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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Si è spento l'architetto Roberto Spagnolo, docente al Politecnico di Milano

Si è spento presso l'ospedale di Pavia, dove era ricoverato in terapia intensiva da qualche settimana, l'architetto brindisino Roberto Spagnolo. Partito per l'università, non ha mai fatto rientro a Brindisi e si è stabilito a Milano, dove si è laureato diventando presto docente ordinario di Composizione architettonica e urbana presso il Politecnico

Si è spento presso l’ospedale di Pavia, dove era ricoverato in terapia intensiva da qualche settimana, l’architetto brindisino Roberto Spagnolo. Partito per l’università, non ha mai fatto rientro a Brindisi e si è stabilito a Milano, dove si è laureato diventando presto docente ordinario di Composizione architettonica e urbana presso il Politecnico. Viveva a Bergamo insieme alla moglie Manuela Bandini con la quale condivideva la passione per l’architettura, e il figlio Tommaso.

Spagnolo, nonostante la lontananza non ha mai dimenticato le sue origini e le sue radici. Per questo quando poteva, se pure per una toccata e fuga, faceva sempre ritorno in città, dove rincontrava la sorella Gabriella e tutti gli amici. A tal proposito, vale la pena ricordare, che era stato in Puglia, a Brindisi proprio nei mesi scorsi: prima a gennaio 2014 in occasione di un corso nazionale di formazione per insegnanti, organizzato da Italia Nostra, e poi, lo scorso mese di novembre per un convegno sulla città jonico-salentina secondo Radaelli, svoltosi a Palazzo Nervegna nel salone dell’Università.

E fu, proprio quel giorno, infatti, che il professore brindisino, nel suo lungo intervento, fece riferimento alla Puglia. “Credo – disse - che sia tornato ad essere un valore mentre guido tra Bari e Lecce, ritrovare, riconoscere tutti i centri urbani, di scala diversa, che punteggiano il paesaggio pugliese. Passare nei paesi o nelle circonvallazioni vedendo i campanili, e poi, attraversare pezzi di campagna, di uliveti, vigneti e di nuovo incontrare una nuova città. E di nuovo la campagna. Questa intermittenza, questi ritmi dello spazio sono grandi valori che, per esempio, quando guidi da Milano a Venezia non riesci più a distinguere. Una città lineare continua, isotropa, senza ritmo si estende per chilometri e chilometri, senza soluzione di continuità e ...ti priva di emozioni.”

Se ne va un uomo raffinato, un architetto di qualità. Così lo ricorda Massimo Guastella, professore aggregato di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Università del Salento, nonché direttore scientifico del Map (Museo Mediterraneo dell’Arte Presente) di Brindisi.

“Roberto - dice Guastella – insieme con suo fratello Stefano, era per me un grande amico. Ero affascinato dalla sua intelligenza e ogni volta era un piacere immenso confrontarsi con lui. L’ultima volta che l’ho visto è stato a gennaio 2014 in occasione di un convegno al quale intervennero anche Domenico Saponaro, presidente di Italia Nostra e l’architetto Carlo Sciarra. Lo ricordo come uno studioso sempre molto attento, ma soprattutto come un bravo professore, amato dai tutti i suoi studenti. Credo, oltretutto, che questa città alla quale lui era davvero molto legato, avrebbe potuto sfruttare meglio il suo ruolo, la sua professionalità, le sue doti, dal momento che sono convinto che Roberto rappresentasse, nel vero senso della parola, un punto di riferimento nel mondo dell’architettura. Che dire, resterà sempre nel mio cuore e in quello di tanti.”

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