antonio Sartorato e il capitano di fregata Marco Noris.

L’indagine è nata dalla drammatica collisione avvenuta il 7 maggio 2013 nel porto ligure quando il cargo da 4omila tonnellate Jolly Nero finì in fase di manovra di uscita contro la banchina Giano, provocando il crollo della Torre dei Piloti, con 9 morti tra personale della Capitaneria di Porto e tecnici dei servizi portuali. Per quei fatti sono in attesa di sentenza comandante e altri membri dell’equipaggio della Jolly Nero, con richiesta di riconoscimento di responsabilità civile della compagnia armatrice Messina.

la Torre dei Piloti abbattuta e sullo sfondo la Jolly Nero-2

E proprio da quest’ultimo presupposto partì anche una seconda inchiesta sulla corretta esecuzioni dei controlli da parte del team misto Capitaneria-Rina di Genova per il rilascio delle certificazioni alla nave al centro del gravissimo incidente, facendo affiorare sospetti che poi per gli inquirenti si sono trasformati in convincimento di responsabilità per ora nei confronti di quattro dei 35 indagati nello stesso filone di indagine, in cui oltre all’ipotesi di falso in atto pubblico si profila anche quello di omessa vigilanza nei confronti degli ufficiali della Capitaneria di Genova coinvolti.

Ma, scoperchiata la pentola, ora la procura genovese vuole passare al pettine fitto il sistema delle certificazioni Rina sospette e delle autorizzazioni rilasciate dal team ispettivo anche nei confronti di altre compagnie oltre la Messina, e da qui l’acquisizione degli atti riguardanti l’incendio a bordo della Norman Atlantic, che fece 11 morti accertati ai quali aggiungere 18 dispersi, in totale 29 vittime.

Il traghetto della compagnia Visemar aveva lasciato nel pomeriggio del 27 dicembre 2014 il porto di Igoumenitsa, diretto ad Ancona, ma a circa 30 miglia da Corfù e al traverso delle coste albanesi in uno dei garage della nave dove erano imbarcati numerosi Tir si svilupparono le fiamme che in breve raggiunsero i ponti superiori. I passeggeri si radunarono nelle aree più altre della Norman Atlantic, molti caddero nel mare in tempesta. La temperatura era gelida.

Il crollo della Torre dei Piloti a Genova-2

Le operazioni di soccorso, partite da Brindisi e da Otranto con rimorchiatori e unità della Guardia Costiera poi raggiunti anche da nave San Giorgio, mentre in zona si concentravano anche altre navi in transito, e con elicotteri dell’Aeronautica Militare e della Marina Militare decollati dalle basi pugliesi, furono difficilissime per le condizioni meteo e per l’urgenza di recuperare i passeggeri, mentre gli stessi rimorchiatori con squadre dei vigili del fuoco di Brindisi a bordo, tentavano di domare l’incendio.

Alla fine il relitto fumante della nave fu rimorchiato alla banchina di Costa Morena Est a Brindisi, dove ci volle un mese per domare definitivamente i focolai residui e condurre le ispezioni tra i ponti ancora roventi e fumanti del traghetto. La Norman Atlantic, una volta messa in sicurezza, fu poi trasferita a Bari per le successive operazioni di svuotamento (l’inchiesta è della procura barese).

Tornando all’indagine bis di Genova sulla collisione che provocò la caduta in mare della Torre dei Piloti, il magistrato inquirente imbattutosi nelle  circostanze di incompatibilità determinate dal fatto che fosse la sezione tecnica della Capitaneria del porto ligure a svolgere gli accertamenti (in sostanza, gli investigatori erano anche gli indagati), trasferì la delega delle indagini al primo gruppo della Guardia di Finanza, che è giunto a individuare una intrecci di scambi di favori e regali attorno al rilascio di certificazioni considerate omissive, che coprivano anomalie e problemi tecnici che unità come la Jolly Nero avevano evidenziato.

I rimorchiatori Barretta domano l'incendio che avvolge la Norman Atlantic-2

Ma il 7 maggio 2013, quando le macchine del traghetto in manovra non risposero al comando di “avanti”, il grande cargo senza più controllo finì contro la banchina dove si trovava la Torre dei Piloti, travolgendo la struttura e il personale che quella sera era in servizio. All’epoca il comandante del porto di Genova era il contrammiraglio Felicio Angrisano, che poco tempo dopo fu nominato comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, sostituito alla guida della direzione marittima del porto ligure dal pari grado Vincenzo Melone, il quale recentemente ha rimpiazzato ancora Angrisano alla testa del comando generale.

Ieri il Rina ha rilasciato una nota ufficiale circa la svolta assunta dall’inchiesta sulle certificazioni facili: “«In merito ai fatti di oggi, il Rina desidera manifestare piena fiducia nei confronti della magistratura. Con riferimento all’indagine in corso il Rina ritiene, quindi, del  tutto legittimo che la magistratura attui un’azione di verifica su un’attività rilevante come quella che svolge e, come sempre in questi casi, l’azienda sta collaborando per rendere disponibili all’autorità giudiziaria tutte le informazioni che possano essere utili”.

Norman Atlantic, ancora incendi a bordo-3

“Il Rina – prosegue il comunicato - intende ribadire che applica nella propria attività tutta la normativa nazionale ed internazionale vigente ed è dotata dei modelli operativi previsti dal D. Lgs. 231/01. L’attività svolta dal Rina è fortemente regolamentata tanto che ogni anno l’azienda è sottoposta a più di 200 audit/controlli da parte di soggetti di verifica esterni, comprese le amministrazioni di bandiera, la Commissione Europea e gli organisimi di accreditamento, questo a garanzia del suo buon operato».

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