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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Torre Santa Susanna

Saccomanno: "I beni confiscati per avviare al lavoro cittadini di Torre"

Riceviamo e pubblichiamo la seguente replica, inviataci dal sindaco di Torre S. Susanna, Michele Saccomano, alle dichiarazioni del presidente del Comitato antiracket Paride Margheriti, a proposito dei beni confiscati alla famiglia Bruno e assegnati ai Comuni di Torre S. Susanna ed Oria

TORRE SANTA SUSANNA – Riceviamo e pubblichiamo la seguente replica, inviataci dal sindaco di Torre S. Susanna, Michele Saccomano, alle dichiarazioni del presidente del Comitato antiracket Paride Margheriti, a proposito dei beni confiscati alla famiglia Bruno e assegnati ai Comuni di Torre S. Susanna ed Oria.

Conoscendo da molo tempo il presidente Paride Margheriti sento la necessità di replicare al comunicato stampa dallo stesso diffuso. Preliminarmente mi preme evidenziare che in data 30 settembre 2015 non è stato emanato nessun decreto da parte di alcun organo e/o ente interessato alla procedura.

I beni oggetto di confisca sono stati già assegnati al Comune di Torre Santa Susanna e sino ad ora gestiti da un commissario all’uopo nominato dall’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

L’attuale amministrazione ha richiesto al predetto ente una proroga di 30 giorni al solo fine di poter individuare un soggetto giuridico, libero da condizionamenti, che potesse al meglio valorizzare e rendere proficui i beni assegnati.

Ciò si è inteso fare perché convinti della necessità che gli stessi dovessero diventare una risorsa reale per l’intera comunità torrese, instaurando rapporti con soggetti giuridici che, prima di tutto, condividessero con l’ente un progetto comune.

È intendimento dell’amministrazione, infatti, fare in modo che attorno a detti beni e con l’utilizzo degli stessi si creino i presupposti per l’inserimento lavorativo di cittadini torresi, si crei, altresì, una filiera corta dei prodotti frutto delle coltivazioni ed, inoltre, si devolvano parte dei ricavati ai Servizi Sociali del Comune.

È facile parlare di inutile perdita di tempo per chi non ha, non solo l’obbligo giuridico ma anche quello morale, di valutare ed adottare, conseguenzialmente, le scelte migliori per il proprio territorio. Dietro alla richiesta di proroga, pertanto, non vi è alcun arcano o recondito motivo, se non il senso di responsabilità di cui l’intera amministrazione si sente costantemente pervasa.

Con la proroga si intendeva non certo abbandonare quei beni, ma continuare a farli gestire ancora per trenta giorni dall’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, senza che le necessarie valutazioni fossero offuscate dalla fretta.

Al presidente Paride Margheriti, che dichiara di non voler alimentare polemiche anche se poi, poco velatamente ciò fa, consigliamo di informarsi, come costantemente fanno le forze dell’ordine, prima di divulgare informazioni od emettere, ancor peggio, giudizi fondati su mere presunzioni.

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