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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Diffamazione, a giudizio presidente Cittadella

BRINDISI – Sarà un giudice del tribunale di Bari a valutare la natura della campagna di stampa che indusse l’ex direttore di Cittadella della Ricerca Scpa, Angelo Colucci, a sporgere querela. A giudizio per diffamazione l'ex presidente Andreucci e due giornalisti.

BRINDISI – Praticamente per oltre un anno è stato al centro di una campagna di stampa che lo indicava come responsabile principale del presunto occultamento dell’altrettanto presunto dissesto finanziario della società Cittadella della Ricerca Scpa, che gestiva il patrimonio immobiliare del complesso scientifico-tecnologico ma promuoveva anche l’insediamento di società innovative, la sua internazionalizzazione, la partecipazione ai progetti dell’Unione europea, e il contatto tra imprese esterne e ricerca.

Ora la vicenda è nella mani di un tribunale, anche se Cittadella ha imboccato la strada della liquidazione, pur essendo la stessa evitabile come ha sancito la commissione d’inchiesta dell’ormai disciolto consiglio provinciale.

Dall’11 ottobre 2013 sarà un giudice del tribunale di Bari a valutare la natura di quella campagna contro l’ex direttore di Cittadella, Angelo Colucci, di cui alcuni protagonisti querelati dall’ex direttore della società, quelli che stamani il giudice dell’udienza preliminare Antonio Diella ha ritenuto di rinviare a giudizio su richiesta del pm Lidia Giorgio, sono stati chiamati a rispondere in qualità di imputati di diffamazione a mezzo stampa, con l'aggravante dell'attribuzione di un fatto determinato: l’ultimo presidente di Cittadella della Ricerca, Antonio Andreucci, e i giornalisti Emilio Mola e Gianmarco Di Napoli.

“Esprimo soddisfazione per questa decisione assunta dalla magistratura – scrive il legale di Angelo Colucci, l’avvocato Rolando Manuel Marchionna, in un breve comunicato diffuso poco fa -, dopo mesi di gogna mediatica finalmente il mio assistito potrà veder giudicato il proprio operato e quello di chi lo ha offeso da un Tribunale”. La competenza del tribunale barese è legata al fatto che il quotidiano “Senzacolonne” è stampato in una tipografia del capoluogo di regione.

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