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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Fontana Tancredi: invito-diffida della associazioni al sindaco Carluccio

Per la modifica in autotutela del parere sull'autorizzazione a costruire sopra il monumento, in attesa della revoca che giungerà dalla Provincia con i poteri sostitutivi riconosciuti dalla legge all'ente. L'area, vincolata da enfiteusi perenne, non era alienabile

BRINDISI - "Invito e diffida" al sindaco Angela Carlucci a modificare in autotutela il parere del dirigente del settore Urbanistica e Assetto del territorio del Comune di Brindisi, circa il permesso a costruire rilasciato per il cantiere sovrastante la Fontana di Tancredi: E' la conclusione della lettera inviata da Italia Nostra, Legambiente, Fondazione Tonino Di Giulio, Acli Città di Brindisi, Touring Club Italiano – Club territoriale di Brindisi, Amici dei Musei, Club per Unesco Brindisi per conoscenza anche alla Provincia, che si appresterebbe ad applicare i poteri sostitutivi che vengono riconosciuti all'ente da una legge regionale, per revocare la stessa autorizzazione.

Perchè, dicono le associazioni firmatarie, malgrado non sia stato rintracciato il vincolo sull'area apposto all'epoca della redazione per Piano regolatore generale di Brindisi dalla Sovrintendenza proprio a tutela del monumento, e smarrito per strada, sussiste una questione di illegittimità della cessione del terreno alla società Edilmec, che la rende nulla è nulla, poichè - come era noto sin dall'inizio - l'area era stata concessa in enfiteusi perenne e non era perciò alieneabile. E su questo punto fa leva la lettera del cartello delle associazioni brindisine al sindaco.

"Signor sindaco, le scriventi associazioni le comunicano quanto segue: siamo prossimi, ormai, alla decisione della Provincia di Brindisi sull’annullamento del permesso a costruire rilasciato nel 2010 su terreni posti in contiguità con il manufatto storico denominato “Fontana Tancredi” ed intanto, anche l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero di Brindisi (Idsc), nelle sue deduzioni alla procedura, ha dichiarato quanto da noi sempre sostenuto, ovvero che le particelle di terreno, interessate dal
permesso a costruire sotto esame, sono ancora oggi di sua proprietà, concesse in enfiteusi agli ascendenti degli eredi Longo, ma mai affrancate e, per di più, non usucapibili in proprietà da terzi perché cedute in enfiteusi perenne", rileva infatti la nota.

La Fontana Tancredi

"Questa condizione di diritto (enfiteusi), in cui versa ancora il lotto di terreno ove l’impresa Edilmec sta costruendo il suo edificio, era altresì evincibile - rimarcano le associazioni - in una nota del 2014 (richiesta di aggiornamento catastale all’attualità), presentata a firma del signor Oronzo Longo ed acquisita dalle associazioni con una semplice visura dei pubblici registri immobiliari presso gli uffici dell’Agenzia dell’Entrate, e che oggi, dopo averla depositata agli atti del procedimento aperto presso la Provincia, nonché presso la Procura della Repubblica, decidiamo di rendere pubblica".

Perciò, afferma lo schieramento in difesa dell'antico monumento, "tutti gli atti rogati dal notaio Michele Errico sono nulli, perché viziati iuris et de iure fin dalla loro origine, in quanto gli eredi signori Longo, al momento della prima stipula di vendita, erano enfiteuti (per successione mortis causa) e non avevano titolo per trasferire la piena proprietà al loro avente causa signor Labate. E, inoltre, che nelle dichiarazioni formalmente rese dall’Istituto Diocesano nelle proprie deduzioni, si specifica che nessuna affrancazione è mai avvenuta e che trattandosi di l’enfiteusi concessa in perpetuo ai concedenti, il signor Labate addirittura mai potrà affermare di aver usucapito la piena proprietà su quei terreni".

Alcune delle lapidi della fontana di TancrediLa questione è perciò chiusa: "La documentazione sopra specificata avvalora, dunque, i rilievi di illegittimità del permesso a costruire, poiché rilasciato a soggetto privo di qualsiasi titolarità. Alla luce di tanto, le scriventi associazioni sono convinte che l’Amministrazione Provinciale, aggiunti questi ultimi importanti elementi alla procedura avviata, nonché per le violazioni alla norma urbanistica rilevate in istruttoria, eserciterà i poteri sostitutivi concessi dalla Legge regionale ed annullerà il permesso a costruire rilasciato nel 2010, ordinando il ripristino dello stato dei luoghi a carico di chi sta realizzando il manufatto, in solido col proprietario del terreno".

Ma non basta attendere il passo della Provincia: le associazioni "pur tuttavia ritengono che, per impedire che danni e reati eventualmente in corso vengano portati a conseguenze ulteriori, debba essere il signor sindaco di Brindisi, nei confronti del quale la presente è da intendersi in termini di invito e diffida, a rivedere il lacunoso ed immotivato parere espresso dal dirigente del Settore Urbanistica ed Assetto del Territorio nella predetta procedura provinciale, disponendo l’annullamento in autotutela di quel permesso a costruire". 
 

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