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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Ceglie Messapica

Danneggiamenti in strada: "Ecco un'altra verità sul 20enne arrestato"

Marcello Petrucci presidente dell’Associazione Compagni di Strada racconta un’altra verità su Ibrahim Jibba

CEGLIE MESSAPICA – “I danneggiamenti provocati dalla follia di Jibba sono sotto gli occhi di tutti, il disagio di Jibba non lo ha gestito nessuno”. E’ questa una parte di uno di sfogo di Marcello Petrucci presidente dell’Associazione Compagni di Strada, inviato alle redazioni giornalistiche per raccontare un’altra verità su Jibba Ibrahim, il 20enne originario del Gambia che il 15 gennaio scorso è stato arrestato dai carabinieri di Ceglie Messapica per aver danneggiato auto in sosta, dopo che qualche giorno prima era stato arrestato e rimesso in libertà per danneggiamenti alla stazione di Brindisi.

Due episodi che hanno solo scatenato commenti razzisti, probabilmente in pochi si sono chiesti perché quel giovane africano si è comportato in quel modo per due volte di seguito. Cosa c'era dietro quelle reazioni violente. Se il giovane può essere in qualche modo aiutato. 

Marcello Petrucci ha voluto fornire l’altra versione dei fatti. “Dietro ad una verità, c’è sempre un’altra verità. In quale Stato viviamo? Viviamo in uno Stato di diritto". Esordisce nella lettera.  “Ciò che i carabinieri hanno comunicato alla stampa è la verità evidente. Ciò che non emerge è lo stato di salute mentale di Jibba Ibrahim. I danneggiamenti provocati dalla follia di Jibba sono sotto gli occhi di tutti, il disagio di Jibba non lo ha gestito nessuno”. 

Uno sfogo che racconta “l’altra faccia della medaglia” che forse aiuta a capire che alcune dinamiche, alcune reazioni vanno oltre il colore della pelle. Che dietro a un giovane che sfascia auto in sosta e pullman c'è una persona che ha bisogno di aiuto. 

“Ho incontrato Jibba perché la Polizia non sapeva dove portarlo. Noi lo abbiamo accolto. Racconto sinteticamente la verità che ho potuto conoscere. Chiunque lo abbia incontrato ha subito detto che Jibba ha dei problemi. Da quanto racconta il presidente di Compagni di strada, la sanità di Milano lo ha riconosciuto psicotico e lo ha affidato alla Polizia, senza alcuna terapia. Successivamente la Questura di Milano lo ha instradato con foglio di via ad Ostuni, perché ritenuto pericoloso per la sicurezza pubblica, ma senza dire dove andare, di conseguenza la Polizia di Ostuni lo ha accompagnato a Casa Betania.

“La Questura di Brindisi ha detto che si tratta di un libero cittadino straniero, con regolare permesso di soggiorno, e non può trattenerlo, i carabinieri di Brindisi lo hanno arrestato in flagranza di reato, ma non hanno valutato lo stato mentale, il magistrato lo ha scarcerato, ma senza approfondire le motivazioni reali del folle gesto”.

E poi ancora “L’ospedale di Brindisi lo ha dimesso, affidandolo al medico curante, il Centro di Salute Mentale ha detto che il paziente necessita di adeguata assistenza in idonea struttura, ma senza predisporre alcun progetto. La Prefettura si è fatta carico della situazione, avviando le pratiche per l’inoltro in una struttura, ma i tempi sono lunghi, nel frattempo i carabinieri di Ceglie hanno fatto in tempo ad arrestare nuovamente Jibba. Il magistrato questa volta ha confermato il fermo e Jibba non ha più fatto rientro a Casa Betania, dove in questo periodo era stato ospitato. L’avvocato d’ufficio ha presentato istanza per una visita psichiatrica”.

“Questa è la verità dei fatti, nella sua cronistoria, non spetta a me giudicarli ma solo portarli a conoscenza dei cittadini”.

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