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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Storia di un disabile che vuole diventare giudice. Lotta contro titani della burocrazia

Della vicenda se ne è occupata la giustizia amministrativa sino al Consiglio di Stato. Un giovane molto bravo ed anche gravemente disabile vuole fare il giudice.

Della vicenda se ne è occupata la giustizia amministrativa sino al Consiglio di Stato. Un giovane molto bravo ed anche gravemente disabile vuole fare il giudice. Dotato di enorme forza di volontà ma anche fortemente compresso dalla sua grave disabilità, ha inoltrato istanza al Ministero di giustizia chiedendo di poter sostenere le prove selettive secondo un calendario a giorni alternati e comunque non consecutivi.

Egli non chiedeva nessuno sconto, né alcuna particolare facilitazione, men che meno nessuna compassionevole disponibilità in considerazione delle sue condizioni fisiche. Solo, fresco di studi, e memore del principio di uguaglianza, ha pensato che il problema non fosse il suo, ma dello Stato. E’ lo Stato che deve realizzare il principio di uguaglianza e spetta alla Repubblica rimuovere tutti gli ostacoli perché si realizzi la concreta uguaglianza tra i cittadini: così dice la Costituzione.

Non vuole bypassare il principio secondo il quale tutti i cittadini possono accedere agli uffici pubblici mediante concorso; magari egli sa bene che esistono tante fattispecie di contratti con la Pubblica amministrazione che nascondono la loro natura clientelare; ma egli vuole fare il giudice e per coronare quel sogno non ci sono Cococo, Cocopro, Pipipi e Tatata che tengono: deve affrontare un durissimo concorso e deve superarlo.

Solo così potrà diventare giudice. Quanti secondi pensate che abbia impiegato la struttura amministrativa per esaminare la domanda e disporre il rigetto? Meno di niente. Così il giovane interessato ha proposto ricorso al Tar Lazio contro il provvedimento di rigetto.Ma cosa ha di strano, o peggio contro legge, la richiesta del giovane interessato. C’è qualche legge che vieta, ovvero che obbliga, che lo svolgimento delle tre prove scritte previste debba avvenire durante tre giorni necessariamente consecutivi?

Non risulta ha detto il Tar. Esistono previsioni legislative, conformi alla Costituzione, che regolano la possibilità alle persone diversamente abili di partecipare ai concorsi pubblici per accedere agli uffici della Pa? Esistono ha detto il Tar.

Ma si dice: bisogna garantire l’anonimato, il buon andamento della selezione, dal punto di vista della trasparenza, regolarità e scelta dei migliori, finanche bisogna tener conto delle spese che lo Stato deve affrontare in caso di una diversa articolazione temporale delle prove scritte, pertanto la richiesta del giovane di affrontare le prove in tre giorni non consecutivi cozzerebbe con tali principi. Nessun problema ha detto il Tar.

E dunque? Dunque il Tar, con un provvedimento tanto coraggioso quanto conforme alla legge, “ritenuto che va disposta la sospensione del decreto impugnato nella parte in cui fissa lo svolgimento delle prove scritte del concorso in tre giorni consecutivi”  ha concesso la sospensiva ed ha ordinato “all’amministrazione resistente l’individuazione di una diversa articolazione temporale delle prove secondo le esigenze rappresentate dal ricorrente”.

Non passano tre giorni, proprio tre giorni di calendario, che il Ministero impugna il provvedimento di sospensiva al Consiglio di Stato il quale, “ritenuto che l’adozione del provvedimento cautelare d’urgenza presuppone l’esistenza di una situazione ad effetti irreversibili ed irreparabili tale da non consentire neppure di attendere il tempo intercorrente tra il deposito del ricorso e la prima camera di consiglio utile … accoglie l’istanza (del ministero)…” fissando per lo scorso “1 luglio la camera di consiglio per la discussione”. Le riviste specializzate si occuperanno del seguito della vicenda.

Di questa storia mi ha colpito la moderna rappresentazione dell’ epico scontro tra Davide e Golia. Questo giovane bravo e determinato, che non si arrende alla sua condizione fisica, ha usato la sua fionda contro il Golia insito nello Stato e nei suoi apparati. La fionda della Costituzione che ha posto al suo centro la persona e non più lo Stato. La persona con i suoi diritti e libertà la cui tutela, costituisce, altresì, il limite ad ogni arbitrio dello Stato.        

Se penso al dibattito in corso per le riforme istituzionali e le modifiche alla Costituzione, mi chiedo come sarà il tempo che verrà, e soprattutto mi chiedo se nel futuro potremo sempre usarla una fionda contro gli arbitrii.

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